Ultras in manette, la Figc chiede gli atti ai pm: cosa rischiano Inter e Milan

Tra le righe del provvedimento della Procura di Milano si legge un invito all'azione nei confronti delle due società milanesi per evitare il rischio di finire in amministrazione giudiziaria. L'Inter: "Zero sospetti"

Ultras in manette, la Figc chiede gli atti ai pm: cosa rischiano Inter e Milan
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L’ondata di arresti nei confronti dei leader delle curve delle due società milanesi non solo ha sconvolto il lunedì della Serie A ma apre scenari decisamente preoccupanti per i tifosi di Inter e Milan. Nonostante le rispettive dirigenze abbiano negato ogni addebito, sarà a loro richiesto di affrontare una volta per tutte il problema di certi rapporti mai chiariti del tutto con il tifo organizzato. Nel caso non dovessero agire in maniera abbastanza seria, specialmente nel caso della sponda nerazzurra del Naviglio, il pericolo di un commissariamento è piuttosto reale. Vediamo di cosa tratta nel dettaglio il fascicolo aperto dalla Procura di Milano, la risposta dell’Inter e cosa si pensa di fare per risolvere un problema che perseguita le società meneghine da parecchi lustri.

Procedimento di prevenzione

Se l’attenzione degli inquirenti era ovviamente concentrata sulle attività illegali e sulle infiltrazioni mafiose in corso in certi ambiti delle curve del Meazza, la Procura ha anche indagato sulle pressioni esercitate specialmente nei confronti della società di Viale della Liberazione e, in particolare, episodi di intimidazione o minacce che avrebbero coinvolto giocatori come lo slovacco Milan Skriniar o lo stesso allenatore Simone Inzaghi. Il fascicolo che ha coinvolto entrambe le società meneghine non riguarderebbe attività illecite ma avrebbe i contorni di un vero e proprio “procedimento di prevenzione”, ovvero un invito perentorio a mettere in opera contromisure dal punto di vista organizzativo. Si parla principalmente della gestione della vendita dei biglietti, cosa che, oltre a generare profitti non indifferenti per i gruppi ultrà, sarebbe usata per legittimarsi nei confronti di tifosi ma anche di partner o aziende esterne.

Se le società non dovessero agire in maniera sufficientemente vigorosa, potrebbero aprire il fianco ad un provvedimento usato negli ultimi anni nei settori della logistica o della moda in caso di infiltrazioni di organizzazioni criminali, ovvero la messa in amministrazione giudiziaria della società. Questa misura, basata sull’articolo 34 del decreto legislativo 159/2011, può riguardare singoli settori delle attività della società ma ha un ambito di applicazione piuttosto ristretto. La Procura può chiedere il provvedimento quando, nel mettere in opera attività legali, l’impresa agevoli l’attività di chi sia indagato per alcuni reati penali. In questo caso non sarebbe necessario provare la collusione, basta dimostrare la cosiddetta “rimproverabilità colposa”: anche se si fosse scelto di non agire per problemi organizzativi, le società sarebbero quindi colpevoli.

La difesa dell’Inter: “Zero sospetti”

Nelle intenzioni del legislatore questa non sarebbe una misura repressiva, insomma, ma un provvedimento volto ad evitare che un’impresa sana sia coinvolta in maniera subdola in attività criminali. L’obiettivo in questo caso sarebbe di mettere in opera una supervisione giudiziaria per identificare ed eliminare al più presto ogni tentativo d’infiltrazione criminale, rafforzare gli anticorpi interni per fare sì che torni nel libero mercato più forte. Nel caso di Inter e Milan siamo ancora abbastanza lontani dall’applicazione di questo strumento fortemente intrusivo ma sembra chiaro che gli inquirenti abbiano voluto lanciare un messaggio chiaro: prendete questo problema sul serio e fate pulizia nelle curve al più presto se non volete che ci pensiamo noi.

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Al momento sembra chiaro che le due società milanesi non siano indagate sotto il profilo penale: gli arresti ordinati dal gip Domenico Santoro riguardano solo i capi delle curve ma tra le righe dell’ordinanza si capisce l’intenzione del magistrato di invitare all’azione i due club. La minaccia dovrebbe servire a correggere i comportamenti attuati in passato da Inter e Milan, che avrebbero sottovalutato per anni la situazione, senza indagare in maniera adeguata su quanto stava succedendo dietro la facciata colorata del tifo organizzato. Troppo presto per sapere quali saranno le azioni concrete intraprese dalle società milanesi ma l’Inter ha voluto subito intervenire nei confronti della Procura.

Sarebbe stata depositata agli atti una memoria difensiva nella quale l’FC Internazionale Milano vorrebbe allontanare ogni sussistenza di sospetto di (anche sola) colpa organizzativa nella cura delle relazioni con il tifo organizzato”. Una difesa d’ufficio prevedibile in una vicenda che, purtroppo, sembra ben lontana da una soluzione definitiva.

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