Il procuratore capo dell'Aia Rosario D'Onofrio è tra i 42 arrestati nell'operazione di due giorni fa della Guardia di Finanza nell'ambito di un'indagine della Dda milanese che ha portato a smantellare un traffico di stupefacenti tra Italia e Spagna.
D'Onofrio, divenuto responsabile sotto la presidenza Nicchi dell'ufficio che indaga su eventuali irregolarità degli arbitri, ha presentato le dimissioni all'Aia nelle ore immediatamente successive all'operazione. L'Aia - si sottolinea sempre in ambienti arbitrali - nella vicenda è parte lesa. Un nome di spicco, quello del procuratore dell'Aia, che era già stato arrestato in flagranza di reato nel maggio 2020. Durante il periodo del lockdown avrebbe indossato la divisa per circolare senza problemi e consegnare la sostanza stupefacente o il denaro provento dello spaccio a cittadini cinesi affinché li trasferissero illegalmente in Spagna.
Il caso
Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra, il primo compito di D'Onofrio era quello di smistare al dettaglio i carichi dopo che erano arrivati in deposito. Inoltre dal 2019 al 2021, i 42 arrestati (italiani, albanesi e spagnoli) avrebbero introdotto in Lombardia oltre sei tonnellate di marijuana e hashish. Durante l’operazione è stata sequestrata quasi mezza tonnellata di droga, più mille ricariche per sigarette elettroniche a base di cannabinoidi.
"Era in gamba di brutto... Sapeva cosa faceva", disse di D'Onofrio, ex ufficiale dell'esercito, Daniele Giannetto, uno dei capi dell'organizzazione criminale in cui D'Onofrio, come emerge dall'ordinanza del gip Massimo Baraldo, era inserito. Come è stato ricostruito sarebbe stata "la persona incaricata (...) anche di organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente e tra queste attività, (...) di reperire luoghi ove poter effettuare lo scarico "in sicurezza " dei bancali all'interno dei quali era contenuto lo stupefacente".
A D'Onofrio, al quale è stato contestato il reato di associazione per delinquere, per il giudice "deve essere applicata la misura della custodia in carcere, tenuto conto della sua incondizionata disponibilità a effettuare quotidiani 'servizi' di consegne o riscossione di denaro e della pericolosità sociale" dovuta agli "inescusabili comportamenti in concreto tenuti nel periodo del lockdown, durante il quale lo stesso con la divisa militare circolava per la Lombardia per effettuare consegne di sostanza stupefacente o per recarsi a Milano a versare il denaro provento dello spaccio a cittadini cinesi affinché trasferissero illegalmente tali somme in Spagna".
"Sono sconcertato". Lo dice il presidente della Figc, Gabriele Gravina, commentando la notizia dell'arresto per traffico internazionale di stupefacenti del procuratore dell'Aia D'Onofrio.
"Ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell'Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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