
Cambio di scenario. Nella tumultuosa sequenza di stop and go e di cambi di rotta dell'Amministrazione Trump, il perimetro della trattativa sui dazi assume di giorno in giorno prospettive e contorni diversi. Se due giorni fa il colpo a sorpresa della sospensione per 90 giorni dei dazi all'Unione europea aveva modificato profondamente le carte in tavola, ora arriva un'altra indicazione del presidente statunitense che detta le istruzioni per l'uso per il dialogo con i partner di Oltreoceano.
«Tratterò con l'Unione europea come un unico blocco e non per singolo Paese». «Ci hanno trattato molto male ma sono stati intelligenti. Erano pronti ad annunciare la ritorsione ma hanno deciso di aspettare». È chiaro che questo nuovo colpo di scena determina un impatto sul viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti della prossima settimana. Il primo aspetto rilevante è che in poche ore si è passati dai toni duri alla sospensione delle misure, fino all'apertura di una trattativa. La premier italiana a questo punto è pronta a fare da apripista europea verso l'appeasement tra le due sponde dell'Atlantico (cercando magari di indirizzare le richieste americane in una direzione non penalizzante per l'Italia). Il nuovo scenario, inoltre, potrebbe favorire un'accelerazione, creando le condizioni per tornare a casa con una data precisa per un tavolo negoziale tra Stati Uniti e Ue, accreditando la nostra premier come pontiere ufficiale. Un faccia a faccia che potrebbe prendere forma nel vertice della Nato che si terrà dal 24 al 26 giugno all'Aja. Meloni a quel punto si accrediterebbe ancora di più a livello internazionale, ponendosi come interlocutore dell'intera area euro e non solo dell'Italia.
In ogni caso c'è un elemento che il governo tiene a puntualizzare. Antonio Tajani, a Mattino Cinque News, spiega che la presidente del Consiglio andrà in missione negli Usa «su invito di Washington e non su sua richiesta. Non ha supplicato, c'è una lettera molto articolata». La stessa Forza Italia, il partito più europeista della coalizione, benedice senza se e senza ma il viaggio a Washington.
«Il viaggio della premier negli Stati Uniti è quanto mai opportuno. Giorgia Meloni va lì, forte di un legame con l'America storico e anche forte del governo più stabile e autorevole d'Europa», spiega ad Affaritaliani.it Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di Forza Italia. «Rispetto alla Cina noi non abbiamo assolutamente alcuna nostalgia della riapertura della Via della Seta. L'atlantismo, l'alveo delle democrazie, è la nostra stella polare».
Un tema, quello del rapporto con la Cina, su cui l'Europa sembra muoversi in ordine sparso, rischiando così di ostacolare la ripresa del dialogo con Washington, come fa notare Carlo Fidanza. «Da giorni la sinistra italiana disserta sulla missione di Giorgia Meloni, augurandosi strumentalmente che la nostra premier non si presti a dividere l'Europa.
Nel frattempo oggi, nel pieno di una escalation tra Usa e Cina, il premier spagnolo Pedro Sanchez è in visita alla corte di Xi Jinping. Ci auguriamo che questa mossa non irrigidisca nuovamente i rapporti tra Europa e Stati Uniti».
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