Calhanoglu e la sua personale rivincita contro il Milan

Uno scudetto che sa di rivincita quello sollevato al cielo dal centrocampista turco che, dopo aver lasciato i rossoneri a parametro zero nel 2021, è diventato uomo chiave nello scacchiere di Inzaghi. Per lui è il sesto trofeo in maglia nerazzurra

Calhanoglu e la sua personale rivincita contro il Milan
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Hakan Calhanoglu ha servito la sua vendetta al Milan. E lo ha fatto nel giorno del derby, con una vittoria che vale lo scudetto e la seconda stella. Se oggi Calhanoglu è uno dei beniamini del tifo interista tutto è dovuto alla turbolenta estate del 2021 e al mancato rinnovo con i rossoneri. Nel 2017, infatti, il turco arriva a Milanello dal Bayer Leverkusen per la cifra di 20 milioni di euro ma in quattro anni, nonostante 32 reti in 172 presenze, l’addio a parametro zero. In quattro stagioni Calhanoglu non vince neppure un trofeo e oggetto della discordia diventa proprio il rinnovo, con il turco che chiede un consistente aumento e la dirigenza tutta, Maldini e Massara in primis, decidono di negarglielo. Arriva l’estate del 2021 e ci sono gli Europei, Christian Eriksen durante la sfida fra Danimarca e Finlandia è vittima di un attacco cardiaco e, a seguito dell’impianto di un defibrillatore cardiaco sottocutaneo, dopo il responso negativo dell’Istituto di Medicina dello Sport del Coni, non può riprendere l’attività agonistica. Beppe Marotta fiuta il colpo mercato per sostituire il danese e sceglie proprio Calhanoglu. Il nuovo mister dell’Inter, Simone Inzaghi, è chiamato a continuare il cammino intrapreso da Antonio Conte ma il turco è un trequartista, mentre Eriksen un regista e in quella posizione c’è Marcelo Brozovic. Sono 8 reti e 12 gli assist nella prima stagione in nerazzurro da mezzala ma l’Inter perde lo scudetto proprio contro i cugini per due punti. Fatale è la sconfitta subita in rimonta contro il Bologna, dopo quella, sempre in rimonta e sempre per 2-1 subita nel derby. In quell’occasione il turco venne parecchio bersagliato sia dagli ex tifosi, che dagli ex compagni di squadra.

Nella stagione successiva l’Inter arranca in campionato ma in Champions League viaggia spedita: arriva l’intuizione nella sfida contro il Barcellona perché Brozovic, titolare di turno, non c’è. Ci sarebbe Kristjan Asllani, ma l'albanese è acerbo e allora Inzaghi punta su Calhanoglu come regista basso. L’Inter supera 1-0 i blaugrana proprio grazie ad un gol del turco oltre ad una prestazione di livello. Inizia la seconda vita calcistica di Calhanoglu che, prima di allora, solo una vola aveva indossato i panni del regista in un Udinese-Milan con Marco Gianpaolo in panchina. Il turco cresce e sfodera prestazioni impeccabili, prende il posto da titolare a Brozovic e arriva la decisione della società: via il croato, Calhanoglu resta e rinnova con un contratto da 6,5 milioni a stagione. Solo il Manchester City di Guardiola riuscirà a fermare i nerazzurri in finale ma prima, nella semifinale contro il Milan, venti anni dopo quella del 2003, arriva una prima vendetta con Calhanoglu che nella partita di andata serve anche l’assist per l’1-0 di Dzeko.

Arriva la terza stagione in nerazzurro e Calhanoglu è il padrone assoluto del centrocampo, oltre a infallibile rigorista. In 37 gare stagionali arrivano 13 gol, alcuni dei quali pesanti. Il centrocampista turco ama il nuovo ruolo e in ogni occasione trova il modo di ripeterlo: “Chiunque mi conosce sa che sono un numero 10, ero molto famoso in passato per i miei calci di punizione. Ora sono cresciuto in un nuovo ruolo che mi piace molto, dopo che Brozovic è andato via ho tenuto quella posizione e sono felice. A volte sono come un difensore aggiunto e con gli altri compagni ci scambiamo spesso le posizioni in campo e questo rende la vita difficile agli avversari. Prima ero più leggero, ora mi piace essere aggressivo per recuperare palla, riceverla e poi trovare gli spazi”.

L’Inter non si ferma più, soprattutto in campionato, dove dopo un serrato testa a testa con la Juventus prende il largo. C’è la delusione Champions contro l’Atletico Madrid ma la seconda stella è il vero obiettivo stagionale. Il destino vuole che il primo match point arrivi nel derby. L’Inter sfodera la solita prestazione corale, Calhanoglu disegna calcio. Arriva il triplice fischio, è scudetto, è seconda stella. Appena pochi giorni prima della sfida contro il Milan il numero 20 nerazzurro aveva dichiarato: “Conquistare aritmeticamente lo scudetto nel Derby, contro il Milan, sarebbe qualcosa di pazzesco. Come ho sempre ribadito, però mi auguro sia una bella partita e che i festeggiamenti siano fatti in una maniera, comunque, tranquilla. Anche perché, ricordo bene il modo in cui festeggiò il Milan in passato, ma voglio stare molto calmo, godermi il momento. Sarà una partita durissima per entrambe le squadre”.

Per Hakan Calhanoglu può partire la festa, con un

sorrisetto pensando al passato ma, soprattutto, allo scudetto sfumato due anni fa. Alla fine il turco è riuscito ad ottenere la sua personale rivincita contro la sua ex squadra e lo ha fatto nella partita più importante dell’anno.

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