In fondo è un gioco. Ballano milioni e punti in classifica, ma resta un piacere del corpo e degli occhi, il calcio dico, evento durante lo svolgimento del quale può accadere davvero la qualunque, scommesse, corruzione, doping, accuse, aggressioni, morte e insulti, come ad esempio tra Conceiçao e Calabria al termine di Milan-Parma. L'epilogo è sempre lo stesso, non è successo nulla, certe cose finiscono in campo, colpa dell'adrenalina, della passione, della trance agonistica, insomma tutto l'alibi da Beccaria più che da De Coubertin.
Vanno capiti, vivono nei privilegi, dimorano in siti meravigliosi, guidano auto di lusso, sono accompagnati da donne fatali, lavorano due ore al giorno, guadagnano come un imprenditore arabo, vestono abiti di grandi firme, frequentano parrucchieri di alta scuola ma di gusto improbabile visto il risultato del taglio alla zazzera, hanno a disposizione massaggiatori, fisioterapisti, medici, giocano con un pallone di cuoio impermeabile, gonfiato a una pressione compresa tra 0,6 e 1,1 sul livello del mare ma quando l'arbitro fischia l'inizio della partita tornano nella loro tana di origine, provocano, fingono, truccano e, infine, si picchiano e si insultano pure tra colleghi e compagni della stessa squadra. È vero, certe cose finiscono in campo. A volte anche in discoteca. O no?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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