Dopo qualche settimana di silenzio, ecco che l’ineffabile presidente della Uefa Aleksander Ceferin torna ad esternare sulle tre grandi d’Europa, colpevoli di aver "messo in pericolo" il business miliardario dell'organizzazione che ha sede a Nyon, in Svizzera. Le parole, riportate in una lunga intervista concessa al quotidiano sloveno “Ekipa”, grondano veleno da ogni poro, coperte da una sottile patina d’ironia: "Interessante notare che dei tre club che si proclamano come i salvatori del calcio, per quanto si apprende dai media, uno deve affrontare un procedimento penale per questioni legate ai bilanci e l’altro per aver trasferito dei soldi a uno dei leader della commissione arbitrale. Vediamo se c’è qualcosa anche sul terzo... Sarebbe interessante vedere come salverebbero il calcio, ogni mio altro commento sarebbe superfluo". Altro che sassolini, qui è roba da far invidia al presidente picconatore.
La stoccata più dolorosa, però, è quella che riserva all’ex amico Andrea Agnelli, con il quale un tempo aveva condiviso quasi tutto. Di fronte ai guai legali dell’ex dirigenza della Juve, il numero uno del calcio europeo è veramente gelido. "Non parlerei di soddisfazione, non ne avevo bisogno. Certo, su determinate cose ne so di più rispetto ai normali tifosi. La storia della Juventus doveva finire come è finita, perché tutto era sbagliato. Non ho un rapporto affettivo con Agnelli o altri alla Juventus, ma vorrei sottolineare che rispetto ancora la Juventus come club e che ho molto rispetto per tutti e tre i club in generale". Insomma, liberatevi delle mele marce e tutto vi sarà perdonato? Se non si stesse parlando di cose maledettamente serie, verrebbe quasi da ridere.
L'ultimo capitolo di un'amicizia
Il trattamento riservato all’ex presidente bianconero non dovrebbe stupire, visto che da quando le squadre della Super Lega si sono fatte avanti, il numero uno della Uefa non ha nascosto in alcun modo quanto fosse stato colpito in maniera personale dal "tradimento" di quello che considerava un amico ed un alleato. Dall’affetto al rancore il passo è stato fin troppo breve, tanto da far dire a Ceferin che Agnelli si era comportato in maniera inqualificabile. "Ero un avvocato penalista, in vita mia ne ho viste tante, ma mai uno mentire così". E pensare che, fino a pochissimi anni prima i due avevano lavorato a stretto contatto sull’ennesima riforma della Champions League, fatta per venire incontro alle necessità dei grandi club.
L’amicizia tra i due non sembrava una questione di convenienza, troppi rapporti stretti, troppi viaggi personali, addirittura il fatto che il presidente della Uefa fosse stato il padrino della figlia del numero uno bianconero. Non è stato uno sgarbo qualsiasi, una questione di soldi e potere come capita ogni giorno in politica, Ceferin lo considera niente di meno che un tradimento. Subito dopo l’annuncio della Superlega, non aveva nascosto il suo sdegno: "Andrea è la delusione più grande. Ho parlato con lui sabato, mi ha detto che quelle sulla Superlega erano solo voci, poi ha spento il telefono. Non mi ero accorto che c’erano dei serpenti al nostro interno. Non so se posso dire davvero cosa penso di loro". Due anni dopo, il rancore non ha fatto che fermentare, trasformandosi in ferrea determinazione. La vendetta, d’altro canto, è un piatto che è meglio servire freddo.
Caso Barça? "Situazione gravissima"
Se in Italia l’intervista di Ceferin fa notizia per quanto riguarda la Juventus, in realtà il capo del calcio europeo sembra più preoccupato dal caso Negreira, lo scandalo che rischia di travolgere il Barcellona. Le parole riservate al club azulgrana sono pesanti come macigni: "Se un club ha un vertice che prende decisioni sbagliate, non significa che io sia contro quel club in quanto tale, tanto meno contro i suoi tifosi o giocatori. Per quanto mi è stato detto, la situazione è gravissima. È così grave che, secondo me, è una delle più gravi che si sia mai vista nel calcio. A livello di Liga, ovviamente, la questione è prescritta ma ci sono dei procedimenti in corso in sede giudiziaria e, per quanto riguarda la Uefa, non c’è nulla di prescritto. Conseguenze per il Barça? Non posso e non voglio rispondere".
In quanto alla Superlega, almeno a sentire lui, la questione è ormai chiusa, nonostante siano ancora in corso procedimenti legali che potrebbero restituire fiato al progetto. Ceferin ostenta indifferenza: "Apparentemente stanno ancora cercando di fare qualcosa, ma secondo me solo per migliorare un po’ la loro posizione per negoziare. Ma noi non abbiamo nulla da negoziare. Naturalmente, anche l’ego gioca un certo ruolo in alcune di queste persone, e per questo si stanno ancora muovendo, sono abituati ad assere assecondati da tutti. Ma questa storia è finita, non ci sono dubbi". Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al presidente del Real Madrid Florentino Perez, considerato il vero ispiratore della Superlega e l’unico rimasto ancora in piedi a combattere.
Falli di mano? "Serve chiarezza"
Non è dato sapere se Ceferin creda davvero di aver vinto su tutta la linea o se stia solo cercando di innervosire gli avversari ma il trattamento che riserva all’agenzia A22, incaricata di condurre in porto il progetto Superlega, non è certo all’insegna della diplomazia. "Non si è mai visto un atteggiamento così sprezzante. Rummenigge ha detto loro: ’Questa è la vostra Waterloo’. Hanno potuto vedere che questo era un progetto che nessuno voleva. È un peccato che si stia ancora prolungando, probabilmente sarebbe già finita senza il supporto di certi media". Parlare con la Uefa della nuova Champions è un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono ma comunque riportiamo le parole di Ceferin, tutte all’insegna del trionfalismo più sfrenato. La nuova Champions è "un altro grande passo. Manterremo molte cose buone dal format attuale e ne aggiungeremo altre. La fase che precede gli ottavi diventerà più interessante e più incerta fino alla fine".
L’unica notizia forse degna di nota riguarda una delle questioni annose che stanno complicando la vita dei tifosi di calcio; il confuso regolamento relativo ai falli di mano in area di rigore. Stavolta Ceferin non si nasconde dietro il politichese ma ammette che, in effetti, la questione va affrontata e risolta una volta per tutte. "Non capisco la regola attuale e come me tanti altri. Bisogna confrontarsi e fare chiarezza, ne ho parlato anche con Infantino. Niente è più chiaro a nessuno, il che è molto negativo per il calcio, perché il calcio per definizione è molto comprensibile e molto chiaro ai più".
Anche qui aspettiamo di capire in cosa si tradurrà questo confronto,
se in una nota all’Ifab o, magari un convegno tra i capi delle varie federazioni. Francamente dubitiamo che qualunque iniziativa sarà in grado di offrire soluzioni rapide ma, d'altro canto, la speranza è l’ultima a morire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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