Chi si rivede: la Serie A 52 giorni dopo

Digerita la lunga sosta per il mondiale in Qatar il campionato esce dalla naftalina: si parte subito col botto con Inter – Napoli. Milan e Juve sperano ancora, le romane e la Dea vogliono restare agganciate alla prima classe

Chi si rivede: la Serie A 52 giorni dopo

Chi ha detto che la lontananza lascia proliferare il desiderio ci ha preso non di poco. Dopo essersi riempiti gli occhi con la caterva di impulsi distribuiti dal mondiale qatariota – dalle ingiustizie alle sorprese sportive, fino al luminoso trionfo di Messi – è tempo di risedersi a tavola, per una nuova e succulenta abbuffata. Certo la tovaglia da srotolare, così come le pietanze proposte, ci faranno quasi stranire, all’inizio. Perché la Serie A che torna oggi dopo 52 giorni esatti è una faccenda che scampanella sotto casa e sgomita – prepotente e accentratrice – per accomodarsi di nuovo dentro le nostre vite.

Per il tifoso medio – che stando ad uno studio americano uscito qualche anno fa, rimugina sulla sua squadra di calcio circa undici volte al giorno – il campionato sprimacciato e depurato dalla naftalina è una manna celeste. Sì, ok il dibattito sul goat. Certo, ci ha fatto divertire la favola marocchina. La finale del mondiale è stata abbagliante. Va bene tutto, d’accordo. Ma vuoi mettere Berardi e Laurentiè che assaltano una Samp che deve resuscitare? Vale forse di più un ricamo di Modric rispetto a una finta di Strefezza? Un preziosismo di Neymar si rende preferibile ad uno sprint di Beto? Probabilmente sì, ma comunque a noi mica importa.

La Serie A è il confortante giardinetto sotto casa. Quello dove sognare e polemizzare, intristirsi e redimersi. Provando a direzionarsi sul campo, e puntando sui vagoni di prima classe, questo nuovo incipit offre subito una contesa seducente: l’Inter ospita il Napoli capolista e può soltanto vincere per non gettare deprimente segatura sulla fiammella scudetto. Spalletti ha costruito un gingillo dilagante nella prima parte della stagione e il mondiale non ha praticamente tolto energie al gruppo. Possibili increspature dopo tutto il tempo trascorso? Non è un'ipotesi peregrina, ma i meccanismi di certo non si disimparano e, comunque, il discorso vale praticamente per tutti.

Il turno lo apre il Milan, ancora deteriorato dallo sfinente via vai tra i pali e dagli infortuni in attacco, che costringeranno Pioli a puntare ancora su Giroud, appena rientrato. A Salerno non sarà una passeggiata di salute, ma i tre punti sono l’unica delle alternative possibili.

È ammaccata pure la Juve, ma ormai ci ha fatto il callo. Ancora fuori Vlahovic, sempre ai box Pogba, subito infortunato Di Maria, Chiesa che parte solo dalla panchina e con il dubbio pure in porta. Quel che resta della Signora dovrebbe comunque bastare per avere la meglio sulla tenace Cremonese.

Vogliono continuare a sorseggiare flute di champagne anche le romane: la Lazio deve addomesticare l’insidioso Lecce, mentre la Roma di Mou se la vede in casa contro il Bologna.

E poi c’è l’Atalanta di Gasp, tutt’altro che condiscendente quando si tratta di accomodarsi nelle retrovie: a Spezia il pronostico sorride alla Dea.

Si riparte, dunque, senza ancora sapere se il mondiale avrà lasciato incrostazioni profonde. Ma con la certezza che, da stasera, la Serie A tornerà ad occupare i locali.

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