Il giocatore cresciuto nella Juve, che giocava poco nella Juve e ha ritrovato se stesso ora che non è più della Juve, finalmente segna alla Juve a la prima cosa a cui pensa è scusarsi con i tifosi della Juve. Facendo incavolare quelli che non amano la Juve, cioè i suoi. Sarebbe una bella comica, se non fosse che la cosa è diventata stucchevolmente ossessiva. Per carità: Moise Kean è sicuramente un bravo ragazzo, ma ciò non giustifica il passare da trenini e balletti al nulla assoluto per festeggiare un gol. Anzi, festeggiare?
Il calcio è cambiato, non ci sono più bandiere ma spesso banderuole. Bisogna giustificarsi di tutto, tranne di quando, ogni sei mesi, si manda il procuratore a chiedere di rivedere al rialzo contratti appena firmati con tanto di “essere qui è un sogno”, perché naturalmente “sono felice perché questa è la squadra che tifavo da bambino”. Poi, ci sono quelli che a un certo punto, non si ricordano neppure più quale fosse, per cui non esultano mai a scanso di equivoci baciando maglie a raffica per non sbagliare.
Diciamolo, per una volta bisognerebbe dare ragione ad Antonio Conte: “Il mercato di gennaio dovrebbe essere abolito.
Per noi allenatori è un mese difficile: se proprio proprio la società vuole intervenire lo faccia per migliorare…”. Eh già, poverini, in campo e in panchina è proprio una vita difficile. E meno male che il calcio è dei tifosi, o quantomeno l’importante è che ci credano. Almeno loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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