Coppa Italia, il Milan domina e stravince: 3-0 all'Inter, cancellato il sogno "triplete"

Il Milan di Conceicao fa tre gol all'Inter e vola in finale di Coppa Italia dopo sette anni: rossoneri scatenati, doppietta di Jovic e sigillo finale di Reijnders

Coppa Italia, il Milan domina e stravince: 3-0 all'Inter, cancellato il sogno "triplete"
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Una serata felice, felicissima per i tifosi rossoneri: il Milan ha spazzato via l'Inter con un netto 3-0 volando in finale di Coppa Italia e cancellando il sogno del triplete per Inzaghi e i suoi. Una doppietta di Jovic alla miglior gara da quando veste la maglia rossonera e il sigillo del sempre presente Reijnders spazzano i sogni dei nerazzurri e portano il "Diavolo" in Paradiso. Non c'è mai praticamente stata gara, in equilibrio soltanto fino all'1-0, alla squadra di Inzaghi non sono andate in porto un paio di occasioni da gol ma più che altro l'Inter è parsa stanca dopo i tanti impegni in campionato e Champions League. Per i nerazzurri è la prima volta, in questa stagione, che arrivano due sconfitte consecutive dopo l'1-0 di Bologna con il super gol di Orsolini.

La netta vittoria del Milan

Era l'uomo meno atteso ma ha spianato la strada al Milan verso la finalissima di Roma del prossimo 14 maggio: Luka Jovic in serata di grazia gioca in modo perfetto segnando due reti davvero pesanti. La prima arriva al 36' con un colpo di testa perfetto su assist di Jimenez. A inizio ripresa c'è la seconda doccia fredda per i nerazzurri con un rete su calcio d'angolo viziata da una sfortunata deviazione di Barella che, involontariamente con il braccio, serve l'assist perfetto al giocatore serbo per siglare il 2-0. Più passa il tempo e più l'Inter appare stanca nonostante i quattro cambi, in blocco, di Simone Inzaghi che inserisce Calhanoglu, Frattesi, Zalewski ed Arnautovic al posto di Asllani, Barella, Dimarco e Taremi. Maignan salva la porta con una gran parata sul colpo di testa di De Vrij ma è l'unico vero lampo interista nel secondo tempo. Il via alla festa del Milan lo dà l'olandese Reijnders su assist di Leao, 3-0 e gara definitivamente chiusa.

Le parole di Conceicao

Ai microfoni di Mediaset, al termine della gara si è espresso così Sergio Conceicao. "I ragazzi hanno lavorato bene, mi è piaciuto l'atteggiamento offensivo e difensivo della squadra. Potevamo fare meglio nel primo tempo sulle ripartenze ma direi una gara di grandissimo livello e sono contento. Nel secondo tempo abbiamo fatto una gara di grandissimo livello, sono contenti e meritano certi elogi". Su Jovic ha detto che "sta lavorando benissimo, nelle ultime tre- quattro settimane al massimo, ha perso anche un po' di chili. Volevamo il suo supporto per fare da sponda per i laterali, abbiamo cercato di mettere 11 giocatori in campo che potessero dare una risposta positiva".

Il mister portoghese, però, frena da facili entusiasmi. "Sto con i piedi per terra, non abbiamo vinto ancora niente. Sono contento, a volte in campionato non abbiamo dimostrato quello che abbiamo fatto oggi. La qualità tecnica deve essere abbinata a questa umiltà, questo atteggiamento e questa voglia di vincere che si vede in ogni azione. Quando arriverà la finale saremo contenti di farla. Non è che l'abbiamo già vinta - ha aggiunto Conceicao -. Io sono lo stesso allenatore di due giorni fa, non è che è tutto bellissimo o tutto brutto. Bisogna trovare equilibrio anche a livello emozionale, non solo di squadra".

La delusione di Inzaghi

Di tutt'altro umore, ovviamente, è Simone Inzaghi che al termine della gara ha pensato al dispiacere dei tifosi nerazzurri "che anche stasera erano tantissimi, ma questo è il calcio. Dobbiamo fare i complimenti al Milan, che ha fatto un'ottima gara. Per noi c'è rammarico soprattutto nel primo tempo, quando abbiamo avuto tante occasioni prima del loro gol.

Poi sul secondo gol non siamo stati fortunati e nella ripresa abbiamo fatto molto meno", ha dichiarato a Mediaset. "Sono due sconfitte consecutive, non siamo abituati, e dobbiamo analizzarle. Ma oggi bisogna dare merito al Milan che in cinque partite ci ha sempre messo in difficoltà e io per primo dovevo fare di più".

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