Cori razzisti a Maignan, altri quattro tifosi dell'Udinese identificati (uno è di colore)

Individuati altri quattro tifosi protagonisti degli insulti razzisti a Maignan. Hanno un’età compresa fra i 32 e i 46 anni. Il retroscena è che uno di loro è nero. Poi c'è una donna

Cori razzisti a Maignan, altri quattro tifosi dell'Udinese identificati (uno è di colore)
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Prosegue il pugno duro contro i razzisti: la polizia di Udine ha individuato altri quattro soggetti indiziati di aver proferito invettive a sfondo razzista, come ululati o le parole "negro" e "scimmia" nei confronti del portiere Mike Maignan, nel corso di Udinese-Milan.

Si tratta di due uomini e una donna di 45, 32 e 34 anni della provincia di Udine e di un uomo di 42 di Udine, tutti deferiti in stato di libertà alla Procura che sta coordinando le attività di indagine. Il retroscena, rilanciato dal Corriere della Sera, è che uno di loro è nero. Come il primo tifoso, individuato già lunedì e incastrato da un video postato sui social, il questore D’Agostino ha emesso nei loro confronti un Daspo di cinque anni, cioè la misura massima prevista trattandosi di soggetti non recidivi.

Ma non se la caveranno così: l’Udinese ha annunciato che li bandirà a vita dallo stadio. Decisive anche in questo caso sono risultate le riprese di videosorveglianza interna messe a disposizione dalla società. Ora le indagini proseguono, ma gli investigatori sono convinti di aver individuato quasi tutti gli autori delle offese razziste che sabato hanno portato Maignan a lasciare il campo per cinque lunghissimi minuti.

"Come accaduto fin dal primo momento, il club ha proseguito e prosegue il proprio lavoro al fianco della Questura confermando assoluta fermezza a riprova dell’impegno concreto contro ogni discriminazione" ha scritto in un comunicato il club della famiglia Pozzo. La società friulana presenterà ricorso contro la sanzione di una partita a porte chiuse inflittale dal Giudice sportivo, quella di sabato 3 febbraio col Monza.

Dopo una lunga riflessione e un'attenta lettura degli atti, ha spiegato il dg Franco Collavino, "abbiamo maturato la consapevolezza di dover procedere in tal senso per salvaguardare la reputazione del nostro club, storicamente multietnico, e l'impegno dimostrato nel perseguire i colpevoli e contro le discriminazioni". Il club friulano, vuole anche tutelare la sua "gente, tradizionalmente corretta, ingiustamente pregiudicata da un provvedimento che colpisce l'intera tifoseria a fronte di inqualificabili comportamenti di pochi".

Sponda Milan invece, dopo il post-denuncia di domenica, il portiere francese è rimasto in silenzio. Anche per cercare di recuperare la serenità. La rabbia ora è passata, mentre intatta è la sua convinzione di aver fatto la cosa giusta al momento giusto. Fondamentale è stata la vicinanza dei compagni, dell’allenatore Stefano Pioli e di tutta la dirigenza rossonera.

Di sicuro Maignan avrà apprezzato la netta presa di posizione del calcio e della politica, ma anche la pronta reazione delle

forze dell’ordine."Se non farete nulla, sarete complici anche voi" aveva scritto sui social il portiere, chiamando in causa direttamente le istituzioni e l'Udinese. La risposta è stata immediata ed efficace.

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