Prima la disfatta in Supercoppa poi il pareggio casalingo contro il Bologna, il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per l'Inter di Simone Inzaghi. I nerazzurri frenano nel recupero della 19ª giornata, perdendo così il primato virtuale. In attesa del recupero contro la Fiorentina, adesso i punti di distanza dal Napoli capolista sono tre. Servirà vincere al Franchi, cosa non affatto scontata, per agganciare la truppa di Conte. Insomma la lotta scudetto si preannuncia apertissima. E probabilmente sarà così fino alla fine.
Ma cosa sta succedendo a Lautaro e compagni? E questa flessione deve preoccupare i tifosi nerazzurri? Ovviamente dopo sei vittorie consecutive un pareggio ci può stare. Ma va anche detto che nelle ultime partite si è vista una squadra stanca, poco brillante, calata negli ultimi minuti in maniera evidente. Un refrain visto in Supercoppa, quando la maggiore energia del Milan è uscita fuori con tutta la sua vigorìa, ripetuto a Venezia con il palo di Busio a salvare Sommer e anche nel match di ieri a San Siro contro il Bologna, che ha portato via un punto senza soffrire neanche troppo.
Lo stato di forma di alcuni elementi non sembra ottimale ma a discolpa della squadra di Inzaghi ci sono di sicuro i ripetuti infortuni, che nel corso di queste settimane stanno capitando a ripetizione. C'entrano di sicuro i tanti impegni, con la nuova Champions, che prevede più partite e più stress psicofisico. Un discorso che però vale per tutti e tutti i top club in effetti, se si esclude l'unica eccezione Liverpool, hanno perso punti per strada in Europa o in campionato. Basti pensare alla difesa dove i lunghi stop di Pavard e Acerbi, hanno costretto il tecnico piacentino a spremere i titolari.
O anche il centrocampo, che chiaramente non può supplire alle assenze contemporanee di Calhanoglu e Mkhitaryan. Nelle ultime settimane la differenza di rendimento tra titolarissimi e chi subentra è sembrata piuttosto evidente. A dispetto di chi dice che Inzaghi ha a disposizione più di due squadra (il riferimento ad Antonio Conte non è casuale). Di fatto reparto per non è proprio così. Da quello difensivo, che avrebbe avuto bisogno di un altro rincalzo più pronto rispetto al giovane Palacios.
I problemi maggiori vengono dal centrocampo: Asllani sembra ancora troppo acerbo e Frattesi, intenzionato a cambiare aria, non è più un fattore decisivo come l'anno scorso. Discorso diverso vale invece per l'attacco, che ha trovato in Thuram il goleador e il trascinatore della squadra. Del periodo no di Lautaro Martinez si è discusso tanto. Dall'impegno che non è mai mancato ai gol clamorosi "mangiati", contro il Bologna si è rivisto il vero Toro ed è questa la migliore notizia per Inzaghi e i tifosi. Dietro la ThuLa c'è poco altro. L'impatto di Taremi per ora è deludente soprattutto in termini realizzativi, le due occasioni mancate contro l'undici di Italiano sono emblematiche. Da Correa e Arnautovic, difficile invece aspettarsi troppo. Già inserirli stabilmente nelle rotazioni sarebbe tanto.
Insomma mentre le rivali sono a caccia di rinforzi sul mercato di gennaio, l'Inter dovrebbe terminare la stagione senza cambiamenti in rosa. L'imperativo per Inzaghi sarà dunque quello di recuperare tutti gli effettivi in visti del prossimo tour de force che attende i nerazzurri. Sarà necessario gestire le forze e sfruttare tutti gli elementi a disposizione. Perché se la caccia alla Champions, con le grandi big in crisi come Real Madrid, Manchester City e Psg, sembra più a portata di mano rispetto agli altri anni.
Discorso diverso riguarda il campionato. Il Napoli e l'Atalanta sono le avversarie quest'anno. E se la tenuta dei bergamaschi resta pur sempre un interrogativo. Con Conte in panchina e un solo impegno a settimana fino a maggio, i partenopei sono i rivali più temibili.
Insomma due grandi obbiettivi, scudetto e/o Champions, a meno che non ci si trovi a dover scegliere uno dei due come accaduto l'anno scorso. Da questo crocevia passerà l'annata dei nerazzurri, che potrebbero vivere una stagione trionfale o perdere tutto. All or nothing come dicono gli inglesi.
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