Rivoluzione a Milano, sponda rossonera. E stesso menù anche a Torino, in casa Juventus. Il Diavolo e la Signora si sono appena rifatte il look. Ne avevano bisogno? Probabilmente sì, il che suona come una presa di coscienza del fallimento della precedente sessione estiva. A Torino si è così portata a termine l'opera di de-allegrizzazione della squadra: via Danilo (capitano in estate) addirittura quando la rosa era quasi a secco di difensori, ma via anche Fagioli che con l'allenatore non si è mai davvero preso. E dentro un paio di inglesi, un portoghese e un francese (Kolo Muani) che potrebbe regalare qualche soddisfazione pur trattandosi di un prestito libero e quindi del tutto da ricontrattare strada facendo: per una società abituata a programmare anche le virgole, non il massimo.
Quanto al Diavolo, la ristrutturazione è stata persino più profonda per andare incontro ai desideri di un allenatore appena cambiato: anche qui, addio al capitano (Calabria) e addio a Morata, le cui caratteristiche evidentemente non si conoscevano (superficialità e/o incompetenza?).
Dentro, tra gli altri, un centravanti vero (Gimenez), un talento offensivo da recuperare (Joao Felix) e in difesa una testa matta (Walker) sul cui talento non è però lecito avere dubbi. Sognare non costa nulla: cambiare però così tanto a gennaio non è certo sinonimo di grande salute.
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