Mancini e Bin Salman col pallone insanguinato. Murale choc a San Siro

Provocazione dello street artist aleXsandro Palombo vicino allo stadio Mezza. Non solo Mancini ma anche Ronaldo, Neymar e Benzema sono stati raffigurati in una serie di murales

account Instagram @ aleXsandro Palombo
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L'approdo di Roberto Mancini sulla panchina dell'Arabia Saudita continua a far discutere. In campo l'ex ct della Nazionale ha ancora tanto da lavorare, come dimostrano le due sconfitte contro Costa Rica e Corea del Sud.

Ora però il tecnico jesino deve incassare un'altra durissima critica, rappresentata nei murales dello street artist aleXsandro Palombo apparsi oggi sullo stadio di San Siro, dove questa sera si giocherà la partita di Champions League Milan-Newcastle, con il club inglese di proprietà del principe saudita.

L'ultima opera di aleXsandro Palombo

Mancini insieme a Mohammed bin Salman e a tanti campioni - da Ronaldo, a Neymar fino a Benzema - con in mano un pallone insanguinato: questo il soggetto scelto dallo street artist aleXsandro Palombo. L'opera, dal titolo 'Welcome to Saudi Arabia' - spiega una nota diffusa dall'artista - punta a "ribaltare a narrazione con cui il regime di Bin Salman cerca di ripulirsi l'immagine nel mondo attraverso gli ingaggi miliardari delle star del calcio".

Oggetto della questione sono i diritti umani, difesi da calciatori con manifestazioni simboliche e che ora non possono essere dimenticati:"Abbiamo visto giocatori di football inginocchiarsi contro il razzismo, dipingersi il volto di rosso per combattere la violenza contro le donne, indossare fasce arcobaleno a sostegno della comunità LGBTQ e condannare la guerra. Ora vediamo calciatori e allenatori diventare orgogliosamente testimonial dell’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman, un Paese tra i più oscurantisti, misogini e feroci di sempre, dove i diritti umani, la libertà di espressione, la libertà delle donne e quella delle comunità LGBTQ non esistono e ogni segno di appartenenza a una religione diversa dall'Islam è punito".

L'invito è a non essere complici di questa situazione: "Non possiamo voltare le spalle al vero volto del regno di Mohammed bin Salman perché questo non è un gioco ma un progetto politico con cui l'Arabia Saudita usa il calcio come mezzo di distrazione di massa per insinuarsi nelle nostre vite e addormentare le nostre menti e coscienze. Non siate complici di questo processo di colonizzazione della libertà perché la libertà non esiste in Arabia Saudita".

Un'invettiva che diventa un duro attacco non solo allo sportwashing: "Investire nel calcio con i petrodollari è diventata la strategia con cui il regno di Mohammed bin Salman cerca di ripulire la propria immagine e nascondere i propri crimini attraverso l'acquisizione di importanti club calcistici e l'organizzazione di eventi sportivi internazionali".

Ma anche a quei protagonisti che hanno accettato la corte dell'Arabia Saudita: "Assumere stelle del calcio a prezzi stellari come Ronaldo, Benzema, Neymar o nominare Mancini allenatore della nazionale saudita significa comprare la loro reputazione e la considerazione del loro

pubblico per distogliere l'attenzione dal problema e riposizionare la loro immagine nel mondo. Tutto ciò tradisce i valori che rappresenta lo sport, mezzo educativo e sociale per la tutela e la promozione dei diritti".

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