L’Italia è fuori dai Mondiali: il ko col Sudafrica spegne i sogni azzurri

Le lacrime delle Azzurre al triplice fischio certificano il più amaro dei verdetti: l’Italia è eliminata dai Mondiali d'Australia e Nuova Zelanda in un match doloroso, e il Sudafrica riscrive la propria storia e vola agli ottavi

L’Italia è fuori dai Mondiali: il ko col Sudafrica spegne i sogni azzurri

L’Italia al tutto per tutto arriva all’appuntamento col proprio destino: solo 90 minuti separano le Azzurre di Milena Bertolini dal verdetto dei gironi. Novanta minuti che significano approdare nel gotha delle migliori 16 del mondo, ancora una volta nella cornice di quello Sky Stadium della batosta contro la Svezia – il gruppo G è tutto qui, perché allo Waikato Stadium di Hamilton il team gialloblù (già qualificato) dei più recenti incubi azzurri affronta, in parallelo e con forte turnover, l’Argentina.

Tifosi
Le tifoserie in ingresso al Wellington Regional Stadium (via Fifa)

In caso di vittoria, obiettivo di sicurezza per le Azzurre, i tre punti condurrebbero la nazionale ad affrontare – a questo punto è un verdetto – l’Olanda, a Sydney, il 6 di agosto. Una sconfitta invece significherebbe volo anticipato per il rientro a Roma, mentre un pareggio potrebbe rivelarsi altrettanto inutile nell’improbabile ipotesi che l’Argentina possa battere la Svezia: sarebbe, in quel caso, la differenza reti il dato a far da ago della bilancia per il passaggio agli ottavi di finale.

Nel primo incontro ad una Coppa del Mondo tra Italia e Sudafrica, l’Italia dovrà rispondere sul campo ad un imperativo categorico: tre punti per la certezza. Per farlo, mentre le Banyana Banyana di Desiree Ellis si presentano senza due pedine non da poco, capitan Jane e Kholosa Biyana, l’undici scelto dalla ct Bertolini è ancor più giovane di quello che aveva, da titolare, incrociato la Svezia a Wellington: 25 anni e 117 giorni (contro i 129 dello scorso match) è la media d'età delle giocatrici in azzurro a partire dal fischio d’inizio.

Come cambia il vento

Alla mercé d’un vento inclemente al Wellington Regional Stadium, l’Italia cerca di tenere da subito il pallino del gioco e mettersi nelle condizioni di indirizzare, sin dai primi minuti, la partita. Il Sudafrica non è squadra da sottovalutare: l’ha dimostrato nelle ultime annate, estremamente proficue, di direzione Ellis – monumento per la storia del calcio femminile sudafricano – ma anche in questo Mondiale, perché ha tenuto in scacco la Svezia fino al 90’ ed ha ferito l’Argentina ben due volte in un solo tempo. Così, il comparto avanzato alle spalle di Giacinti, con Bonansea ad aprire le linee nei tentativi d’incursione, Dragoni e Beccari giovanissime direttrici nelle orchestrazioni bertoliniane, dà immediatamente grattacapi alle avversarie che, per quanto dimostrato fin qui nella competizione, hanno dalla loro un’esplosiva fisicità ma anche importanti limiti soprattutto difensivi, nonostante Mbane chiuda bene e spesso, assieme a Ramalepe. Infatti, quel che accade è che, al 10’, Beccari è messa giù in area da un intervento scomposto di Dhlamini: la direttrice di gara cilena, María Carvajal, è ineccepibile e senza esitazione indica il dischetto. All’appuntamento col destino si presenta Arianna Caruso: spiazzata Swart, palla al centro.

Caruso
Il sorriso di Arianna Caruso, che risolleva le speranze azzurre (via Figc)

Dopo 9’, è il palo a salvare le Azzurre, perché un destro al volo quasi inaspettato e ben coordinato di Moodaly fa tremare la porta di Francesca Durante. Pare tutto in equilibrio, e proprio nel calo d’attenzione del presunto controllo arriva la doccia fredda: è il 32’, quando una palla riconquistata dalle retrovie in azzurro innesca uno scambio di fronte all’area di Durante; Linari appoggia ad Orsi che, pressata, senza guardare, decide di fare un retropassaggio di leggerezza nello specchio della propria porta, spiazzando l’estremo difensore classe ‘97 di casa Inter. L’Italia reagisce ed è ancora Beccari a farsi protagonista, con un colpo di testa da corner che si schianta sul palo e rientra in mischia senza però concludersi in tap-in. Mentre la pioggia aumenta d’intensità, Kgatlana e Motlhalo cercano d’ingranare il turbo e l’Italia si ritrova a faticare nella costruzione. Il primo parziale finisce, dopo 7 esorbitanti minuti di recupero già indicati da Carvajal Peña, con qualche grattacapo e non senza preoccupazioni per le Azzurre.

Giudizi universali

Alla ripresa, l’intensità cresce progressivamente: mentre uno spunto di Kgatlana non impensierisce più di tanto la porta italiana, al 51’ una bella combinazione corale trova Giacinti che, coi tempi giusti, prova a superare con lo scavino Swart che però mura. La tranquillità pare non essere con le Azzurre e alcuni errori di lucidità potrebbero ferire il team di Bertolini (come l’uscita a vuoto di Durante al 65’), che retrocede palla al piede concedendo metri importanti al Sudafrica: al 55’, un primo squillo spaventa Durante ma Linari a due passi da lei riesce a spazzare. In una sorta di ping pong di cambi di fronte, l’Italia potrebbe ancora far male, con un corner che buca l’area avversaria, ma Seoposenwe salva sulla linea e toglie a Giacinti il tap-in.

Girelli
Il destino che non t'aspetti sembra ripetersi quando Girelli entra ed è complice del gol della rimonta (via Fifa)

Il destino è beffardo, perché, proprio quando arriva da Hamilton la notizia del vantaggio svedese, che rallegra per un attimo gli animi dei tifosi italiani, al 67’ a Wellington succede l’inimmaginabile: Kgatlana vede il buon movimento di Hildah Magaia a rubare il tempo ad Orsi, e l’attaccante classe ‘94 si rivela letale. L’Italia, con questo risultato, sarebbe fuori dal Mondiale, ma il Sudafrica vola sulle ali dell’entusiasmo adesso: ancora Kgatlana si ritrova di fronte a Durante, che si allunga togliendo la palla da quello che era già parso il punto fermo gialloverde sul match. Invece, quando la confusione sembra prevalere, un altro corner riporta il sorriso sui volti azzurri: è il 74’, una palla stretta arriva sulla testa della subentrata Girelli che la sfiora ed indirizza sul secondo palo, ma è ancora Caruso a segnare il proprio nome sul tabellino perché è della centrocampista juventina la deviazione vincente. I minuti d'attesa per il check del Var, per un presunto fuorigioco sul tocco quasi fortuito di Caruso, paiono lunghissimi ed è il cuore palpitante del tifo italiano ad esplodere quando la direttrice di gara indica il centro del campo e conferma il gol. Le forze fresche aiutano la rimonta azzurra e Cantore, entrata al posto di Beccari, fa tutto bene: riceve palla, attira su di sé la difesa sudafricana e trova un filtrante a chiamata per Girelli, che però spara centrale e fallisce un rigore in movimento. Carvajal Peña decreta, allora, 11’ di recupero (che poi diventeranno quasi 16') e lì, al primo, il giudizio universale: Seoposenwe dà avvio sul filo del fuorigioco ad un’azione devastante, perché Magaia salta Bartoli e serve Kgatlana che deve solo appoggiare. L’arrembaggio delle italiane, nel finale, non è comunque sufficiente né pare avere il mordente necessario a penetrare le fila avversarie: al triplice fischio, le lacrime certificano il verdetto peggiore, la sconfitta che sancisce l'eliminazione dell'Italia dai Mondiali d'Australia e Nuova Zelanda.

Kgatlana
Thembi Kgatlana è l'eroina del passaggio di turno del Sudafrica (via Fifa)

Dietro lo specchio

Al termine della partita, allungatasi ben oltre il recupero imposto sul tempo regolamentare, a prolungare la sofferenza collettiva, la ct Milena Bertolini commenta così ai microfoni Rai: "Dispiace molto perché abbiamo lavorato duramente in questo periodo per passare il girone, ma non ce l'abbiamo fatta. Non credo che a questo gruppo mancasse l'intesa: probabilmente è nata un po' di paura, i cinque gol subiti con la Svezia ci hanno tolto delle certezze, come l'autogol di Orsi oggi ci ha fatto paura”, e sancisce “l'avversario principale di oggi non era il Sudafrica, ma noi stesse”. “Sono molto convinta delle scelte che ho fatto perché penso che queste siano le giocatrici migliori: in questa Nazionale ci sarà un buon futuro, questo Mondiale è servito per far crescere delle calciatrici che saranno utili al calcio femminile”, continua ancora, sostenendo le sue idee. In un’annata che non l’ha certo risparmiata da critiche, la coach di Correggio affronta brevemente anche il tema del suo contratto in scadenza: "Il mio futuro non ha importanza. Mi auguro che il movimento cresca sempre di più. Spero di aver lasciato un'eredità con una squadra giovane che ha fatto un'esperienza importante come questa".

Il tabellino del match

Gruppo G

SUDAFRICA 3 – 2 ITALIA

SUDAFRICA (4-4-2): Swart, Gamede, Matlou, Mbane, Ramalepe (90’+5’ Makhubela), Dhlamini (90’+15’ Holweni), Motlhalo, Moodaly (46’ Kgoale), Magaia (90’+5’ Shongwe), Kgatlana, Seoposenwe. A disp.: Dlamini, Moletsane, Magama, Cesane, Salgado, Jane, Kgadiete. All. Desiree Ellis

ITALIA (4-2-3-1): Durante, Orsi (90+9’ Glionna), Di Guglielmo (64’ Bartoli), Linari, Boattin, Giugliano, Bonansea (64’ Girelli), Beccari (84’ Cantore), Dragoni, Caruso (84’ Greggi), Giacinti. A disp.: Giuliani, Baldi, Severini, Serturini, Lenzini, Cernoia, Salvai. All. Milena Bertolini

Marcatori: 11’ rig. Caruso (I), 32’ aut. Orsi (I), 67’ Magaia (S), 74’ Caruso (I), 90’+2’ Kgatlana (S)

Arbitro: María Belén Carvajal Peña (Cile)

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