Italia all’esordio ai Mondiali: all’Eden Park di Auckland, di fronte ai quasi 31 000 spettatori presenti, l’Argentina è il primo scoglio da superare, nella piccola grande rivoluzione in termini di rosa in atto sin dalle pre-convocazioni di Bertolini delle scorse settimane.
Così, alla quarta presenza ufficiale del torneo, per la prima volta in due edizioni consecutive dopo il sorprendente Mondiale di Francia 2019 (coi quarti di finali raggiunti contro ogni pronostico), le Azzurre si presentano in campo in assetto inedito e rinnovato: due le giovanissime partite titolari, la classe 2004 Chiara Beccari – stagione prodigiosa a Como, in prestito dalla Juve – e la 2006 Giulia Dragoni, il gioiello milanese acquisito dal Barça; la fascia da capitana, adesso, la veste Barbara Bonansea, che al posto dell’11 ha scelto l’8 per portare con sé la compagna Martina Rosucci. Girelli non c’è dal fischio d’inizio, e forse lo sapeva, quando aveva detto che “se gliel’avesse chiesto la coach, sarebbe entrata pure in porta”. Per fortuna, non ce n’è stato bisogno; per fortuna, Cristiana Girelli, la porta la vede da fuori (e molto bene). È il minuto 87’, l’Italia è in affanno e la lombarda classe ‘90, subentrata a Dragoni poco prima, tocca il suo secondo pallone: sul suggerimento di Boattin, l’anticipo di testa è perfetto e significa vittoria. La prima per l’Italia in questi Mondiali, alla presenza numero 104 (e 54 gol) per la dieci di casa Juve, con un nuovo record: Girelli è la prima italiana ad andare a segno in due diverse edizioni del Mondiale Femminile. La storia è già scritta.
Passion.
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Un sombrero per il futuro
L’Argentina ha un brutto rapporto con le europee, perché nelle cinque gare disputate ha collezionato quattro sconfitte ed un pareggio con una media pesantissima di gol subiti, 5.4 a partita. È buono l’incipit delle Azzurre di Bertolini, che partono con aggressività e baricentro alto: un paio di palloni tagliati nell’area di Vanina Correa – capitana classe ‘83 – da parte di Boattin, che imposta alla ricerca di Giacinti, sono ben letti dal comparto difensivo dell’Albiceleste, che appare un po’ in confusione in qualche occasione ma mediamente pronto all’occorrenza. Banini, cervello qualitativo del team di Germán Portanova, è il vero perno, punto di riferimento quasi unico, della squadra che non riesce però a costruire con compostezza. A spingere bene è Caruso: la prima azzurra ammonita è la stessa che s’invola, alla metà del primo parziale di gioco, in area e riesce a liberare un tiro sul secondo palo che s’insacca – tutto fermo, però, e il check al Var conferma la decisione della direttrice di gara, l’honduregna Melissa Borjas, d’annullare il gol per fuogioco. La fiducia monta nelle Azzurre, ma l’area di rigore avversaria va riempita ed è lì che si concentra la fatica maggiore. Giacinti, che troverà un gol decisamente in fuorigioco al 40’, ma anche Bonansea e Beccari si vedono poco, nonostante le due debuttanti Under 20, specialmente in termini di costruzione, dimostrino un’ottima visione di gioco e gran personalità: esempio plastico – più di colore che d’efficacia – di personalità indubbia è il sombrero di Dragoni, ma anche l’invenzione di Beccari per Caruso nell’apertura d’un corridoio potenzialmente prezioso. Del primo tempo rimane questo: due gol (giustamente) annullati e un sombrero per il futuro.
Don’t cry for me Argentina
La ripresa inizia col brivido per l’Italia: tre minuti d’orologio e Stábile, difensore del Santos classe ‘93, batte una punizione che è quasi un corner ma arriva direttamente addosso a Durante, che deve riposizionarsi in una manciata di secondi e metterci la manona a spazzare. L’Albiceleste sale, ma non troppo (per fortuna, perché le Azzurre rischiano qualcosina mancando in precisione e, talvolta, comprensione tattica). Il secondo tempo scorre, con più concitazione ma meno precisione, e pare assolutamente bloccato, come raccontano i numeri: 53% a 47% il possesso palla, 12 a 5 i tiri ma soltano 4 a 1 quelli in porta. Al 68’ Giugliano, forse un po’ sottotono nel lavoro sulla mediana, ha una buona occasione, con la punizione conquistata al limite dell’area di Correa: la palla non s’abbassa. Poco meno di dieci minuti dopo, ancora da calcio piazzato la centrocampista di casa Roma offre un pallone spizzato da Bonansea e prolungato per Beccari, che però non arriva in tempo. Nel frattempo, Borjas fischia tanto, fin troppo: 36 i falli fischiati in totale per 6 ammonizioni. Una modalità che sì rallenta un gioco già non particolarmente vivace e, d’altro canto, considerando la policy mondiale sui tempi di recupero, forse proprio in ammenda ai continui (ma brevissimi) stop arbitrali, regala contro le previsioni meno di dieci minuti extra di gioco. Una volta entrati negli ultimi 10’ di gioco, la situazione si fa tesa e i nervi cominciano a saltare. Sarà per questo che, al minuto 83’, Bertolini sceglie di tirar fuori l’asso: Cristiana Girelli subentra a Giulia Dragoni, applaudita da tutte le compagne. Una scelta che, visti i cambi precedenti e gli ingressi di Cantore e Greggi , fa quasi storcere il naso, eppure non potrebbe rivelarsi più efficace: passano 4’ e Girelli tocca il suo secondo pallone. Minuto 87’, sul suggerimento di Boattin, l’anticipo di testa è perfetto e significa vittoria. La prima per l’Italia in questi Mondiali, alla presenza numero 104 (e 54 gol) per la dieci di casa Juve, che, in lacrime, stabilisce un nuovo record: Girelli è la prima italiana ad andare a segno in due diverse edizioni del Mondiale Femminile. La miglior marcatrice della contemporaneità nazionale, quando il gol a fine match richiama con forza quello della collega di club, Barbara Bonansea, contro l’Australia in Francia 2019, che aprì un nuovo corso per il movimento al femminile in Italia. I 7’ di recupero ufficializzati paiono, allora, interminabili: Bonsegundo riesce addirittura, al 91’, a collezionare l’occasione a rete migliore di tutta la gara delle sue, con una punizione dal limite di forza che Durante è costretta a respingere di pugno. Ma non c’è più partita: l’Eden Park, al triplice fischio, è tutto azzurro.
Non dire una parola che non sia d’amore
“Siamo molto felici, perché sapevamo l’importanza di partire bene. Certo, sapevamo sarebbe stata una partita molto difficile, ma abbiamo meritato questo risultato”, le parole in post-partita della ct Milena Bertolini, che commenta così l’esordio delle giovanissime “Sono state brave: nonostante l’impatto emotivo, che ci sta, dell’inizio, hanno fatto entrambe bene. Se sono qua, è perché hanno qualità e se lo sono meritato”.
Poi, conclude: “Adesso, ci godiamo la vittoria e poi ci rimettiamo a lavorare, come abbiamo fatto fino ad ora, per prepararci al meglio alla prossima sfida”.
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“Gioia immensa!”, il sorriso di Cristiana Girelli “Lo vorrei dedicare a tutte noi: i festeggiamenti dimostrano quanto teniamo a questa competizione e, adesso posso dirlo, quanto fosse importante per noi vincere oggi”. “Abbiamo subito tante critiche ingiuste, e questa vittoria ci dà morale: da domani, piedi per terra e cominciamo a pensare alla Svezia”. Il cuore non si nasconde mai: “Vorrei regalare una dedica alla mia famiglia e a mia mamma, che so quanto mi siano vicini e che mi stanno guardando sicuramente adesso; e poi, una dedica anche a Martina Rosucci”.
I tabellini della quinta giornata
Gruppo G
ITALIA 1 – 0 ARGENTINA
ITALIA (4-2-3-1): Durante, Di Guglielmo, Linari, Boattin, Salvai, Giugliano, Bonansea, Beccari, Dragoni (83’ Girelli), Caruso (58’ Greggi), Giacinti (74’ Cantore). A disp.: Giuliani, Baldi, Severini, Orsi, Glionna, Bartoli, Serturini, Lenzini, Cernoia. All. Milena Bertolini
ARGENTINA (4-5-1): Correa, Braun, Mayorga, Cometti, Stábile, Bonsegundo, Falfán (91’ Ippolito), Benitez, Núñez (76’ Rodríguez), Banini, Larroquette (91’ Gramaglia). A disp.: Esponda, Chavez, Sachs, Cruz, Santana, Gomez Ares, Chavez, Singarella, Lonigro. All. Germán Portanova
Marcatori: 87’ Girelli (I)
Ammoniti: 10’ Larroquette (A), 25’ Caruso (I), 68’ Mayorga (A),76’ Bonsegundo (A), 85’ Bonansea (I), 96’ Stábile (A)
Arbitro: Melissa Borjas (Honduras)
Gruppo H
GERMANIA 6 – 0 MAROCCO
GERMANIA (4-2-3-1): Frohms, Hendrich, Huth, Rauch (89’ Hagel), Doorsoun, Daebritz, Leupolz (65’ Lattwein), Bühl (64’ Anyomi), Magull (65’ Schüller), Brand, Popp (83’ Freigang). A disp.: Berger, Johannes, Kleinherne, Hegering, Oberdorf, Lohmann, Nüsken. All. Martina Voss-Tecklenburg
MAROCCO (4-4-2): Er-Rmichi, Redouani, Kassi, Aït El Haj, Mrabet (82’ El Chad), Nakkach (82’ Badri), Chebbak, Tagnaout, Ouzraoui Diki (90’+5’ Bouftini), Lahmari (67’ Amani), Ayane (90’+4’ Jraïdi). A disp.: Zouhair, Arouaissa, Benzina, Jraïdi, Seghir, Mazrouai, Gharbi, Chapelle. All. Reynald Pedros
Marcatrici: 11’ Popp (G), 39’ Popp (G), 46’ Bühl (G), 54’ aut. Aït El Haj (M), 79’ aut. Mrabet (M), 90’ Schüller (G)
Ammonita: 75’ Anyomi (G)
Arbitro: Tori Penso (Usa)
Gruppo F
BRASILE 4 – 0 PANAMA
BRASILE (4-4-2): Leticia, Antônia (59’ Bruninha), Lauren, Rafaelle, Tamires, Ary Borges (75’ Marta), Kerolin, Luana (75’ Duda Sampaio), Adriana, Beatriz (59’ Gabi Nunes), Debinha (59’ Geyse). A disp.: Bárbara, Camila, Kathellen, Andressa, Ana Vitória, Mônica, Angelina. All. Pia Mariane Sundhage
PANAMA (5-4-1): Bailey, Jaén (46’ Natis), Castillo, Pinzon, Vargas (83’ Montenegro), Baltrip-Reyes, Gonzalez, Cox (78’ Cedeño), Mills (54’ Cedeño), Quintero (65’ Salazar), Riley (53’ Tanner). A disp.: Fábrega, Córdoba, Espinosa, Batista, Hernández, De Obaldia. All. Ignacio Quintana
Marcatrici: 19’ Ary Borges (B), 39’ Ary Borges (B), 48’ Beatriz (B), 70’ Ary Borges (B)
Arbitro: Cheryl Foster (Galles)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.