La montagna dei silenzi, dei veleni e delle polemiche ha partorito il proverbiale topolino. Il derby della capitale, preceduto dal botta e risposta al vetriolo tra i due tecnici, si è giocato con grande intensità ma senza la qualità necessaria per portare a casa i tre punti. Il pareggio a reti bianche ha visto tanti cartellini, scintille e parole grosse in campo e qualche discreta occasione nel primo tempo. Nella ripresa, invece, le battaglie europee hanno presentato il conto, con le due squadre quasi stremate. Il derby finisce con un pari che non serve a nessuno e due settimane per discutere di questo o quell’episodio.
Il primo tempo vede un miglior approccio della Roma, che pressa alto e crea più di un problema alla retroguardia dei padroni di casa. Cristante trova anche il gol del vantaggio ma in posizione irregolare. La reazione della Lazio non si fa attendere ed i biancocelesti sfiorano il gol prima con un gran tiro di Luis Alberto che si stampa sul palo, poi con un bel colpo di testa di Romagnoli sul quale si supera Rui Patricio. Nel secondo tempo le tante energie spese in Europa si iniziano a fare sentire, con le due squadre che iniziano a fare qualche errore di troppo. Portieri comunque inoperosi e partita che si chiude a reti inviolate.
Le scelte dei tecnici
Maurizio Sarri ripropone il suo classico 4-3-3 recuperando due dei suoi fedelissimi, in dubbio alla vigilia. Scendono subito in campo, quindi, sia Luis Alberto che Marusic: niente da fare, invece, per l’azzurro Zaccagni, sostituito da Pedro. Se l’ex Barcellona avrà il compito di dare una mano al capitano Immobile, Patric vince il ballottaggio in difesa: sarà lui a costituire con Romagnoli la coppia di centrali.
Dopo il tracollo subito a Praga, Mourinho deve vincere e convincere una partita che a Roma vale molto più dei tre punti in palio. Dopo averlo impiegato col contagocce in Europa League, Paulo Dybala torna in avanti con Romelu Lukaku mentre meno modifiche del previsto al centrocampo. Paredes in cabina di regia, Bove e Cristante sulla mediana; se in porta torna il titolare Rui Patricio, confermata la fiducia a Llorente. Pronti a subentrare a partita in corso sia Azmoun che il Gallo Belotti.
Ritmo elevato, tante occasioni
Il derby della capitale è la partita che dalla stagione 1994/95 ha visto il maggior numero di cartellini rossi, ben 38 in 58 partite, tra cui quelli di Ibanez, Cristante e Marusic lo scorso marzo. Per i primi minuti parecchia tensione e qualche intervento ruvido ma a dominare è soprattutto l’equilibrio. Roma quadrata, Lazio incapace di attaccare la difesa schierata che prova ad approfittare di qualche disattenzione. La Roma, nonostante abbia riposato due giorni in meno, aggredisce alta, mettendo più volte in crisi la retroguardia della Lazio: peccato che, come succede al 6’ sull’errore di Provedel, non ci sia nessuno pronto a ribadire in porta il passaggio di Dybala. A parte qualche sportellata in area, come quella tra Llorente e Pedro, la Lazio non combina molto e la Roma si rende pericolosa più volte: prima è Karsdorp a battere al volo una ribattuta fuori misura di Patric, poi, su un altro tiro dell’olandese, Cristante è dimenticato dalla difesa e scarica in rete. La bandierina alta del guardialinee strozza in gola l’urlo ai tifosi romanisti.
Molta più Roma in campo, con i giallorossi che sfiorano il gol ancora con Karsdorp, continuando a tenere alta la difesa. L’undici di Sarri fatica assai a chiudere sui quinti, con i cross di Spinazzola che creano enormi grattacapi ai centrali. Dopo un quarto d’ora abbondante di marca giallorossa, ecco la reazione dei padroni di casa, che ora si presentano con una certa regolarità nell’area della Roma. Rui Patricio e N’Dicka fanno buona guardia ma le Aquile stanno mostrando davvero un buon calcio. Al 24’ il portiere lusitano deve ringraziare il palo, che lo salva su un incredibile cannonata al volo di Luis Alberto. La Roma arretra molto il baricentro, senza riuscire a colpire in contropiede ed è la Lazio a rendersi ancora pericolosa da calcio piazzato: lo spiovente trova la deviazione di testa di Romagnoli e stavolta Rui Patricio si supera, deviando il pallone sul palo. Dalla mezz’ora in avanti, gioco sempre più frammentato, scintille che volano, qualche pestone di troppo: bel gioco poco o niente ma l’intensità non manca di sicuro. Massa è costretto ad usare i cartellini per evitare il peggio ma questo non evita una mezza rissa al 37’, quando Pedro e un paio di romanisti per poco non vengono alle mani dopo il giallo a Immobile. Il finale del primo tempo vede due squadre stanche che puntano a rientrare nello spogliatoio con un punto, riuscendoci.
Alla fine vince la stanchezza
Al rientro dagli spogliatoi la partita rimane equilibrata, giocata con grande agonismo ma poca lucidità. Quando riesce ad uscire dalla pressione laziale, i pericoli maggiori arrivano da Spinazzola ma la difesa biancoceleste fa buona guardia, anche se talvolta con interventi ruvidi. Il giro palla avvolgente dei giallorossi funziona bene fino al limite dell’area, dove manca sempre l’ultimo passaggio giusto per mettere gli avanti in posizione di minacciare la porta di Provedel. A provare a rompere gli equilibri ci prova Lukaku, usando il fisico per far salire la squadra ma sul rovesciamento di fronte Guendouzi alimenta la corsa di Immobile, che si trova a tu per tu con Rui Patricio. Ci vuole un intervento provvidenziale di Mancini per evitare che il capitano laziale tiri da distanza ravvicinata. La Roma ora pressa bene ma si apre al contropiede dell’undici di Sarri che, come già nel primo tempo, sta trovando le giuste contromisure. I giallorossi sono sfortunati quando il passaggio di ritorno di Bove sull’uno-due richiesto da Dybala non è preciso ma di vere e proprie palle gol se ne vedono davvero poche.
Sarri prova a rimescolare le carte: al 64’ fuori Cataldi e Pedro, spazio ad Isaksen e Vecino, nella speranza che riescano a dare quel che manca nella battaglia a centrocampo. Cinque minuti dopo le tante energie spese in Europa si fanno sentire: se Spinazzola controlla male un ottimo spiovente in area, Patric è bloccato dai crampi. La stanchezza in campo è tanta ed iniziano a vedersi i primi errori: Dybala e Bove si divorano un’ottima palla in piena area, ma gli scricchiolii nella retroguardia laziale sono evidenti. Al 75’ Sarri è costretto a togliere dal campo il nuovo entrato Vecino per un problema muscolare: spazio quindi al giovane Rovella per un ultimo quarto d’ora che si preannuncia molto nervoso. Ancora una volta è un controllo impreciso in difesa a fornire un ottimo pallone a Bove, che non riesce ad approfittarne prima di accasciarsi bloccato dai crampi. Ad otto minuti dal triplice fischio, ultimi cambi dei tecnici: Sarri getta nella mischia Hysaj e Kamada mentre Mourinho mette Azmoun per Dybala, con Renato Sanchez che prende il posto di un sofferente Bove.
Il tabellino
LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Marusic (81’ Hysaj); Guendouzi, Cataldi (64’ Vecino, 75’ Rovella), Luis Alberto; Felipe Anderson (81’ Kamada), Immobile, Pedro (64’ Isaksen). Allenatore: Maurizio Sarri
ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Llorente, N’Dicka; Karsdorp (85’ Celik), Cristante, Paredes, Bove (82’ Renato Sanchez), Spinazzola (89’ Kristensen); Dybala (82’ Azmoun), Lukaku. Allenatore: José Mourinho
Marcatori: n/a
Ammoniti: 17’ Mancini (R), 31’ N’Dicka (R), 36’ Lukaku (R), 37’ Immobile (L), 66’ Luis Alberto (L), 73’ Patric (L), 86’ Azmoun (R),
Espulsi: n/a
Arbitro: Davide Massa (Imperia)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.