Attaccante molto prolifico, ha militato in A e in B per diversi anni. Lorenzo Scarafoni, partito dall'Ascoli, squadra della sua città, ha giocato nel Bari, nella Triestina, nel Pisa, nel Cesena, nel Palermo, solo per citare i club più importanti. Come allenatore è stato vice di Carletto Mazzone, scomparso di recente. Nato il 4 dicembre 1965, ha iniziato a giocare a calcio nelle giovanili dell'Ascoli. Da lì il salto in prima squadra, dove ha esordito nei professionisti. Nel suo cv anche undici presenze in Nazionale Under 21. Come allenatore ha iniziato dalle giovanili della Fermana, per poi andare a Bologna e Livorno come vice. Ora si guadagna da vivere con un'attività che non ha nulla a che fare con il pallone.
Cosa sta facendo attualmente?
"Da sette anni ho uno stabilimento balneare insieme a mia moglie, nelle Marche, a Porto San Giorgio, provincia di Fermo. Faccio il cuoco, sto ai fornelli, lei sta in sala. Lavorando nel turismo siamo attivi principalmente nella stagione estiva, mentre di inverno faccio il nonno (sorride)".
Nella sua carriera calcistica quali piazze ricorda con più piacere?
"Mi sono trovato bene dappertutto. Pisa è una di quelle dove ho vissuto momenti intensi, li è nata mia figlia Cecilia. Era l'era di Romeo Anconetani, ma, ripeto, mi sono trovato bene da ogni parte, a Cesena, Pisa, Palermo, Bari. A Pisa mi sono trovato bene con Romeo, che per me è stato un faro, ma non solo per me, ma anche per tutta la città di Pisa ed i calciatori di quel momento, era un riferimento importante".
C'è qualche aneddoto che ci potrebbe raccontare di quel periodo?
"Il gol che segnai contro l'Ascoli, squadra della mia città, proprio al Del Duca, quando vestivo la maglia del Pisa. Mi 'rovinò' la reputazione ad Ascoli (ride, ndr). Quel giorno, non so per quale motivo, i tifosi bianconeri ce l'avevano con me. Devo dire che feci un'esultanza un po' plateale, e loro se la sono legata un po' al dito, ma fu la mia risposta ad un atteggiamento negativo nei miei confronti".
Presidenti e allenatori che ricorda in maniera particolare?
"Riguardo ai presidenti devo dire che ho avuto il meglio del meglio che c'era in quegli anni, a cominciare da Rozzi nella mia città, poi Matarrese a Bari, a Pisa Anconetani, a Cesena Lugaresi. Erano squadre di provincia che facevano campionati importanti. Come allenatori, invece, ho avuto Boskov, Mazzone, Castagner, Viviani a Pisa, insieme a Montefusco, Arcoleo a Palermo, Veneranda e Bolchi. Diciamo, però, che quello con cui ho avuto più feeling è stato Castagner, che poi venne a Pisa dopo Ascoli".
Ha svolto il ruolo di tecnico ed è stato vice del compianto Carletto Mazzone, cosa ricorda di lui e di quella esperienza?
"Come giocatore Mazzone mi fece esordire a 16 anni. Ha sempre cercato di prendermi in qualunque squadra andasse. Sono stato il suo vice in panchina ed è stata una bella esperienza, ma poi è finita lì. Ho fatto qualche esperienza come allenatore, ma non è andata come doveva andare ed ora faccio altro".
Ha avuto modo di seguire i campionati di serie A e B appena iniziati. Quali squadre vede favorite sia per la lotta scudetto e per andare in serie A?
"No, francamente mi sono un po' distaccato, anche se seguo qualche partita di Champions ogni tanto, oppure le squadre dove ho giocato le seguo un po' così, a livello di risultato. Nella lotta per la serie A vedo come candidate al titolo Inter e Milan, la Juventus è sempre lì. Io simpatizzo per la Roma sperando possa andare in alto..."
In B chi vede in corsa per la promozione?
"Francamente la seguo pochissimo. Mi auguro, comunque, che Ascoli e Pisa facciano bene".
Da ex attaccante, quali sono ,a suo avviso, i giocatori emergenti, nel suo ruolo, in A ed in B?
"In serie A citerei Scamacca, mentre in serie cadetta uno che mi ha impressionato è stato Arena del Pisa".
Un confronto fra il calcio di ora e quello dei suoi tempi. Trova la situazione migliorata o peggiorata?
"Io ho l'impressione che sia migliorata con l'introduzione dei tre punti, i giocatori sono più tutelati, gli arbitri fischiano anche l'ombra del difensore, una volta non era affatto così. Il lato negativo è che oggi c'è tanto folklore, business e poca sostanza, poca appartenenza anche da parte delle società, ma anche dei tifosi e dei giocatori, c'è un 'disamoramento' e tante divagazioni, le televisioni, le scommesse ecc.
- Foto tratte dal profilo Facebook di Lorenzo Scarafoni -
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