Luka Modric, il Benjamin Button croato

Più passano gli anni (ne ha trentasette) e più ringiovanisce, senza che le sue giocate ne risentano. Per la seconda volta di fila ha trascinato la sua Croazia al terzo posto ai Mondiali

Luka Modric, il Benjamin Button croato

Se un neofita si approcciasse per la prima volta al calcio gli si potrebbe descrivere Luka Modric paragonandolo al vino: più invecchia e più diventa buono. Trentasette anni, 154 presenze, 23 gol e 15 assist con addosso la maglia della Croazia; uomo chiave dentro e fuori dal campo, ancora al centro del progetto della sua nazionale. Un giocatore eterno.

Fresco dalla vittoria contro il Marocco che ha fatto guadagnare per la seconda volta nella storia il terzo posto alla Croazia nella Coppa del Mondo (la prima, nel Mondiale del ‘98), Modric ha dichiarato questo, appena finiti i festeggiamenti con i compagni: "Voglio continuare almeno fino alla Nations League e poi ci sarà più tempo per pensare agli Europei in Germania".

Come Benjamin Button (film del 2008 basato sul racconto di Francis Scott Fitzgerald), più passano gli anni e più ringiovanisce, senza che le sue giocate ne risentano. "Luka Magic", lo chiamano a Madrid, incantati dall’ordine che regna quando lui scende in campo, dai cambi di gioco con il suo esterno fatato, all’immancabile assist servito sempre con il giusto tempismo. E, anche con la Croazia, Modric si è confermato capitano fisico e morale della squadra, a partire dal recupero palla fino all’indicare la giocata ad un compagno, come un perfetto direttore d’orchestra. Ma, dopo tutto, non ci si poteva aspettare altro dall’uomo che ha interrotto la striscia di Palloni d’Oro durata dieci anni dei due alieni: Cristiano Ronaldo e Lionel Messi.

Luka Modric

Nel 2006, la prima volta in veste biancorossa ed oggi, dopo sedici anni e vari cambi di ruolo (prima trequartista, poi mezz’ala e oggi mediano, perché, si sa, i più forti "arretrano"), può vantare il record assoluto di presenze con la Nazionale croata. Ma uomo dei record anche in questo Mondiale, essendo infatti il primo trentasettenne a disputare sette partite da titolare consecutive in una singola edizione del torneo.

Confrontando le prestazioni di Modric con quelle del suo coetaneo Cristiano Ronaldo, in questo Mondiale, il croato avrebbe vinto su tutti i fronti, gli è mancato solo il gol. Ma sarebbe un confronto troppo azzardato, dal momento che Ronaldo si trova nel momento più buio della sua ineguagliabile carriera, sia sul piano sportivo che quello emotivo.

Con la conquista del terzo posto a Qatar 2022 la Croazia può ritenersi soddisfatta non solo della posizione in classifica ma anche di essersi spinta così avanti senza una vera e propria prima punta.

La lacuna di questa squadra infatti è stata la mancanza di un vero e proprio numero nove, un punto di riferimento nella difesa avversaria a cui appoggiarsi, un attaccante, soprattutto, dotato del cinismo che a questa Nazionale è mancato sotto porta. Con una punta vera e propria la Croazia sarebbe arrivata più avanti nel torneo? Il dubbio rimarrà, ma la storia è già stata scritta.

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