La Madonnina vede doppio: Inter-Milan derby Champions

Barella, Lautaro e Correa, una serata magica. Nerazzurri dopo 13 anni di nuovo in semifinale. Stavolta contro i cugini. Squadra "pazza" solo in Serie A: Benfica out, ma il 3-3...

La Madonnina vede doppio: Inter-Milan derby Champions

Milano - Che derby sia, quindi. Se lo merita tutto anche l`Inter, che spreca nel finale una vittoria già netta e sicura, facendosi rimontare 2 gol dal Benfica, che macchiano solo la statistica, non certo la sostanza. Molli e distratti, specchiati nel risultato troppo tondo: càpita, anche se non dovrebbe, anche se sarebbe meglio che no. L`impresa era e resta quella di Lisbona. Non è un caso, ma un valore. Qui Inzaghi parte forte, segna con Barella, domina di squadra, regge di cuore la reazione avversaria, torna in vantaggio con Lautaro, allunga addirittura con Correa, che segna il primo gol della sua modesta stagione, ma poi si fa beffardamente rimontare dai portoghesi, che almeno evitano la quarta consecutiva sconfitta in 10 giorni, non certo l`eliminazione. Finisce 3-3, anche il Benfica resta squadra forte e orgogliosa, che prima di incrociare i nerazzurri non aveva mai perso in Europa. Buon per Inzaghi, averla affrontata nel suo momento di minima, suo dei portoghesi, ma la Champions è anche questo, soprattutto questo.

L`Inter d`Europa è completamente differente da quella del campionato e non è solo una semplice questione aritmetica, 2 sconfitte in Champions (col Bayen peraltro) contro 11 in Serie A: tonica e attenta, frizzante e veloce e stavolta anche precisa, visto che fa centro alla prima occasione, e che centro. Scambio Barella-Lautaro-Barella e sinistro all`incrocio che scavalca il portiere di Schmidt. San Siro spinge, l`Inter si fa trascinare: il Benfica mastica calcio lento e impiega più di mezz`ora per il primo tiro in porta, una punizione di Grimaldo, bloccata in due tempi da Onana.

Il pareggio di Aursnes, gran colpo di testa e altrettanto grande colpa di Dumfries, mina sul finale del primo tempo le certezze dell`Inter, ma è questione di una manciata di minuti, peraltro senza correre veri pericoli. È solo impressione, sono i fantasmi che tornano, ma la notte dell`Inter, l`Europa dell`Inter, non conosce fantasmi e nemmeno paura. Il 3-3 arriverà molto tardi, già oltre i 4 minuti del previsto recupero, senza quindi nemmeno il tempo per spaventarsi.
Lo scacchiere è simile a quello di Lisbona, uomini compresi: in partenza di diverso c`è solo il mundial Otamendi, che ha scontatto la squalifica. In avvio di ripresa, Schmidt mischia le carte col brasiliano Neres, che in effetti dà qualche grattacapo alla difesa dell`Inter, molti più del celebrato Goncalo Ramos, uno che fra andata e ritorno non l`ha praticamente mai presa. Un po` come Joao Mario, cui evidentemente l`Inter proprio non si addice, da giocatore come da avversario, un fantasma, lui sì, senza ruolo.

Più che la squadra in campo, il vero pericolo lo corrono i tifosi del primo e secondo anello sud, su cui a metà del secondo tempo piovono fumogeni in

fiamme, che qualche danno lo certo provocano. Un palo (manco a dirlo di Neres) salva Onana sul 3-1, alla fine in qualche modo fa la differenza. Ma forse avrebbe soprattutto svegliato l`Inter, evitandole di subire la rimonta.

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