Meno burocrazia e incentivi per avere stadi di qualità

La proposta di legge di Forza Italia per la costruzione e la ristrutturazione degli stadi italiani che nel 2032 ospiteranno gli Europei di calcio

Meno burocrazia e incentivi per avere stadi di qualità
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Meno burocrazia e più agevolazioni fiscali, comprese quelle previste per le Zes, le zone economiche speciali. Sono queste le principali misure contenute in una proposta di legge di Forza Italia per la costruzione e la ristrutturazione degli stadi italiani che nel 2032 ospiteranno gli Europei di calcio in tandem con la Turchia. La proposta, primo firmatario il senatore Mario Occhiuto, prevede la creazione del fondo nazionale per l'impiantistica sportiva con cui finanziare i progetti fino al 50% e un credito d'imposta del 30% per gli investimenti privati. Forza Italia vuole anche procedure semplificate per il rilascio dei permessi entro 60 giorni, così come già avviene nelle Zes. L'obiettivo è quello di avere degli stadi che producano una rigenerazione urbana delle città e che diventino centri multifunzionali operativi tutto l'anno esattamente come già avviene al Bernabeu. A oggi il calcio italiano contribuisce per 11 miliardi di euro al Pil e genera 120mila posti di lavoro, ma sono numeri che grazie a questa legge potrebbero aumentare. «Si ritiene fondamentale avviare un processo di rilancio partendo dagli impianti sportivi, in particolare dagli stadi, quale fulcro dell'attività calcistica e luogo di aggregazione sociale», ha detto Occhiuto sottolineando che gli stadi italiani hanno un'età media di 60 anni e rappresentano un costo, mentre all'estero sono fonti di ricavi importanti. Secondo il senatore Claudio Lotito (foto) «servono strutture che consentano di coniugare sia l'aspetto economico-finanziario, sia, soprattutto, la fruibilità in condizioni di sicurezza eliminando le intossicazioni locali come lo Stadio Flaminio che, da punto di riferimento, ora è in stato d'abbandono».

Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha concluso ribadendo la necessità di «fare, fare bene e fare in fretta» e non soltanto in vista degli Europei che possono essere un «acceleratore», ma non possono «dettare l'agenda».

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