Milan, crollo Capitale. Buonanotte ai campioni

La Lazio travolge con un poker i resti rossoneri. Pioli in crisi profonda. E intanto si scalda Ibra. Il Napoli a +12, per la Champions 5 squadre in 3 punti

Milan, crollo Capitale. Buonanotte ai campioni

È notte fonda per il Milan campione, disintegrato ieri da una Lazio super e affondato con un altro passivo umiliante. La difesa d`acciaio è diventata fragile come un grissino (14 reti al passivo): si mastica in un amen. Quattro gol subiti, due per tempo, solo qualche flebile reazione e un dominio, nel gioco, nelle idee, nelle condizioni fisiche, nel palleggio del gruppo di Sarri rifiorito a gennaio, il mese della crisi più nera dei campioni d`Italia. Le sconfitte di Pioli, tra campionato, coppa Italia e Supercoppa d`Italia, sono diventate tre: un solo successo, a Salerno, e due pareggi, Roma e Lecce, poco esaltanti. Neanche un poderoso mercato invernale può risollevare questa squadra che sembra spenta nella testa, tramortita nelle gambe, con zero contributi dalla panchina. Può arrivare Zaniolo, è partito Bakayoko, si sta scaldando Ibra ma non è questa la via maestra. Nel frattempo gli infortuni muscolari aumentano pericolosamente (ieri Tomori). Il meno disastroso è Dest, rimpiazzo di Theo.

Il Milan è sempre più al buio. La sua partenza con la Lazio, a Lecce come a Riad, è un altro incubo dal quale esce con un gol incassato dopo meno di 5 minuti. Tre indizi che costituiscono la prova regina: perse tutte le virtù di qualche mese prima. Un giochino da ragazzi, per la Lazio, infilare allo spiedo Tatarusanu, responsabile più sul secondo che sul primo gol subito. Zaccagni è la spina nel fianco di Calabria e di tutto il Milan: il palleggio laziale, prolungato, sul lato destro, ha lo scopo dichiarato di scavargli la corsia libera a sinistra e liberare la sua corsa. Nel primo assalto, sul suo cross basso, Luis Alberto fa un velo da vero 10 e Milinkovic Savic può chiudere col piattone senza mai trovare nel cuore dell`area una qualche opposizione. A metà frazione si arrende per acciacco muscolare Tomori (sostituito da Kjaer) e il deficit si fa ancora più allarmante. A centrocampo, la Lazio sovrasta nettamente i rivali anche perché Pioli con Messias e Diaz, sembra voler potenziare la fase offensiva mandando invece allo sbaraglio la coppia Tonali-Bennacer (squalificato col Sassuolo), stretti nella morsa.

Il Milan non è brillante nella corsa, non si aiuta e quando prova a ripartire, con Messias o Leao sbatte contro un birillo. Giroud, con qualche motivo, si lamenta dell`isolamento. Basta paragoni con il Milan della rincorsa tricolore: non c`è più quel Milan. Il 2 a 0 è una conseguenza inevitabile dello strapotere laziale: Pedro e Marusic seminano Dest, Tatarusanu si fa passare il pallone sotto il fianco, Zaccagni è un falco nel riprendere la respinta del palo. È già una fortuna se prima dell`intervallo non si passa, sempre col solito Zaccagni, sul 3 a 0 evitato in spaccata da Kjaer.

La ripresa non porta niente di nuovo, nonostante i 3 cambi di Pioli (Origi, Saelemaekers e CDK).

Anzi scava un fossato ancora più profondo rispetto alla Lazio che coglie al volo un paio di strafalcioni (il passaggio laterale di Kjaer, più la corsa all`indietro di Tatarusanu) per guadagnare il limpido rigore del 3 a0 (Kalulu in ritardo su Pedro) che Luis Alberto trasforma sotto la sua curva. Facilissimo il 4 a 0 di Felipe Anderson che si aggira indisturbato tra i birilli rossoneri. Buonanotte Milan.

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