Milan, la rivoluzione di Fonseca: spazio ai baby Liberali e Jimenez

Il tecnico rossonero esclude Theo e non rinnega lo sfogo post Champions: "Il problema del gruppo è mentale"

Milan, la rivoluzione di Fonseca: spazio ai baby Liberali e Jimenez
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Milano - Paulo Fonseca tira dritto per la sua strada. «Non chiudo gli occhi, non mi nascondo» spiega pacato.

Per dirla tutta non rinnega una sola parola dello sfogo («ho avuto la necessità di parlare così»), segnala anzi sul tema «l’appoggio ricevuto dal club» informato («ho parlato prima alla squadra e poi alla società») alla fine della partita con la Stella Rossa e prepara un mini rimpasto dovuto in parte a una lezione da dare (fuori Theo Hernandez e dentro Jimenez foto - di Milan futuro) e in parte a una necessità (Musah non convocato per acciacco muscolare, da trequartista debutta Liberali, altro talento del settore giovanile). Poi sentenzia: «I problemi con la Stella Rossa sono stati solo di atteggiamento.

Il problema è mentale». E qui chiama in causa anche l’andamento finale della passata stagione, con Pioli ormai in uscita e squadra capace per esempio di subire 3 gol dalla Salernitana già retrocessa: «Ho visto 10 delle ultime partite, tutti mi dicono che c’è stato identico atteggiamento».
Per questo i tifosi, secondo un sondaggio, all’80% sono dalla sua parte. In sintesi: questo Milan si porta dietro da tempo un rendimento a singhiozzo peccando «di presunzione».

Capitolo fascia di capitano. Con l’esclusione di Calabria e di Theo, stasera col Genoa toccherà a Leao rispettando così la gerarchia trovata. «Quando sono arrivato non ho pensato di cambiare, mi avrebbero ammazzato. Ho rispettato le decisioni dello spogliatoio ma nella mia testa pensavo altro» l’altra confessione che conferma l’idea di un uomo che si scontra con il passato. Senza però scandalizzarsi: «Succede in quasi tutti i club». Ed è a tal punto convinto del proprio metodo che sull’argomento scudetto ormai lontanissimo insiste: «Adesso è più difficile, ma dentro di me continuo a credere».

E allora stasera capiremo se ancora una volta il pugno di ferro può riportare tutto il Milan sulla retta via. L’occasione è speciale: c’è la maglia appositamente indossata per i 125 anni di vita del club, le glorie (da Van Basten a Pippo Inzaghi, Donadoni) da salutare (Maldini invitato non ci sarà).

«Dobbiamo essere all’altezza della storia del Milan» chiude Fonseca. Ci sarà un clima non propriamente festoso come dimostra l’assenza del proprietario Gerry Cardinale. Pato, commosso, ha assistito all’allenamento e con lui a Milanello è arrivato il pro nipote del fondatore Kilpin.

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