Musiala, Gundogan & C. Ecco la Globalgermania

Capitano figlio di turchi, bomber di papà nigeriano La nuova generazione di tedeschi vola agli ottavi

Musiala, Gundogan & C. Ecco la Globalgermania
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In groppa alle possenti spalle di Ilkay Gundogan e allo zampillante talento di Jamal Musiala, la Germania ha già risolto il primo problema dei suoi Europei: mettersi in linea di volo per il prossimo turno e poco importa se la Svizzera, nell’ultima partita che deciderà il primato del girone, potrebbe proporre più grattacapi di quanti finora ne abbiano creato Scozia e Ungheria.
Ieri l’Ungheria è stato avversario più decente rispetto agli scozzesi, ma la Panzerdivision ha messo poco a mettere tutti a cuccia e a cucirsi la qualificazione al petto. Certo, la linea difensiva non è proprio a prova di muro invalicabile. Anzi, ha sofferto il primo brivido dopo 23 secondi e il vecchio Neuer ha mostrato buoni riflessi.
Non altrettanto, proprio all’ultimo minuto, quando è stato Kimmich a salvaguardare l’imbattibilità della porta. E i tentativi di Varga mancato di un nulla hanno messo il dubbio sulla qualità difensiva tedesca.
Molto più confortante il gioco d’attacco che ha prodotto 7 gol in due match e che, probabilmente, sarà l’arma letale per puntare alla finale. Operazione non facile perché questa squadra è ancora enigmatica: ci sei o non ci sei? Questo il problema.
Germania padrona di casa a Stoccarda e ovunque. Germania padrona del gioco e degli avversari, Germania figlia dei figli di storie migratorie. Gundogan suona le sue trombe ricordando di essere il primo capitano figlio di genitori turchi. E lo ha raccontato con una lettera emozionante. Ieri ha propinato assist e il gol del raddoppio al termine di una triangolazione esemplificativa dei punti forti tedeschi: ovvero flipper fra Musiala, l’ottimo Mitteldstadt e conclusione del capitano. Meno brillanti Havertz e Wirtz.
Eppoi Musiala, ventiduenne di talento fornito da madre tedesca e padre nigeriano, nato in Germania con cittadinanza inglese: di tutto un po’. L’altra faccia di una Germania della globalizzazione: senza confini e multicolore.
Due gol in due partite e a quell’età ci sono riusciti solo altri quattro baby face. Musiala piuttosto è un golden boy , chissà mai da pallone d’oro. Ieri, dopo 22 minuti, ha lasciato partire un destro fulminante nel mezzo della confusione d’area ungherese e fu subito gol.
Più tardi ci ha riprovato senza fortuna. Partendo con tale handicap non è stato facile per gli ungheresi, soprattutto perché il centrocampo avversario, gestito da Toni Kroos, quasi mai ha mollato il comando.


Marco Rossi, l’italiano ct d’Ungheria, si è affidato a Szoboszlai,il suo 24enne numero 10.
Con Musiala un bel duello fra giocatori dalla maglia che fa incanto.
L’ungherese è arrivato al quasi gol.
Musiala ha usato il tocco del predestinato.

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