La Russa: "Nuovo San Siro? Contento a metà, ecco perché"

Il presidente del Senato interviene nel dibattito sul nuovo impianto calcistico di Milano che dovrebbe sorgere vicino a quello vecchio: "Prima voglio capire che cosa significa rifunzionalizzare San Siro, non tocchiamolo"

La Russa: "Nuovo San Siro? Contento a metà, ecco perché"
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Il nuovo stadio di Milano sempre in zona San Siro, vicino alla zona in cui sorge l'attuale impianto dedicato a Giuseppe Meazza, potrebbe effettivamente decollare. Qualche giorno fa Inter e Milan qualche giorno fa avevano dato il proprio via libera a seguito di un incontro presso la sede del Comune del capoluogo lombardo a condizione però che l'Agenzia delle Entrate possa in brevi tempi chiarire il prezzo del vecchio stadio, da demolire in parte e "rifunzionalizzare" con spazi commerciali e servizi sportivi al posto del calcio, e delle aree limitrofe su cui intendono realizzare il nuovo impianto e sviluppare altre fonti di business. Una valutazione che, secondo quanto trapela, dovrebbe aggirarsi sui 200milioni di euro prima dell'ok definitivo all'acquisto ufficiale.

Sul tema è intervenuto Ignazio La Russa. "Sono contento solo a metà perché voglio capire che cosa significa rifunzionalizzare San Siro", ha dichiarato il presidente del Senato a margine dell'evento per i due anni del governo Meloni. "Se è un trucco per abbatterlo facendo finta di non abbatterlo, sono contrario", ha aggiunto. Secondo il punto di vista della seconda carica dello Stato, la cosa migliore sarebbe quella di "non toccarlo, rifunzionalizzarlo senza toccarlo: costa meno, non ci sono danni ambientali, non ci sono danni per l'aria che respiriamo, si risparmiano i costi di demolizione. Intanto sono contento che ci sia un nuovo stadio vicino a San Siro", ha concluso.

Del resto La Russa, interista sfegatato da sempre, non ha mai nascosto il proprio desiderio di non vedere distruggere l'impianto calcistico che è diventato una vera icona di Milano in tutti questi ultimi decenni. Lo scorso 4 giugno, in occasione di uno dei tanti scontri con il sindaco Giuseppe Sala, l'ex ministro della Difesa era già stato molto chiaro su questo argomento: "Mi sarei aspettato che, anziché tentare continui rinvii, chi ha il dovere e il diritto di rappresentare la città, dicesse fin da subito che San Siro non si tocca. Avrebbe incontrato il sentire della stragrande maggioranza delle persone nel mondo - aveva affermato -. Quando si parla di Milano, tutti sanno del Duomo e della Scala, poi la terza cosa non è il Castello Sforzesco ma lo stadio San Siro. Sono queste le tre immagini nel mondo della nostra città. E quindi San Siro non si tocca".

Più in generale, il percorso per arrivare all'inaugurazione del nuovo stadio risulta ancora lungo e difficile, anche se lo stesso Sala si augura che presto si possa arrivare al momento della svolta, "quando le squadre faranno una manifestazione di interesse. Ci siamo quasi", aveva affermato prima di rivolgersi ai residenti del quartiere dicendo che "cercheremo di fare di tutto per migliorare la zona, portare più verde e non più caos e traffico.

E i fondi che il Comune prenderà dalla vendita dello stadio e dell'area alle squadre li metteremo per migliorare l’edilizia popolare che lì è decisamente carente". Per intendersi, comunque, si parla di un iter che nella migliore delle ipotesi porterà alla prima pietra nella seconda metà del 2026. Non resta che aspettare.

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