Nuovo stadio di Milano, una telenovela lunga 15 anni

È almeno dalla primavera del 2009 che si continua incessantemente a parlare di dove (e se) costruire un nuovo impianto sportivo per la città di Milano: che sia in comproprietà tra Inter e Milan o due autonomi, che siano nella metropoli oppure fuori città, ancora non si sono assunte decisioni definitive

Nuovo stadio di Milano, una telenovela lunga 15 anni

Un decennio e mezzo abbondante (e forse anche di più). La storia della costruzione nel nuovo stadio di Milano, che sostituirà o quantomeno "affiancherà" l'attuale Giuseppe Meazza in San Siro, ha radici ben lontane e che risalgono alla fine degli anni Dieci del 2000. Quello che è uno degli impianti sportivi più iconici del mondo, infatti, non soddisfa appieno le due società meneghine. In primis, a scontentare Milan e Inter è la proprietà del Meazza, appartenente al Comune di Milano, incompatibile con gli standard dei top club europei. E così, da almeno 15 anni sono state formulate diverse ipotesi, più o meno concrete, su chi potesse progettare e finanziare la nuova struttura, ma nulla ancora è stato definitivamente deciso. Con le altre metropoli europee che, nel frattempo, hanno fatto passi da gigante nell'ammodernare i proprio stadi. Ma come mai nel capoluogo lombardo permane ancora questo stallo a così tanti anni di distanza dalla prima bozza di idea su questo tema? Riavvolgiamo un attimo il nastro a partire dalla primavera del 2009, considerando che tre anni prima il Comune non riuscì a trovare un accordo per cedere la proprietà ai due club si fermò a un passo dall'ufficialità.

2009, il sogno del nuovo San Siro parte (silenziosamente) da Pioltello

Una delle primissime volte (per non dire la prima in assoluto) in cui appare in un atto pubblico ufficiale una bozza di progetto per il nuovo stadio di Milano è datato maggio 2009. In una sua seduta, il Consiglio Comunale di Pioltello dà mandato alla Giunta di approfondire e valutare la proposta della principale proprietà dell'area del Parco delle Cascine relativa alla costituzione in quell'area di una cittadella dello sport. Per quanto nel documento non vengano citati né Inter né Milan né lo stadio, i giornali sportivi stanno cominciando a parlare insistentemente del fatto che il club nerazzurro possa scegliere la cittadina alle porte di Milano come possibile luogo dove collocare il suo nuovo impianto. E la "conservazione del Parco delle Cascine come polmone verde a servizio della città" per renderlo "realmente fruibile da parte di tutti i cittadini" sembra inserirsi perfettamente nell'ottica interista di spostarsi da San Siro.

2010, Expo vetrina ideale per l'inaugurazione dello stadio a Rho

Da allora è tutto un fiorire di nuove idee a dir poco esaltanti che potrebbero modificare sensibilmente la toponomastica degli stadi italiani. E, siccome soltanto pochi mesi prima era stato assegnato ufficialmente Expo 2015 a Milano, la società nerazzurra sta avendo delle profonde interlocuzioni con l'amministrazione meneghina guidata in quel momento da Letizia Moratti. Sulla mappa di Milano è già stata individuata anche un'area ideale per il nuovo stadio dell'Inter: all'interno del Comune di Milano e ai confini con Rho, proprio al fianco della zona Fiorenza da 1,1 milioni di metri quadrati dove sorgerà la base dell'Expo. Un impianto da circa 60mila posti, tutti numerati e a sedere, dotato delle più innovative tecnologie contro la violenza negli stadi, per un luogo a misura di famiglia. L'inaugurazione è prevista per subito dopo la conclusione dell'esposizione universale di metà anni '10, ma poi il progetto si arena e non se ne fa più niente. Per Massimo Moratti si parla anche del rettangolo intorno alla caserma Santa Barbara (anno 1931), tra piazzale Perrucchetti e via Forze Armate (a sud di San Siro), ma questo piano non si concretizza mai.

2011, la Juventus anticipa tutti: è necessario accelerare

Nel frattempo, però, la Juventus è ormai in procinto di tagliare il nastro al proprio nuovo stadio di proprietà: nel settembre 2011, ecco infatti che viene alla luce lo Juventus Stadium (poi soprannominato per ragione di sponsor "Allianz Stadium"). Le due milanesi non intendono stare troppo a guardare e restare distanti dal futuro. Ma è comunque soprattutto l'Inter a muoversi più tempestivamente per lasciare al più presto San Siro. All'architetto Stefano Boeri viene commissionato un progetto avanzato destinato a insediarsi nel quartiere Bovisa, zona a nord di Milano dalle radici operaie. Ne scaturisce l'idea di "una struttura flessibile di ultima generazione, distribuita su un totale di circa 30.000 mq e capace di ospitare 65.000 spettatori durante le partite calcistiche, ma anche di fornire gli spazi e le funzioni di supporto all'organizzazione di fiere, mostre, convegni e concerti", scrive lo studio. Il programma prevede inoltre di potere accogliere nella nuova struttura sportiva multifunzionale "un consistente apporto di veicoli privati, di varia tipologia: al livello 0 dello stadio sono così destinati 22.000 mq per il parcheggio dei pullman (equivalenti a 255 unità), mentre 23.000 mq di parcheggi posti al livello 1 possono ospitare 770 auto". Anche qua: nulla di fatto.

2012, lo stadio "ipermoderno" con fondi cinesi non s'ha da fare

Con il Milan che rimane sempre alla finestra, tutto sembra improvvisamente potere cambiare un anno più tardi. La partnership con China Railway Construction Corporation sancita nel giugno 2012 prevede anche la costruzione del nuovo stadio in zona San Donato. Anche se, precedentemente, si era ipotizzata anche l'edificazione dello stesso a Pero, nord-est milanese, o San Donato Milanese. Il modello 3D rivela il design avveniristico della futura casa interista, la quale si prevede che sarà pronta tra il 2014 e il 2017. Da una veduta aerea lo stadio ricorda molto l'Amsterdam Arena, con l'apertura superiore di forma rettangolare, mentre il profilo smussato e tondeggiante è simile a quello dell'Allianz Arena di Monaco di Baviera. Lo stadio "ipermoderno" sarà dotato di servizi all'avanguardia, sulla scia dello Juventus Stadium, ma sarà più grande dell'impianto torinese: probabilmente la capienza sarà infatti di 65 mila spettatori circa, contro i 41 mila dello stadio juventino. Avrà una carica virale di marketing (museo, negozi, memorabilia) e una forte spinta tecnologica: erba sintetica e copertura anti-pioggia. I nuovi capitali cinesi nelle casse dell'Inter si stanno per muovere seriamente. E invece...

2013, l'Inter si muove da Pero a Chiaravalle

Il connubio tra Inter e China Railway Construction Corporation, che era a un passo dall'avviarsi, sfuma incredibilmente nel giugno 2013. Motivo? Per il 15% dei nerazzurri, gli emissari della società avevano messo sul tavolo 55 milioni di euro: poco per un colosso di quel calibro, ma troppo per il partito che guida il Paese, perché si trattava di un investimento al di fuori dei confini di Stato, per di più in una società privata che si occupa di divertimento. Da qua l'invito ai manager del gruppo di effettuare una repentina retromarcia. Il caso poi ha voluto che l'Inter abbia deciso di chiudere il negozio di Pechino e di Shangai e di affidare le vendite dirette nel Paese asiatico alla piattaforma di e-commerce di Amazon. E così l'amore tra la Cina e l'Inter è sfumato. Ma solo per il momento. Negli stessi mesi si parla di costruire il nuovo stadio dell'Inter vicino all'abbazia di Chiaravalle, nel parco della Vettabbia: in quella zona del Parco agricolo sud Milano un tempo nota come "Valle dei Monaci" (i cistercensi) che dal Corvetto si estende fino al monastero di Viboldone. Ma qua si mettono di traverso le associazioni ambientaliste: tutto cancellato.

2014, entra in scena anche il Milan con Barbara Berlusconi

In casa Inter è rivoluzione totale: da qualche mese Massimo Moratti ha ceduto il 70% delle quote al magnate indonesiano Erick Thohir, il quale dichiara apertamente la volontà di puntare su un asset storico come San Siro. Come primo atto da presidente, incontra tutte le massime autorità lombarde per cercare di ammodernare San Siro e trasformarlo in una struttura tutta interista: dal sindaco Giuliano Pisapia al governatore Roberto Maroni. Proprio in quel lasso temporale a cavallo tra il 2013 e il 2014 entra in campo un'altra importante novità: per la prima volta anche il Milan fa sentire la propria voce per far capire a tutti come la pensa riguardo al nuovo stadio. Dopo la sua nomina come vice presidente e amministratore delegato con delega alle funzioni sociali non sportive, Barbara Berlusconi l'iter per dotare il Milan di un nuovo impianto, moderno, di ultima generazione e, soprattutto, di totale proprietà del club rossonero. L'idea della figlia terzogenita del Cavaliere è quella di costruire una struttura da 48mila posti da collocare nella zona del Portello: un progetto indipendente dalle volontà dei dirigenti interisti.

2015, i progetti di Thohir e della figlia del Cavaliere proseguono

Sotto questo punto di vista il piano ambizioso di Barbara Berlusconi sembra tutt'altro che astratto, anche perché a inizio 2015 lei riesce a definire un'intesa con Fondazione Milano per far sorgere lo stadio davanti a Casa Milan, la nuova sede del club rossonero che nel frattempo è stata spostata da quella storica di via Turati. Accordo confermato con un comunicato del 7 luglio 2015: "Il presidente di Fondazione Fiera Milano, Benito Benedini, con l'unanime consenso del Comitato esecutivo, comunica la decisione di assegnare il progetto di riqualificazione del padiglione 1-2 del Portello alla proposta pervenuta da AC Milan-Arup Italia: 'We are Ac Milan'". "L'investimento previsto da Ac Milan - si spiega - è di oltre 300 milioni di euro e il canone di affitto per Fondazione Fiera Milano è fissato in 4,050 milioni di euro annui, a fronte della concessione di un diritto di superficie di 50 anni". Dal canto suo, la Berlusconi parla di un "primo passo storico" che porterà ad "avere un nuovo stadio". Thohir prosegue con i suoi rapporti con le istituzioni. Ma le incognite restano ancora tante.

2016, contrordine sul Portello: niente più stadio là per il Milan

Le volontà di Barbara si scontrarono infatti sia con la burocrazia sia con il parere degli altri soggetti coinvolti nel progetto. L'ipotesi di costruire un nuovo stadio non aveva mai del tutto convinto né papà Silvio, né Marina, l'altra figlia dell'ex presidente del Consiglio nonché manager di riferimento di Fininvest (la holding che deteneva il 99% del Milan). A stroncare sul nascere la costruzione del nuovo stadio al Portello, poi, sono stati i tantissimi dubbi sulle difficoltà urbanistiche, con l'incognita di costi aggiuntivi durante i lavori non soltanto legati alle bonifiche. A far definitivamente naufragare il progetto, infine, sono state le opposizioni dei cittadini che avrebbero avuto un peso non indifferente nel dare poi l'addio definitivo al progetto. Il leader di Forza Italia dichiarerà poco dopo che sua figlia "aveva fatto un sogno e c'è rimasta male, però ha capito le motivazioni per cui abbiamo dovuto fare marcia indietro".

2017, cambia il sindaco di Milano ma non termina la telenovela

In tutto questo, la guida del Comune di Milano da qualche mese è nuovamente cambiata: dopo Pisapia, viene eletto sempre per il centrosinistra Beppe Sala. Nella sua prima intervista sul tema stadio, l'ex ad di Expo sogna un San Siro in condivisione, con spazi esterni caratterizzati e destinati alle facilities e la struttura interna divisa a metà, con la creazione di una doppia tribuna e sky box. "Lo stadio verrebbe sdoppiato con uno spazio esterno per l'Inter e uno per il Milan - sostiene il primo cittadino milanese -. Ci sono due aree utilizzabili: quella adiacente al Trotto e quella sul versante opposto, sui terreni di proprietà comunale. Queste aree funzionerebbero come lounge, per la ristorazione, l'hospitality, lo store. Andando avanti con la fantasia si può immaginare di dividere idealmente lo stadio non solo con lo spogliatoio dell'Inter da una parte e del Milan dall’altra, ma con tribune autorità e sky box da entrambi i lati, e due ingressi separati. Metà stadio nerazzurro e metà rossonero". Zhang Jindong, nuovo proprietario dell'Inter, sarebbe già pronto, ma bisogna necessariamente vedere come si evolve la situazione in casa rossonera.

2018, tre ipotesi in campo per Inter e Milan

Sì, perché se i nerazzurri sono passati da Thohir (e Moratti) a Suning, i rossoneri hanno vissuto addirittura ben due cambiamenti molto ravvicinati: dalla famiglia Berlusconi a Elliot, passando per la parentesi legata a Yonghong Li, tra il 2017 e il 2018. L'arrivo di Suning ed Elliot ha però dato maggior solidità alle società meneghine, sia dal punto di vista sportivo che finanziario, facendo tornare in auge - complice lo stabile ritorno in Champions League dei nerazzurri - l'idea di costruire uno stadio nuovo, ma stavolta bisogna farlo in maniera congiunta. A novembre 2018 iniziano i dialoghi fra le società, che ragionano concretamente su costi, modalità, progetti. Qua sembra seriamente prendere piede la volontà di demolire lo stadio Meazza per costruire un nuovo impianto. O, in alternativa, l'ammodernamento di San Siro oppure (addirittura) la costruzione di uno stadio accanto a quello già esistente, sull'area dell'ex ippodromo, lasciando il Meazza come struttura commerciale. L'assessore all'Urbanistica, Pierfrancesco Maran, commenta: "La via maestra ci sembra sempre quella di ristrutturare San Siro, ma è comunque positivo che finalmente le due squadre ragionino di un progetto congiunto".

2019, si parla di un nuovo impianto davanti all'attuale Meazza

Il 10 luglio 2019 venne compiuto il primo passo operativo, con Milan e Inter che consegnarono al sindaco Sala lo studio di fattibilità del nuovo stadio, che nelle originarie intenzioni dei club sarebbe dovuto sorgere nella zona adesso occupata dai parcheggi di San Siro e mettendo in preventivo la demolizione del Meazza. Il plan non riguarda la semplice costruzione dello stadio ma la riqualificazione dell'intera area in cui oggi si erge maestosa la Scala del Calcio. Nelle intenzioni dei club vi è la nascita di un vero e proprio distretto, con investimenti per oltre un miliardo di euro, sostenuti da Milan e Inter, a fronte della concessione di un diritto di superficie a 90 anni, da assegnarsi tramite gara pubblica, per la quale le due società, in qualità di proponenti, avrebbero chiaramente un diritto di prelazione. Contestualmente all'iter burocratico, Suning ed Elliot iniziano anche a pensare all'aspetto architettonico.

2020, l'abbattimento di San Siro sembra cosa fatta

Alle porte dell'arrivo della pandemia gli studi di architettura Populous e Manica/Sportium presentano il proprio progetto che prende in considerazione, oltre al nuovo stadio moderno e con i più elevati standard qualitativi, gli elementi del citato nuovo distretto dedicato al retail, allo sport e all'intrattenimento fruibile 365 giorni all'anno, con la contestuale costruzione di 106 mila metri quadri di aree verdi, oltre il doppio rispetto all'attuale area di San Siro. Successivamente, però, i progetti verranno modificati, a causa delle revisioni richieste dal Comune di Milano, che mette dei paletti per la definitiva approvazione dello studio di fattibilità: si chiede, fra le varie cose, il mantenimento di una parte del vecchio San Siro. Milan e Inter rimodulano e svelano i nuovi progetti, presentandoli ancora a Palazzo Marino: a fine anno la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia dà il via libera all'abbattimento di San Siro.

2021, "La Cattedrale" di Populous vince il ballottaggio

Alla fine, dopo diverse rimodulazioni, si arriva al novembre 2021 quando i due club, tramite una nota congiunta, annunciano di avere scelto "La Cattedrale": è questa la proposta di Populous. "FC Internazionale Milano e AC Milan sono lieti di annunciare che il concept presentato dallo studio Populous, noto come 'la Cattedrale', è risultato essere il progetto prescelto dai due Club. Nelle prossime settimane saranno finalizzati i dettagli per definire termini e sviluppo della progettazione del Nuovo Stadio di Milano". Lo studio americano, la cui sede principale è a Kansas City, è una delle eccellenze mondiali del settore. Populous ha partecipato anche alla progettazione del nuovo Wembley, del nuovo stadio del Tottenham, dello Yankee Stadium di New York e dell’Estadio Da Luz di Lisbona. "La Cattedrale sarà il migliore stadio d'Europa. Dotato delle tribune più suggestive e vicine al campo da gioco e con spazi dedicati a tutti i Milanesi, lo Stadio diverrà la vera Casa per i leggendari club del Milan e dell'Inter", è la descrizione che appare in primo piano sul sito web dedicato al progetto del nuovo stadio di Milano. L'impianto prevede 60mila posti (ben 20mila in meno rispetto agli attuali 80.018), un'ampia gamma di punti ristoro, bar, lounges, ristoranti, un museo, una "Walk of Legend" oltre alla dotazione di un impianto Led che si pronto a colorarsi di blu durante le gare dell’Inter e di rosso durante quelle del Milan.

2022, burocrazia e comitati green frenano il piano stadio

Dopo la scelta del progetto di Populous è avvenuta, Inter e Milan non non sono riusciti a compiere grossi passi in avanti nel progetto, anche e soprattutto per il sorgere di due grossi problemi. Il primo riguarda due ricorsi presentati al Tar contro la delibera del 5 novembre 2021 che dichiarava di pubblico interesse la realizzazione di un nuovo stadio per Milano e, contestualmente, l'abbattimento di gran parte di San Siro. Su questo particolare punto, tra l'altro, sono in molti ad essersi dichiarati contrari, tant'è che il Comitato Referendum per San Siro ha avviato nel febbraio 2022 una raccolta preliminare di 1.000 firme, necessarie per presentare un referendum "salva Meazza". Questo avvio di iter e le successive conseguenze, comunque, porta Milan e Inter a profonde riflessioni, visti i problemi burocratici e le resistenze della città all'abbattimento di San Siro. I club vagliano la possibilità di abbandonare la strada di un distretto nella zona in cui sorge l'attuale Meazza per traslocare il progetto "La Cattedrale" in una location diversa, senza escludere, anche in maniera provocatoria, la possibilità di andare fuori Milano, per esempio a Sesto San Giovanni o, in alternativa, a Segrate e San Donato. A il tutto arriva il diktat di Sala che ha spiegato come, in ogni caso, San Siro rimarrà intoccabile almeno fino al 2026, anno nel quale vi saranno le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, con la cerimonia inaugurale che si terrà proprio nello stadio sorto nel 1926, nell'anno del centenario della sua nascita.

2023, vincolo della Soprintendenza: ora si guarda a Rozzano e San Donato

Tramonta ufficialmente anche l'idea di un nuovo San Siro unico per Milan e Inter a fianco al Meazza, il quale verrebbe demolito lasciando spazio a un'area nuova, il cui investimento si aggira sul miliardo e 300 milioni di euro. Un progetto per il quale il Comune ha già espresso il pubblico interesse con delibere di Giunta e un voto in Consiglio comunale. Anche se negli ultimi quattro anni ha ricevuto più di uno stop. I rossoneri temporeggiano, ma sembrano seriamente intenzionati a comprendere se l'ipotesi dell'ippodromo La Maura è davvero fattibile; anche se nel frattempo le barricate green nel quartiere (ma anche all'interno della maggioranza che sostiene Sala) non si fermano. La Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio del Comune di Milano da parere positivo al possibile vincolo culturale che scatterebbe nel 2025 - a settant'anni dalla costruzione del secondo anello del Meazza - ponendo così il veto finale e ufficiale sulla possibile demolizione dello stadio più famoso d'Italia. L'Inter individua a Rozzano un'area di oltre un miliardo di metri cubi (un terzo dei quali sottoposti a intervento) dove far sorgere il nuovo impianto da 70mila posti. Di uguale capienza è lo stadio previsto per il Milan a San Donato Milanese. Entrambe le sedi dovrebbero essere inaugurati per l'inizio della stagione calcistica 2028-2029.

2024, Sala propone la ristrutturazione: convincerà i due club?

Si arriva sostanzialmente ai giorni nostri. Tre mesi fa Giuseppe Sala ha esortato Inter e Milan affinché decidano di ristrutturare San Siro. "Ci sono tanti motivi di buonsenso, dal lato nostro, che ci dicono che l'opzione di ristrutturare San Siro è l'opzione", asseriva il primo cittadino, che ha presentato il progetto dell'architetto Giulio Fenyves dello studio Arco Associati nel corso della commissione consiliare a Palazzo Marino. Il piano di ristrutturazione costerebbe circa 300 milioni di euro e dove avrà ruolo predominante la realizzazione di un quarto anello, che sarà posto in corrispondenza della parte superiore dell'attuale primo anello. Al termine dei lavori i posti a seduta esterna passeranno da 87.500 a 70mila, ai quali aggiungere 5mila postazioni interne. "La cosa più importante per le squadre è che secondo i progettisti i lavori si possono fare senza chiudere lo stadio", aveva sottolineato il sindaco di Milano. Le due formazioni hanno espresso interesse, ma ancora nulla è stato preciso.

Intanto - notizia di pochi giorni fa - Il ar della Lombardia si è espresso in maniera contraria al ricorso del Comune di Milano dopo l'opinione dei Beni Culturali, che indicavano nello stadio Meazza un valore per il capoluogo lombardo e pertanto ne sconsigliavano la demolizione. Tutto al momento è rinviato a dopo Milano-Cortina 2026. Con RedBird di Gerry Cardinale e Oaktree di Howard Marks, la telenovela è destinata a proseguire ancora.

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