Torna su quei campi che potrebbe percorrere con le palpebre chiuse, camminando a memoria. Torna, con quel suo profilo abbronzato da attore hollywoodiano, perché c'è di nuovo bisogno di lui. Si aggiusta gli occhiali leggermente scivolati in punta di naso, entra in sala stampa ed esclama: "Scordiamoci di quello che abbiamo fatto in passato, meno che di una cosa: voglio rivedere quello spirito nei ragazzi". Estate 2001. Marcello Lippi è di nuovo al timone della Juventus.
L'era di Carletto Ancelotti è terminata, e non soltanto la sua. Al passo d'addio c'è un piccolo plotone di giocatori che sono stati dirimenti nel recente passato bianconero. Quello che forse ha inciso meno è Edwin Van der Sar, l'interminabile portiere che si è reso protagonista di qualche errore di troppo, lungo il suo percorso a braccetto di Madama. Lui no, i tifosi non lo rimpiangeranno di certo. Ma come la mettiamo con quegli altri due? Zinedine Zidane è un sogno che si dissolve, complice un robustissimo assegno in arrivo dal Real Madrid: 150 miliardi delle vecchie lire sono un mucchio di validissimi motivi per salutarlo. I supporters sono comunque sgomenti perché in campo non ci vanno i gruzzoli di denaro, perché Zizou era immenso e perché se ne va pure un killer d'area come Pippo Inzaghi. E ora? Che ne sarà di noi, si chiedono ispirando la successiva commedia di Veronesi.
Niente paura, però. Il ritorno di Marcello dalla terrificante parentesi interista (perdonata, ma sarebbe stato meglio un anno sabbatico in spiaggia, a Viareggio) è una garanzia. In campo però vanno i calciatori, appunto. Allora tocca muoversi in fretta sul mercato, attingendo a forzieri societari colmi come mai in passato. Così i tifosi, smarriti e spaventati accorsi nella fresca Chatillon per assistere ai primi scampoli del ritiro estivo, sgranano progressivamente le pupille.
Perché la Juve, con quei soldi lì, ci prende Gigi Buffon e Lilian Thuram dal Parma, Pavel Nedved e Marcelo Salas dalla Lazio, più alcuni onesti comprimari, come Cristian Zenoni. Come rifarsi il look diventando ancora più splendenti di prima. Buffon scende dal bus sorridente, occhiali da sole in volto, capelli lunghi fino alle spalle e fascetta a contenerli: diventerà il faro della porta juventina per un'era intera. Thuram comanderà la difesa, Nedved assicurerà assist, gol e ferocia agonistica. Loro tre insieme, molto più degli altri, alzano il livello complessivo di una squadra privata di un fuoriclasse come Zidane.
E conducono la Signora a vincere, insieme alle icone Del Piero e Trezeguet, un titolo assolutamente insperato, il 5
maggio: l'Inter cede a sorpresa contro la Lazio, la Juve vince a Udine e la festa erompe. Ora gli occhiali di Marcello sono bagnati di champagne. Lui li ripulisce sorridendo: sì, è stato proprio un mercato galattico.
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