Lorenzo Casini, presidente della Lega di serie A, ci aveva provato, timidamente: «Bologna-Milan? Per il recupero ci sarebbe il giorno di Natale». È finita lì, manco se la sua proposta fosse stata blasfema. Ma l'idea era di quelle giuste e fa tornare in mente l'ultima volta in cui la serie A scese in
campo il 25 dicembre, accadde nel 1960, il Milan, impegnato nella trasferta di Bari, chiese l'anticipo al 24, il club pugliese, invece, il posticipo a Santo Stefano. Si giocò, finì 0 a 0 ma con un episodio che ha segnato la giustizia sportiva del nostro calcio: al minuto 65, Sandro Salvadore, difensore rossonero, entrò pesantemente su Raul Conti, argentino estroso del Bari, Conti fu costretto a uscire dal campo ma, non essendoci ancora le sostituzioni, rientrò, con il ginocchio fasciato, piazzandosi, zoppicando, all'ala, la diagnosi fu di rottura del menisco, la prognosi di due mesi di riposo assoluto. Allo stadio era presente l'avvocato Aurelio Gironda, illustre penalista che decise di presentare denuncia nei
confronti di Salvadore per un atto di aggressione volontaria.
Il pretore Giacinto De Marco sentenziò che l'atto era involontario ma condannò Salvadore a versare 50mila lire di risarcimento. Raul Conti fu costretto ad abbandonare il calcio al termine della stagione successiva. Per la cronaca la serie A giocò anche l'1 gennaio.
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