"Qui Tonino Carino da Ascoli", il volto gentile di 90° minuto

Era uno dei personaggi più amati della trasmissione, forse per quel lato umano che sfoderava ad ogni collegamento: parole mangiate e accenti sbagliati non erano un problema per i telespettatori

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Parlava tutto d'un fiato, come se qualcuno lo stesse perennemente rincorrendo. In realtà voleva essere una forma di efficienza, la sua. "Qui Tonino Carino da Ascoli", diceva impugnando il microfono, come fosse un'unica frase, una sorta di sentenza inscalfibile. Era nato proprio lì, a Offida, un pugno di km dalla città dei bianconeri, nel luglio del 1944.

Passò dal Resto del Carlino e dal Corriere Adriatico prima di entrare negli studi regionali della Rai. E qui iniziò a compiersi la magia. Quando scocca la stagione 1975-76 di Serie A ai piani alti iniziano a notarlo. Tonino ha un talento per la cronaca sportiva anche se, a dire il vero, mostra di saperci fare trasversalmente. Nel corso degli anni di piombo, per esempio, fu il primo a raccontare la scoperta del covo in cui si riparavano le Brigate Rosse, a porto san Giorgio. Eppure la notorietà gli sarebbe arrivata non dai fatti tragici e clamorosi che percorrevano un'Italia in tumulto, ma dal calcio.

Quando lo prendono nella squadra di 90° minuto diventa, immediatamente, il valore aggiunto di una schiera di volti del giornalismo sportivo locale che assurgono alla gloria e ad un'impensabile celebrità, ciascuno con i propri vezzi, le proprie peculiarità. Sembrano, di fatto, personaggi caricaturali. Luigi Necco, voce del Napoli, li vedeva come "tanti pupazzoni messi insieme". Era forse questo il segreto del loro successo, e di Tonino in particolare: l'attitudine dell'uomo della porta accanto, che però sa metterci in più ritmo e professionalità.

Carino parlava rapido - e a volte capirlo era una missione intricata - perché aveva sempre un mucchio di dettagli da raccontare sulla partita e per tenere alta l'attenzione. Sapevi che era il suo turno, in collegamento, non solo per la sua presentazione ricorrente, ma anche per la sequenza di giacche improbabili che riusciva a sfoderare ogni volta, unita ad una pettinatura impeccabile e al sorriso appena accennato di chi si diverte nel fare il suo mestiere.

Andava un po' in crisi con i nomi dei calciatori stranieri e, per questo, è rimasto celebre il siparietto con l'amico Costantino Rozzi: "Tonì, t'ho acquistato Trifunovic, ora so' c***i tuoi!". La sua attitudine bonaria lo rese ben presto bersaglio dei comici: a volte Tonino ne rideva, altre meno. Non sopportava, ad esempio, Tonino Tonnato, il personaggio inventato nel 2000 da Diego Abatantuono, mentre slacciava un sorriso poco convinto per la celebre filastrocca del trio Solenghi, Lopez, Marchesini: "Sono Tonino, sono Carino, sono la gioia di mammà e papà. Se mi sporco il vestitino, il papà mi fa cià cià!".

Malgrado alcune defaillance e una qual certa ansia da prestazione che veniva talvolta a visitarlo,

azzerandone la salivazione, il suo rimase sempre uno dei collegamenti più attesi dal pubblico, perché con quell'espressione gentile e i modi garbati, Carino passava come un balsamo rasserenante nei salotti dei calciofili.

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