Un'amicizia lunga 30 anni: la favola dei "Gemelli del gol"

Un legame indissolubile, nato oltre 30 anni fa alla Sampdoria, quello che ha unito Vialli e Mancini, la coppia d'attacco più bella del calcio italiano

Un'amicizia lunga 30 anni: la favola dei "Gemelli del gol"

Un legame indissolubile quello che ha unito i "Gemelli del gol". Dentro e fuori il campo da calcio, Gianluca Vialli e Roberto Mancini restano simboli indiscussi di una delle favole più belle del calcio italiano, la Sampdoria del presidente Paolo Mantovani.

Mancini "attaccante libero" e Vialli "bomber, attaccante", realizzarono 312 gol insieme. Ma non solo, furono i protagonisti trionfi storici (Scudetto e Coppa delle Coppe), soffrirono insieme per la maledetta finale di Coppa dei Campioni, persa contro il Barcellona. Sempre nel segno dei Gemelli del gol, la coppa d'attacco più bella del calcio italiano.

Il miracolo Sampdoria

La favola dei "Gemelli del gol" cominciò nell'estate del 1984, quando Vialli raggiunse Mancini alla Sampdoria, guidata da Bersellini. Fu subito un colpo di fulmine, una storia di pallone e amicizia destinata a durare per sempre.

Una sintonia perfetta tra i due classe '64, in campo e fuori: assist di Roberto, gol di Gianluca. "Chi era più bravo? Tra me e lui non c'era paragone, io ero troppo più forte, ero il suo idolo", ha sempre scherzato l'attuale ct della Nazionale. Nei primi anni in coppia, Mancini viene impiegato più centralmente, mentre Vialli agiva sull'esterno. Con l'arrivo di Vujadin Boškov, nel 1986, la svolta: l'allenatore serbo li inverte - come Azeglio Vicini nell'Under 21 - e la Sampdoria decolla, forte anche dell'intesa tra i due e il tecnico, che diventa come un papà per tutti e due.

I gol e la conquista dello scudetto

Con Mancio a inventare alle sue spalle, Vialli si trasforma in 'Stradivialli', come fu soprannominato da Gianni Brera in omaggio al suo illustre concittadino cremonese Antonio Stradivari. Vialli e Mancini sono inarrestabili, mettono a referto - tra tutte le competizioni - 47 gol in due nel 1988-89 (33+14) e 34 (19+15) nel 1989-1990. E l'attaccante di Cremona è decisivo con una doppietta nella finale di Coppa delle Coppe contro l'Anderlecht, primo trofeo internazionale nella bacheca dei blucerchiati. L'assist per la seconda rete contro i belgi è del Mancio, tanto per cambiare. "Lui buttava la palla avanti - scherzava Gianluca nelle interviste - e io la prendevo, la mettevo giù, stop impossibile, controllo surreale, ne scartavo due o tre, segnavo e il giorno dopo leggevo sui giornali: gol di Vialli, ma che passaggio di Mancini!".

Il 9 maggio del 1991 i blucerchiati, trascinati dai "Gemelli del gol", si laureano Campioni d'Italia per la prima volta nella storia. Nella stagione successiva si fermano a un passo dalla vetta dell'Olimpo. La Samp viene sconfitta a Wembley dal Barcellona nella finale di Coppa dei Campioni, colpita da una punizione di Ronald Koeman all'ultimo minuto dei tempi supplementari. Finisce un ciclo. Qualche settimana più tardi Vialli si trasferirà alla Juventus, separandosi dall'amico fraterno. Uno choc per Mancini e per tutta la squadra. "Ci mettemmo a piangere tutti, anche Luca...".

La fine di un'era, ma non del loro legame, più forte di tutto. "In realtà litigavamo spesso - confessò Vialli alcuni anni fa - ma sempre per cavolate. Una volta, in allenamento, lo chiamai per cognome (invece di Mancio, ndr) e non mi parlò per una settimana...". Ma ci pensò Bobby gol a rimettere le cose a posto:"La domenica successiva gli tirai il pallone sulla testa - la versione di Mancini -e rimbalzò in porta. Tutto risolto con un semplice gol...".

Insieme in Nazionale

Nel 2017 il mondo del calcio si stringe intorno a Vialli, cui viene diagnosticato un tumore al pancreas. Mancini - scelto nel frattempo per guidare l'Italia - lo sostiene e supporta la candidatura dell'amico a capo delegazione della Nazionale. "Lo ringrazio - la risposta di Luca - sarebbe fantastico prendermi cura ancora una volta di Roberto...".

Nell'estate del 2021 Vialli è in prima linea al fianco di Mancini per l'avventura europea. Agli ottavi, l'Italia batte l'Austria ai supplementari e dopo il gol di Pessina esplode a Wembley la gioia della panchina azzurra e dei due ex sampdoriani che in quello stadio avevano perso la finale di Coppa dei Campioni.

"Ci siamo ripresi qualcosa in questo stadio? No, è ancora lunga - frena il ct - ne mancano tre per rifarci di quella notte".

Quella notte arriva, l'11 luglio: l'Italia è campione d'Europa per la seconda volta nella sua storia. Per Mancini e Vialli è la chiusura di un cerchio, da Wembley '92 a Wembley 2021. E il loro abbraccio commuove il Paese, diventando una delle immagini simbolo del trionfo azzurro.

gianluca vialli

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica