Se non altro siamo già qualificati. L'Uefa: sì a Italia e Turchia, così l'Europeo si fa in due

Via libera alla doppia candidatura per il torneo del 2032. Le criticità: i cinque stadi per noi, i diritti umani per loro

Se non altro siamo già qualificati. L'Uefa: sì a Italia e Turchia, così l'Europeo si fa in due
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Due le certezze arrivate ieri da Nyon: l`Italia organizzerà insieme alla Turchia gli Europei di calcio del 2032 (sarà la terza volta per noi dopo il 1968 e il 1980, senza considerare le quattro gare a Roma nell`edizione itinerante del 2021; la prima per la «porta verso l`Oriente»); la nostra Nazionale, come padrona di casa, è già qualificata di diritto. Notizia non da poco di questi tempi e con un pass per l`appuntamento in Germania fra 9 mesi da conquistare. Nell`edizione 2028, invece, storica collaborazione Regno Unito-Irlamda.

«Non ospitavamo un grande evento del pallone dai Mondiali del 1990, è una grande opportunità che tutti devono cogliere, il calcio deve anche essere veicolo di contaminazione che abbatte ogni barriera», così il presidente Figc Gravina. «La sinergia funzionerà», assicura chi ha lavorato alla doppia candidatura negli ultimi mesi. Non sono paesi confinanti, ma questo non è più un vincolo, non sono culturalmente affini, ma cammineranno mano nella mano. E il video di presentazione all`Uefa «We play as one» ha toccato le corde del sociale più che quelle calcistiche, accostando pure pizza e kebab.
«La candidatura congiunta in un momento politico difficile può essere una bella occasione di dialogo, peccato per me non aver mai potuto giocare un Europeo o un Mondiale in Italia», ha sottolineato Buffon, ambassador a Nyon con la compagna Ilaria D`Amico e ormai calato nel ruolo di capodelegazione azzurro. Tanto da disertare - assenza giustificata - la festa dei 100 di Juve della famiglia Agnelli.
Difficile che la manifestazione venga allargata a 32 squadre visto che l`Uefa ha valutato l`impatto negativo che la novità potrebbe avere sul valore dei diritti tv delle gare di qualificazione. Le criticità dei due Paesi, come osservano senza fare sconti dal resto d`Europa, sono le infrastrutture per l`Italia e la violazione dei diritti umani per il Paese guidato da Erdogan. Problemi su cui lavorare. I dieci impianti del dossier turco sono dei gioielli, la lista italiana presenta solo tre stadi già «promossi» (Roma, Milano e Torino). Entrambe dovranno ridurla a 5 più uno di riserva.

«Non partiamo svantaggiati, ne mancano 2 o 3 e ci sono dei progetti esecutivi come Bologna, Firenze e Cagliari in parte già finanziati - ha precisato Gravina -. Siamo riusciti a ottenere un periodo di tempo importante per progettare e realizzare, il 1° ottobre 2026 (quando saranno decise anche le sedi della gara inaugurale e della finale, in lizza Istanbul e Roma, ndr), mentre entro il 31 marzo 2027 dovranno iniziare i lavori. Ma bisogna andare oltre, rivoluzionando l`idea delle infrastrutture nel paese e unendo gli sforzi anche per abbattere la burocrazia.

Confido nell`appoggio del Governo, bene un commissario ma non può essere l`unica soluzione». «Un`opportunità che dovrà generare eredità positive ben prima dell`evento e non solo nelle città direttamente coinvolte», così il ministro per lo sport Abodi che assicura il supporto alla Figc.

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