Il Sudtirol non molla. Alla scoperta della sorpresa della Serie B

La squadra era partita male, poi la svolta, con l'arrivo di mister Pierpaolo Bisoli. Con questa frase stimolò i suoi ragazzi, reduci da tre sconfitte consecutive: "Fate vedere chi siete davvero"

Il Sudtirol non molla. Alla scoperta della sorpresa della Serie B

Approfittando della sosta del campionato siamo andati a scoprire una bella realtà del campionato cadetto, che occupa la terza posizione in classifica dietro le titolate Frosinone e Genoa. Stiamo parlando della compagine del Südtirol-Alto Adige, società di calcio che rappresenta la città di Bolzano.

Il segreto del successo

Il protagonista fondamentale di questo campionato ad altissimi livelli ha sicuramente un nome, quello di Pierpaolo Bisoli, classe 1966, bolognese di Porretta, una carriera prestigiosa come giocatore e poi come tecnico. Quando in autunno è subentrato alla guida della squadra altoatesina, che veniva da ben 3 sconfitte, il primo discorso che fece ai giocatori fu che era il momento di far vedere chi erano davvero. E da lì in poi il Sudtirol ha cominciato a macinare risultati su risultati, fino ad arrivare a consolidarsi in terza posizione della zona playoff. Ed ora il raggiungimento del traguardo della massima serie non è affatto un sogno, anche se l'ambiente rimane con i piedi per terra.

La squadra

Una compagine importante che non aveva avuto un buon inizio di stagione, poi con il cambio tecnico sotto la guida del nuovo mister, coadiuvato dal vice Leandro Greco, la squadra ha cominciato a macinare sempre più risultati importanti, fino ad attestarsi in terza posizione di classifica. Una squadra composta da elementi importanti, fra questi citiamo il portiere Giacomo Poluzzi, Daniele Casiraghi, il difensore centrale Giovanni Zaro, gli attaccanti Mustapha Cissè, Raphael Odogwu, Matteo Rover, poi ancora Filippo Berra, Luca Belardinelli, Nicholas Siega per citarne alcuni, anche se in definitiva è tutto il complesso che sta dando il meglio di sé sbaragliando qualsiasi pronostico di inizio stagione. Una squadra che ormai, a livello di alta classifica, sta dimostrando di non essere assolutamente una meteora, ma una realtà consolidata.

La storia del club

La società è stata fondata a Bressanone nel 1974 come sezione della polisportiva Sport Verein Milland. Si è scissa dalla "società madre" nel 1995, allorché è stata ridenominata Football Club Südtirol-Alto Adige, adottando così i colori sociali bianco-rossi. Nel 2000, a seguito del trasferimento a Bolzano, città in cui ha la sede legale, la denominazione è divenuta F.C. Südtirol, con l'intenzione di rappresentare non solo il capoluogo, ma tutto il territorio provinciale altoatesino. Inoltre da circa trent'anni il club biancorosso si è imposto come realtà calcistica principale in tutto l'Alto Adige, con il maggior numero di stagioni nel professionismo. Grazie alla bella vittoria nel girone A della Serie C nel campionato 2021-2022 ha ottenuto la sua prima storica promozione in Serie B, unica società del Trentino-Alto Adige ad aver mai raggiunto un simile traguardo nell'epoca del girone unico (in precedenza solo il Bolzano aveva preso parte per un anno alla divisione cadetta, nella stagione 1947-1948, che però era stata momentaneamente ampliata a tre gironi con l'ammissione delle migliori società di Serie C). Nella stagione 2022-2023 milita quindi nella seconda serie del campionato italiano di calcio, e vista la posizione di classifica, si sta togliendo delle grandi soddisfazioni. I colori sociali del club dal 1995 sono il bianco e il rosso, mutuati dalla storica simbologia araldica della provincia e della città di Bolzano, oltre che del Tirolo storico.

Gli impianti sportivi

Nel 1995, con l'inizio dell'epoca biancorossa, arrivò un primo trasferimento al più capiente campo polisportivo del lido di Bressanone, poi ribattezzato Raiffeisen Arena, che sorgeva sulla sponda opposta dell'Isarco, praticamente dirimpetto a Millan. Nel 2000 si registrò un doppio trasferimento: le difficoltà di gestione del terreno di Bressanone, omologato in deroga per la Serie D, comportarono la necessità di trovare un nuovo campo interno, che fu individuato nella Sportzone di Termeno sulla Strada del Vino. A stretto giro il passaggio tra i professionisti rese necessario reperire un terreno di maggiore capienza, che in Alto Adige era individuabile unicamente nello Stadio Druso di Bolzano, arena polisportiva con due tribune laterali coperte. Tale soluzione ebbe alcuni risvolti problematici: il Bolzano, club che storicamente usufruiva nello stadio e ne aveva la gestione, protestò a più riprese per la convivenza con il Südtirol, che dal canto proprio valutò anche la costruzione di un proprio impianto nel comune di Laives, il cui sindaco approntò allo scopo un piano finanziario di massima. Il mantenimento della sede legale a Bressanone fece sì che nel 2007 la Federcalcio ingiungesse al Südtirol di fare ritorno in tale città, salvo poi sanare la situazione concedendo un'apposita deroga; la querelle rientrò del tutto solo ai primi del 2011, allorché il Südtirol trasferì anche il proprio domicilio formale nel capoluogo altoatesino. Dal 2000 in poi, al netto delle suddette traversie e salvo rare occasioni, come ad esempio i playoff del campionato 2019-2020, giocati a porte chiuse nuovamente alla Raiffeisen Arena di Bressanone, il Südtirol disputa stabilmente le proprie gare interne a Bolzano.

Tifosi Sudtirol

La tifoseria

L'origine storico-geografica del Südtirol gioca un ruolo determinante nel configurarne il seguito di pubblico, perché questo club calcistico è nato a metà anni 1970 in un territorio dove il seguito popolare nei confronti del calcio è nettamente inferiore rispetto a quello di cui godono altre discipline, quali ad esempio hockey su ghiaccio e sport invernali in genere presenti nel territorio. Nessuna squadra del Trentino-Alto Adige è mai riuscita a partecipare a un campionato nazionale di massima serie e, come dicevamo prima, prima del Südtirol solo il Bolzano aveva al suo attivo una stagione in Serie B. Il tifo calcistico locale tende perciò a rivolgersi in massima parte verso le squadre di Serie A, oppure al Bayern Monaco: la comunità di madrelingua tedesca trova più naturale seguire la Bundesliga rispetto ai campionati italiani. In aggiunta, la società ha subìto un radicale cambio d'identità, sia per via della ridenominazione da Milland a Südtirol, che soprattutto per la decisione di trasferirne la sede nel capoluogo provinciale, ove già esisteva una società di più antica tradizione come il Bolzano, fondato nel 1931 e scioltosi al termine della stagione 2014-2015 per far spazio alla Virtus Bolzano, che in parte ne ha rilevato l'identità. Dal canto suo la società ha mostrato nel corso della propria storia un comportamento ambivalente: dopo aver trascorso circa un ventennio qualificandosi col solo toponimo provinciale, nell'annata 2015-2016 ha per la prima volta rivendicato apertamente la propria "natura bolzanina", includendo il nome della città nello stemma sociale, al fine di avvicinarsi maggiormente alla popolazione del capoluogo, che per il 75% è di madrelingua italiana.

Un assetto societario diverso dal solito

Società a responsabilità limitata, il Sudtirol ha un assetto atipico per una società professionistica italiana: si tratta, infatti, di una public company, con alcune rigide regole: un tetto massimo allo stipendio dei calciatori, il 30% del budget annuale destinato

alla gestione del settore giovanile, una forma di azionariato popolare attraverso un meccanismo che, con il 10% delle quote, garantisce ai cittadini, e alle società dilettantistiche, di poter esprimere un membro nel cda.

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