La Svezia è la terza forza assoluta dei Mondiali d’Australia e Nuova Zelanda: il verdetto è inequivocabile a Brisbane, e l’Australia può soltanto festeggiare, di fronte ad un pubblico ancora una volta calorosissimo, una competizione disputata ben al di sopra delle aspettative. Sì perché per le padrone di casa, nonostante l’amarezza del risultato del campo, rimane, questo, il miglior risultato raggiunto nella storia delle Matildas: dall’esordio del 1995 e nelle 7 partecipazioni al torneo iridato, è la prima volta che la rappresentativa australiana riesce – e con la soddisfazione di farlo da paese ospitante – a superare i quarti di finale. La Svezia rimane l’eterna, ma infallibile, damigella d’onore: è la quarta volta – un altro record – che le gialloblù scandinave si giocano il terzo posto in una Coppa del Mondo, e la quarta volta che lo vincono.
«Volevamo portare a casa una medaglia», sottolinea Tony Gustavsson, svedese di nascita ma alla guida delle Matildas dal 2020 «ma forse abbiamo vinto qualcosa in più d’una medaglia».
A team for the history books. @TheMatildas | #FIFAWWC pic.twitter.com/E5cs1TfSMj
— FIFA Women's World Cup (@FIFAWWC) August 19, 2023
Terzo e quarto posto assegnati, adesso mancano soltanto le postazioni più illustri del podio a chiudere le danze d’un Mondiale senz’altro da ricordare: la finalissima di Sydney – la prima tra due europee alla loro prima volta – tra Spagna ed Inghilterra è in programma per domani, domenica 20 agosto, dalle ore 12:00 italiane e sarà trasmessa in chiaro in tv su Rai Sport HD e in streaming su RaiPlay e Fifa+.
La descrizione di un attimo
Al Suncorp Stadium di Brisbane, la Svezia di Gerhardsson parte forte d’esperienza, per settare sin da subito l’andamento del match: così, al primo giro d’orologio della gara, è Blackstenius a tentare la prima conclusione assoluta, fermata però da Arnold senza eccessiva difficoltà. La gara è vivace e piacevole, tanto che, nonostante siano le scandinave a dare una parvenza di controllo al gioco, è Raso, che si aggiusta il pallone sul destro e ci prova da distanza ravvicinata, al 23’, a collezionare un’ottima occasione, allungata però in angolo da Mušović. Mezzo minuto più tardi, l’occasione d’oro è della Svezia ed è ancora Blackstenius che apre di potenza spazi pericolosi: la ‘96 dell’Arsenal è messa a terra in area ma riesce a scaricare su Asllani, che crossa morbido per la testata di Rolfö che si schianta sulla traversa. Nel sospiro generale dei spettatori di Brisbane, Cheyl Foster è richiamata dal Var per l’intervento (irregolare) di Hunt che, nell’innesco della precedente azione, aveva peccato d’un tocco netto sulla caviglia dell’attaccante svedese: è rigore. Dal dischetto, Angeldahl passa il pallone ad uno dei volti più rappresentativi, in termini di qualità ed impatto, della corazzata scandinava: Fridolina Rolfö, con freddezza magistrale, incrocia un rasoterra più preciso che potente; Arnold è in traiettoria, ma il tiro è troppo angolato per i guantoni dell’estremo difensore australiana.
Le Matildas salgono in concitazione: ci provano con le incursioni di Foord e la classe di Sam Kerr, che al 37’ si esalta con uno stop in aggancio al volo maestoso e poi cerca un dribbling complesso nell’area avversaria: è tutto lì l’orgoglio dell’Australia, che certo non si dà per vinta e vuole dimostrare di meritarsi, per l’ultima volta di fronte al proprio pubblico, il podio mondiale. La Svezia è indubbiamente più organizzata nel giro palla e colleziona, grazie ad una costruzione pregevole, altre potenziali occasioni: prima col bel gesto tecnico di Asllani che tenta, da posizione laterale, una zampata in volo; poi, su un retropassaggio pericolosissimo di Polkinghorne, Blackstenius anticipa in corsa l’uscita di Arnold ma il controllo è difficile è la palla è out. C’è spazio anche per Zećira Mušović per mettersi in mostra, quando la svedese blocca in due tempi il tentativo forse smorzato di Cooney-Cross. Allo scadere del primo parziale, la tensione è alta e le scintille tra Asllani e l’ammonita Gorry sono rappresentazione plastica dell’emotività in campo.
Opener, found. https://t.co/j22XNtlcRq
— FIFA Women's World Cup (@FIFAWWC) August 19, 2023
L’impresa è di entrambe
L’Australia cerca di alzarsi per rimediare, nel più breve tempo possibile, allo svantaggio. Così facendo, però, lascia praterie di libertà per i contropiedi letali delle svedesi, che in velocità e propulsione regalano polvere alle retrovie delle Matildas. È il minuto 61, quando un fulmineo capovolgimento di fronte innesca Blackstenius che cerca un dribbling nell’area di Arnold e, non riuscendo a passare, tiene palla in attesa di rinforzi; pressata, la recupera e poi scarica intelligentemente per Kosovare Asllani: l’ex Madrid e PSG classe ‘89, in forza al Milan dallo scorso anno con una stagione da 17 presenze e 9 gol, scarica un destro potentissimo e sigla il raddoppio.
Dieci minuti dopo, l’Australia potrebbe ferire la Svezia con la sua più cara arma, il corner: da calcio d’angolo, Hunt si trova a svettare facendo da torre al centro dell’area piccola per Polkinghorne, che, quasi scivolando, riesce a prolungare in tiro a letteralmente due passi da Mušović, ma il portiere del Chelsea chiude la saracinesca e nega la gioia alle padrone di casa.
A questo punto, col risultato consolidato e l’Australia che però non cede e le prova tutte per buttarsi all’arrembaggio per recuperare o quantomeno rendere meno amara una sconfitta non certo assoluta, le scandinave cercando di gestire ed agire senza fretta, con pragmatica cautela ed intelligenza tattica. Nei 6’ di recupero sul tempo regolamentare, tanti lanci lunghi, cross al centro dell’area svedese anche da distanze siderali: c’è da tentare il tutto per tutto. Ma non basta. Il triplice fischio della gallese Cheryl Foster decreta la fine d’un match blindato dalla qualità svedese: game set match. La standing ovation del pubblico è pure e assoluta gioia per chiunque ami questo sport.
Truly incredible.
— FIFA Women's World Cup (@FIFAWWC) August 19, 2023
Thank you for everything, @TheMatildas. https://t.co/JPsrpgQGr8
Il tabellino del match
SVEZIA – AUSTRALIA 2-0
SVEZIA (4-2-3-1): Mušović, Andersson, Eriksson, Ilestedt, Bjørn, Asllani (67’ Hurtig), Angeldhal, Rolfö, Kaneryd (89’ Sembrant), Rubensson, Blackstenius (67’ Blomqvist). A disp.: Falk, Enblom, Lennartsson, Sandberg, Janogy, Jakobsson, Seger, Bennison, Schough. All. Peter Gerhardsson
AUSTRALIA (4-4-2): Arnold, Polkinghorne (74’ Chidiac), Catley, Hunt, Carpenter (74’ Nevin), Foord, Raso (60’ Vine), Gorry (60’ Van Egmond), Cooney-Cross, Fowler, Kerr. A disp.: Williams, Micah, Luik, Wheeler, Yallop, Kennedy, Simon, Grant. All. Tony Gustavsson
Marcatrici: 29’ rig. Rolfö (S), 62’ Asllani (S)
Ammonite: 45’+1’ Gorry (A), 89’ Rubensson (S), 90’+4’ Hurtig (S)
Arbitro: Cheryl Foster (Galles)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.