Si respira una certa tensione in attesa del derby della Madonnina in programma questa sera, 22 aprile, allo Stadio G.Meazza di San Siro: la stracittadina milanese, infatti, potrebbe non mettere in palio solo i tre punti della vittoria, ma, in caso di trionfo dei nerazzurri, sancirebbe la conquista matematica dello scudetto della stagione 2023/2024 da parte dell'Inter nonché l'agognato traguardo della seconda stella.
Due stati d'animo diversi
Sarebbe di certo uno smacco per i rossoneri allenati da Stefano Pioli i quali, dopo l'eliminazione ai quarti di finale dell'Europa League, sono chiamati a compiere quantomeno l'impresa di rovinare la festa agli odiati cugini. Completamente differenti gli stati d'animo tra le due parti, con l'Inter che aspetta solo di conoscere il momento in cui festeggerà la vittoria del campionato di Serie A, e giocherà pertanto con la mente più libera, e il Milan che, dopo aver fallito tutti gli obiettivi stagionali, si aggrappa all'idea di tenersi stretto il secondo posto. L'augurio dei tifosi è che i loro beniamini tirino fuori quell'orgoglio che è mancato giovedì in coppa per non vedersi festeggiare in faccia lo scudetto della seconda stella: chiaro, quindi, che le pressioni siano tutte sul Milan.
La tragedia
È inevitabile che in una situazione di grande tensione del genere possano filtrare dei timori a causa dell'eventuale rischio di scontri tra le due tifoserie, sia fuori che dentro lo stadio, eppure, ciò nonostante, non dovrebbe esserci alcun problema. Ma perché non c'è da preoccuparsi? Per via di un "patto di non belligeranza" stretto dagli ultras di Milan e Inter nell'ormai lontano 1981, quando a perdere la vita dopo alcuni scontri fu un tifoso nerazzurro allora 21enne.
Bisogna quindi fare un salto nel passato di oltre quarant'anni, per la precisione fino alla prima delle tre edizioni del "Mundialito per club" che si giocarono a San Siro negli anni '80. A prendere parte al torneo nel 1981, oltre al Milan e all'Inter, c'erano anche Peñarol, Feyenoord e Santos, ma purtroppo quell'edizione rimase nella storia soprattutto per la morte del 21enne Vittore Palmieri durante gli scontri tra i supporters rossoneri e nerazzurri all'esterno dello stadio: il tifoso morì dopo tre mesi.
L'accordo tra le curve
Quello fu il punto di non ritorno. I capi ultras di Milan e Inter decisero di stringere un accordo per evitare che situazioni del genere potessero mai più accadere. Il patto di non belligeranza resiste da oltre quarant'anni, e si tratta di certo di uno degli accordi più longevi della storia del nostro calcio.
Da allora, in effetti, solo qualche frecciata e scaramuccia di scarso rilievo, anche se ci sono stati degli episodi che hanno fatto emergere qualche tensione eccessiva. Uno dei più celebri si è verificato di recente, quando Federico Dimarco, dopo l'eliminazione del Milkan nel derby di Champions dello scorso anno, prese in mano un megafono intonando dei cori contro i cugini. Quel "Milanista chiacchierone" non andò giù al popolo rossonero, e qualcuno srtotolò sotto casa del terzino uno striscione di minacce: "Dimarco pensa a giocare... o la lingua te la facciamo ingoiare". La Sud rilasciò una nota per spiegare l'accaduto: "Un conto sono gli sfottò riferiti ai giocatori e alla società, tutt’altro discorso sono i cori di scherno verso una Curva alla presenza della stessa. E con un coro che la Curva Nord non canta di proposito da mesi". Per fortuna tutto si risolse dopo un chiarimento e le scuse di Di Marco.
L'accordo sarà quindi rispettato anche questa sera, qualunque sia il risultato finale del derby.
"C’è un patto di non belligeranza che va avanti da 40 anni. È una garanzia per tutti, altrimenti Milano sarebbe un campo di battaglia", ha spiegato a Il Corriere il capo degli ultras dell'Inter Marco Ferdico, ribadendo il fatto che tra le due curve c'è rispetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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