Calpurnia racconta la sua verità

Calpurnia racconta la sua verità

Se le donne avessero potuto giocare un ruolo decisivo nella politica e nel potere, la Storia probabilmente sarebbe andata in modo diverso. È un appello in difesa della sensibilità, del buon senso, della capacità di analisi e di introspezione proprie dell’animo femminile il presupposto da cui prende le mosse lo spettacolo 15 marzo 44 a.C. che Lorenzo Gioielli (autore, interprete e regista) presenta da questa sera nella cornice dei Mercati di Traiano. Le donne in questione rispondono qui ai nomi di Calpurnia (una Edy Angelillo smagliante e particolarmente felice di provarsi con un ruolo dalle corde drammatiche), moglie di Cesare, e Porzia (Virginia Raffaele), passionale sposa di Bruto (Rolando Ravello), e la pièce, già presentata l’anno scorso sotto forma di lettura nella medesima area archeologica, scandaglia le fondamenta emotive su cui esse impostarono la loro relazione con i rispettivi mariti e, soprattutto, l’arguta sensatezza con cui entrambe, pur se invano, affrontarono l’ultima notte di vita del celebre condottiero e senatore. Si tratta, insomma, di una un’operazione che racconta, con un linguaggio semplice e moderno, la Storia non tanto dalla parte dei fatti quanto dalla parte di coloro che, nolenti o volenti, ne furono protagonisti e/o vittime. «Sono convinto - spiega Gioielli - che se il mondo femminile avesse avuto un peso nella Storia, questa sarebbe andata meglio. Nel caso specifico del mio lavoro, se Cesare e Bruto avessero dato ascolto alle parole delle mogli, quell’omicidio non ci sarebbe stato. Viviamo in un mondo eccessivamente maschilista, che è sempre stato tale, e invece credo che le donne sappiano andare più in profondità». È però assodato che la Storia è una nozione ineluttabile, una linea retta che colleziona, dal passato a oggi, eventi immutabili, netti. Le cose quella notte del 44 a.C. andarono come tutti sappiamo e da questo dato non si sfugge. «Motivo per cui nello spettacolo, per il quale mi sono ispirato ovviamente a Shakespeare, a un libro di Canfora su Cesare e a tanto materiale raccolto in mesi di ricerca, c’è anche una zona riservata a una sorta di voce narrante (se ne fa carico Lorena Scintu, ndr) che rappresenta proprio la Storia con le sue costanti, con le sue inquietanti analogie: basti pensare all’omicidio di Moro o a quanto sta accadendo in questo periodo in Iran». Questa duplicità di piani espressivi viene poi ulteriormente enfatizzata dall’impianto scenografico che l’artista contemporaneo Gregorio Botta ha realizzato ad hoc. Se da una parte Cesare resta sordo ai consigli notturni della moglie che lo scongiura di non recarsi in Senato (la Angelillo vede Calpurnia soprattutto come «un esempio di masochismo femminile»), dall’altra Bruto, pur se dubbioso (e il Bardo ce lo insegna assai bene), disdegna i tentativi che Porzia fa per indurlo a desistere dal sanguinario proposito. D’altronde, direbbe Macbeth, «quel che è fatto, è fatto». Rimane tuttavia la possibilità, per il teatro come per le altre arti, di guardare alla Storia con sguardo contemporaneo, di renderla problematica e più vicina a noi.
15 marzo 44 a.C.

costituisce la prima tappa del progetto triennale Urbis Eterna promosso dall'associazione Lyras, all'interno del quale prenderanno forma, nei prossimi anni, un allestimento su Adriano e uno su Costantino. Info: 06.97612906.

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