Cambio epocale: l'Italia buonista si allinea all'Ue

Cambio epocale: l'Italia buonista si allinea all'Ue

L'approvazione della nuova normativa sulla sicurezza ha abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari archiviando la stagione dell'Italia caritatevole e solidale in materia di immigrazione, e allineandoci all'Europa. Sinora la protezione per motivi umanitari, misura discrezionale che avrebbe dovuto avere un carattere residuale, era divenuta la principale fonte di accesso per lo straniero in Italia: tra le richieste di asilo del 2017 delle circa 35mila domande accolte, circa 20mila hanno riguardato il rilascio di permessi per ragioni umanitarie. Non va trascurato che tutti i permessi, nel periodo di vigenza, consentono al cittadino straniero di essere equiparato al cittadino italiano nelle provvidenze e nelle prestazioni di assistenza sanitaria e sociale. È facile quindi intuire che l'avvenuta abrogazione della protezione umanitaria potrebbe provocare quasi il dimezzamento di consistenti spese a carico dello Stato. Altra novità ha riguardato il trattenimento dello straniero richiedente asilo per il periodo necessario alle operazioni volte ad individuarne identità e cittadinanza. L'Italia sino ad oggi, disattendendo la direttiva comunitaria 33/2013, con decreto legislativo n. 142 del 2015, aveva vietato la possibilità di trattenere il richiedente protezione internazionale nel corso di esame della sua domanda di asilo, disponendo il trattenimento solo dinanzi a un grave pericolo per l'ordine pubblico. Si comprende come sia stato semplice per un numero consistente di irregolari, un volta varcati i nostri confini nazionali, potersi dileguare. Riserverei un giudizio positivo alle seguenti parti del testo normativo: 1) che puniscono l'organizzazione dell'accattonaggio a fini di profitto. Si pensi alle organizzazioni che reclutano soprattutto minori per l'accattonaggio da strada; 2) che vietano la concessione degli arresti domiciliari in immobili occupati abusivamente; 3) che prevedano l'arresto obbligatorio per lo straniero già respinto che faccia nuovamente ingresso in Italia violando le prescrizioni di legge.

Apprezzabile, infine, che per realizzare i Centri per il rimpatrio si proceda con una semplice procedura negoziata, valorizzando l'esperienza del personale pubblico e restituendogli così piena responsabilità nelle scelte. Tutto sommato una buona norma.

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