La decisione passa in sordina. Tanto che non ne sapevano nulla neppure al ministero della Giustizia. Tantomeno ne sapeva qualcosa il titolare della poltrona, il ministro Paola Severino.
A metà gennaio il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri firma la convenzione con Telecom per la conferma dei servizi di comunicazione elettronica. Una convenzione che vale centodieci milioni di euro. E che garantisce, tra le varie voci di spesa, i braccialetti elettronici. Un capitolo già discusso ampiamente in passato. Sottosfruttato - a portare il braccialetto alla caviglia in Italia sono solo otto persone - ed estremamente costoso.
La Cancellieri firma dunque. Peccato che nessuno lo fa sapere alla Severino, che nel frattempo si è impegnata pubblicamente a non rinnovare la convenzione se prima non sarà confermata l'effettiva utilità dei braccialetti. E la cosa sarebbe passata in sordina. Se l'ex ministro Nitto Palma non avesse sollevato la questione durante un audizione.
Il ministero dell'Interno si affretta a minimizzare. Fa sapere che la parte di contratto relativa ai soli braccialetti "pesa sull'intera economia del contratto per poco più di 9 milioni di euro".
E a smentire il dissidio interno è anche il ministro della Giustizia, Paola Severino. Nessun litigio sui braccialetti elettronici, ma anzi "un'intesa perfetta". Anche perché, sottolineano le parti in causa: "I braccialetti sono previsti dalla legge".
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