Caos nelle scuole: ancora vacanti più di 10mila posti

La scuola milanese non riesce a liberarsi della piaga del precariato. Nel luglio scorso sono stati assegnati duemila e 500 posti fissi (per insegnanti e personale non docente), ma sono almeno diecimila i posti ancora da coprire. Posti da assegnare a personale supplente con contratti a tempo determinato, fino al termine dell’anno scolastico mettendo in crisi la continuità didattica, uno dei cardini della qualità del servizio scolastico.
«Più di un quinto degli insegnanti cambia scuola da un anno all’altro – spiega Federico Niccoli, storico dirigente scolastico milanese e attualmente coordinatore di corsi di formazione docenti alla Bicocca -. Perché avviene questo fenomeno? Non certo per strane congiunzioni astrali, ma per una sorta di patto scellerato tra ministero, sindacati e docenti: a fronte di retribuzioni inadeguate si fa assurgere a presunto diritto degli insegnanti il continuo turnover. Più esplicitamente: all’atto dell’assunzione in ruolo (ora “a tempo indeterminato”) all’insegnante – ma anche al dirigente scolastico e al personale a.t.a.- non si chiede di stipulare un “contratto formativo” con l’utenza, ma lo si lascia libero di sperimentare di anno in anno tutte le forme possibili di nomadismo cattedratico. Si comincia con il trasferimento; se non basta si prova con l’assegnazione provvisoria e con l’utilizzo e via itinerando fino alla conquista del posto possibilmente sotto casa. Non è, ovviamente, indecente l’aspirazione individuale ad ottenere il posto di lavoro nelle vicinanze della propria abitazione. È, però, irragionevole che la migrazione possa avvenire continuamente quasi tutti gli anni e senza alcun vincolo (termine di un ciclo, di un progetto, ecc.) legato alle inderogabili esigenze di servizio».
Aggiunge Pippo Frisone, sindacalista della Cgil scuola: «Quando un insegnante viene assunto in ruolo, per tre anni, non può chiedere il trasferimento. Succede allora che fa ricorso all’assegnazione provvisoria per motivi di famiglia. E se ne va nella scuola vicino a casa. Anche quest’anno un migliaio di docenti se ne sono andati da Milano in questo modo».


«Se al Sud ci sono posti vuoti – aggiunge Rita Frigerio, responsabile della Cisl scuola – dovrebbero prenderseli con l’immissione in ruolo. Invece gli organici continuano a restare indefiniti e ogni anno cambiano e sono a disposizione per favorire questo fenomeno».

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