Capello: «In serie B non resto»

Quattro ore di colloquio con l’ad Sant’Albano. L’ombra del Real Madrid, il piano «retrocessione» e l’arrivo di Tardelli nel club

Alessandro Parini

da Torino
Nessuna comunicazione ufficiale. Come previsto. Fabio Capello e Carlo Sant'Albano, allenatore e amministratore delegato della Juventus, si sono incontrati ieri mattina presso la sede della società. Corso Galileo Ferraris, nel cuore dell'elegante quartiere della Crocetta, una bandiera con lo scudetto numero 29 a sventolare dal secondo piano della palazzina: l'unica forse esposta in tutta Torino, perché «fino a quando non ci condanneranno, sarà giusto celebrare le vittorie ottenute sul campo».
Qui, al numero civico 32, Capello ha fatto il suo ingresso pochi minuti prima delle 9 e di qui ne è uscito passate le 13 in compagnia del direttore sportivo Alessio Secco: abbronzato, sportivo e (secondo alcuni) rilassato. Incontro di routine, durato però quattro ore: tante, forse troppe perché si creda alla versione che vuole si sia parlato solo di comproprietà da risolvere. In realtà, sul tavolo c'era molto di più e nulla pare essere cambiato: Capello non avrebbe dato alcuna garanzia alla dirigenza di volere rimanere a Torino anche in caso di retrocessione (anzi, ha chiaramente detto: io qui in B non ci resto) e la dirigenza non ha potuto far altro che prendere atto, dal momento che l'allenatore è tutelato da un contratto che chiama 4 milioni l'anno con scadenza giugno 2007. In più l'allenatore di Pieris aspetta le elezioni presidenziali del Real Madrid programmate per il prossimo 2 luglio: se vincesse Ramon Calderon, lui avrebbe il posto assicurato.
Se invece così non fosse, aspetterebbe le sentenze della giustizia sportiva italiana augurandosi che la Juve, magari penalizzata, possa rimanere in serie A: in caso contrario, potrebbe sempre abbandonare e rimanere fermo un anno.
Se una volta era la Juve a fare e disfare, adesso le posizioni di forza appaiono rovesciate. Per convincere la Triade a togliere il disturbo si è dovuto dimettere l'intero Consiglio di Amministrazione: ora il problema pare riproporsi con Capello. Che la proprietà vorrebbe (o avrebbe voluto) confermare a prescindere dalla categoria, certo, ma che invece continua a rivelarsi sfuggente. Anguillesco, quasi. Capello non si vede in serie B, ma ha un contratto con la Juve per altri dodici mesi. Dall'altro lato, è comprensibile la difficoltà con cui si muove Sant'Albano: deve già affrontare emergenze economiche determinate dalla ridiscussione dei rapporti con gli sponsor e diventa difficile dire a Capello «grazie e arrivederci» regalandogli dodici mensilità.
Per questo - camminando sull'orlo di un burrone, senza alcuna certezza di quello che accadrà e con la simil certezza di dovere presto mettere mano a un piano B - tanto vale aspettare gli eventi. Dopo di che il piano B è già pronto e prevede l'arrivo di Walter Novellino quattro promozioni dalla cadetteria alla serie A (Venezia, Napoli, Piacenza e Sampdoria) affermandosi come uno dei tecnici più validi dell'ultima generazione.

Lui, l'ex «Monzon», ha già fatto sapere di essere pronto a rispondere alla chiamata e di volere eleggere Del Piero a simbolo della rinascita. In compenso, si avvicina l'ora di partenze eccellenti: per aiutare il giovane direttore sportivo Alessio Secco, probabile l'impiego di Marco Tardelli come operativo a livello tecnico e di mercato.

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