Il patron dell'Esselunga, Bernardo Caprotti lascia la presidenza della catena dei supermercati. Un gesto simbolico, pensato e deciso a seguito della sentenza del tribunale di Milano riguardo al libro "Falce e carrello". Caprotti mantiene però tutte le deleghe operative di Esselunga. L’annuncio è stato dato dallo stesso fondatore della catena di supermercati, nel corso della presentazione del film "Il mago di Esselunga" di Giuseppe Tornatore.
"Soprattutto dopo la sentenza che fa di me praticamente un ladro - ha detto Caprotti - le mie dimissioni dalla presidenza saranno sul tavolo tra sette giorni. Ma questo non vuol dire che mi ritirerò da quello che faccio", ha spiegato Caprotti che non ha ancora rivelato il nome del prossimo presidente di Esselunga.
"Spiace essere giudicato concorrenza sleale - ha detto - perché per me è come essere considerato un ladro, un uomo squalificato, e mi rimane appiccicata una cosa terribile". Dopo la pubblicazione del libro "forse un cambiamento di opinione c’è stato perché il mondo va evolvendo - ha spiegato Caprotti - aprire un negozio di 4 mila metri in Italia è difficile come realizzare una centrale nucleare in Francia, ci vogliono 12-15 anni".
Per quanto riguarda il futuro di
Esselunga, Caprotti ha assicurato che non ci saranno cambiamenti e che l'azienda "è e rimane italiana e resta un’azienda familiare. L’azienda avrà un management e un controllo tranquillo e non andrà in Borsa".
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