«Cari sestresi, verrò per farvi tornare liberi»

(...) Lo dichiara alla giornalista Roberta Bottino nel servizio in onda ad introdurre gli interventi di ieri. Un'intervista in cui parlano di depuratore (che per il sindaco funziona benissimo) e di immagine lesiva della città nella trasmissione precedente. Quindi nessun placet al gazebo perché sarebbe in atto una strumentalizzazione politica. La giornalista fa il suo mestiere e ci riprova ad invitarlo ad un confronto. Macchè, la risposta del sindaco è che avrebbe partecipato solo su campo neutro. Già, «neutro», che val bene una sottolineatura e manda in bestia il direttore della Tv, Giorgio Medail: «Questa è l'ultima sciocchezza. Ma cosa vuol dire neutro? L'Italia non è fatta di campi. L'unica cosa seria che può fare è mettere a disposizione gli spazi secondo i principi di libertà e democrazia. Siamo tornati indietro di 60 anni, ai tempi di Stalin, e lui che ha il coraggio di parlare di campo neutro». Intanto sull'intera faccenda continua il silenzio da parte dell'ordine e associazione dei giornalisti liguri cui Roberta Bottino e i suoi colleghi sono regolarmente iscritti. Chiusa parentesi. Lo spazio «incatenato» incuriosisce, la varia umanità scivola, rallenta e chiede. La telecamera sul cavalletto e Giuseppe Ianni, presidente del Circolo della libertà «Golfo del Tigullio», che introduce. La parola subito a Franco Repetto, presidente albergatori sestresi, che difende la città, conferma d'essersi sentito offeso dalla precedente trasmissione e d'avere chiesto al sindaco d'intervenire. Insiste su un trend turistico in crescita, sulla fidelizzazione della clientela e su una stagione invernale da progettare. Due minuti. Poi interviene Graziano Stagni, capogruppo Fi in Comune. Attacca il sindaco sulle motivazioni illegittime della sua scelta, sull'aver negato uno spazio in una via pedonale che ospita mercatini. «Siamo incatenati - ironizza - e tutta la città non parla d'altro. Un atto di diniego sentito da tutti. Il sindaco deve governare il suolo pubblico, non vietarlo». Ianni riprende il microfono, la trasmissione si anima e le persone ascoltano da bordo-catena. Commenti sottovoce, poi lo scambio di battute tra Ianni e Michela Brambilla, lui che parte dalle amministrative del 2008 per strapparle un impegno su Sestri, «per mandare a casa questi signori». E lei che accetta l'invito, sarà nella Bimare per le elezioni, che i Circoli crescono e cresce l'entusiasmo. E chissà che quagli l'ipotesi di Sestri come laboratorio ligure dei Circoli della libertà, simil Courmayeur lanciata dal Giornale. Ma Brambilla non risparmia la stoccata: «Il sindaco ha dimostrato d'essere in linea con la mentalità di sinistra, di non sapere dove sta di casa la democrazia». E non rinuncia alla battuta: «Nel lago di Lecco c'è il lavarello, un pesce che non sa né di me né di te...». La gente sta dietro, a cavallo della catena, le braccia conserte. Ermes Paterlini, presidente della locale Ascom, attacca sul depuratore «che non ha mai funzionato, sulla speculazione edilizia, sul calo dei residenti e su un turismo sbandato». Il microfono passa di mano, intervengono i cittadini. Turisti e non.

Per dire democraticamente la loro. Lo faranno ancora domani e dopo. Stessa ora (primo collegamento alle 14, poi diretta dalle 16 per una ventina di minuti) e stesso luogo. Stessa catena. Che il gazebo può stare solo in campo neutro. Ma quale?

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