Carrozza: "Tagliare i finanziamenti alle paritarie? Un disastro"

Il ministro batte cassa: "Più soldi alla scuola pubblica o lascio l'incarico". Ma difende il servizio garantito dalle paritarie: "Tagliare i finanziamenti sarebbe un disastro"

Maria Chiara Carrozza, ministro della pubblica istruzione
Maria Chiara Carrozza, ministro della pubblica istruzione

Nell'inesauribile scontro tra ideologici sostenitori della scuola pubblica e liberali propugnatori della scuola privata il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza pone una linea di demarcazione. Se da una parte l'esponente piddì arriva a minacciare le dimissioni nel caso in cui non dovesse arrivare dalle casse dello stato una pioggia di denaro fumante per la scuola pubblica, dall'altra mette in guardia chi vuole togliere i finanziamenti alle paritarie avvertendoli del disastro in cui getterebbero l'intero Paese.

Intervenendo a Nove in Punto su Radio24, la titolare dell’Istruzione si è espressa contro la possibilità togliere i finanziamenti pubblici alle scuole paritarie. Un'iniziativa prettamente ideologica e dannosa che viene portata avanti a Bologna attraverso un referendum che porterà i cittadini alle urne domenica prossima. "Le scuole paritarie coprono una parte degli studenti italiani e offrono un servizio pubblico - ha spiegato la Carrozza - se togliessimo questi soldi metteremmo in grave difficoltà queste scuole e molti bambini non avrebbero accesso alla scuola. Sarebbe un disastro". D'altra parte, i 500 milioni circa di finanziamento alle scuole paritarie sono una parte dei 40 miliardi di spesa per la scuola pubblica. Una piccola parte che, però, va a coprire laddove il sistema delle scuole statali non riesce ad arrivare. Soprattutto sulla scuola dell’infanzia sulla quale, a detta anche del ministro, lo Stato è "debole" e dovrebbe "tornare ad investire". Per quanto riguarda il referendum di Bologna, la Carrozza ha spiegato che il dibattito è ampio: "I promotori del referendum avessero un obiettivo più a lungo termine, anche in relazione al fatto che la scuola pubblica è stata tagliata troppo. Il dibattito mette l’attenzione sulla scuola e quindi a me piace che se ne parli. Magari poi dobbiamo anche pensare a chi deve riuscire a coprire il servizio".

Ad ogni modo la titolare dell'Istruzione è tornata a battere cassa chiedendo più soldi per la scuola pubblica: "O ci sono margini per un reinvestimento nella scuola pubblica oppure devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione". Ai microfoni di Radio24 l'esponente democrat ha quindi rivela che il Belpaese versa "in una situazione drammatica". "Dobbiamo mettere in sicurezza le nostre scuole, dobbiamo metterle in grado di proteggere i nostri bambini.

Abbiamo bisogno prima di tutto di un investimento nell’edilizia scolastica e poi abbiamo bisogno di più insegnanti", ha concluso sottolineando che il futuro del Paese si può "giocare con un esercito di nuovi insegnanti, che davvero ci permettano di migliorare la qualità del nostro servizio".

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