Quattro secoli di disegni italiani dal 500 all800 nella mostra «Italiani a Weimar» aperta alla casa di Goethe. Mancano Parmigianino, Primaticcio, Raffaello, rimasti in Germania per motivi di sicurezza, ma ci sono Carracci, Perin del Vaga, il Cavalier d'Arpino, Giulio Romano, Salvator Rosa, il Guercino. 55 fogli, alcuni rari e con nuove attribuzioni. Forse non i più preziosi fra i mille disegni dellex Museo Granducale di Weimar sorto nel 1775, ma selezionati da Ursula Verena Fischer Pace con un occhio attento al rapporto con chiese e palazzi di Roma.
A partire da quelli acquistati da Goethe (1749-1832) e dal suo collaboratore Mayer, i quali non potendo comprare dipinti, si volsero ai disegni meno costosi che potevano servire anche per spiegare tecniche e stili ai giovani. La mostra getta uno sguardo sulle scuole regionali italiane, indagando in particolare le scuole bolognese e toscana e si conclude con la scuola romana. Da Ottavio Leoni, l'Avedon della società romana del 600 prediletto da nobildonne, cardinali e cavalieri, a Mola, Nebbia, Saraceni, allallievo di Raffaello Perin del Vaga. Logo e fulcro della rassegna lo studio a matita rossa del Cavalier dArpino per laffresco del «Ritrovamento della lupa» per la Sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio.
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