nostro inviato a Montecarlo
Si festeggia la «presa» della Bastiglia il giorno in cui, lungo i tornanti del Principato di Monaco, torna a circolare il fantasma della vedova Colleoni causa il ricordo di quella «presa» impropria della casa della nobildonnafascista da parte di Gianfranco Fini, pardon del suo celeberrimo cognato Giancarlo Tulliani. Montecarlo, un anno dopo l’inchiesta del Giornale , purtroppo per lo scomparso (dalla scena politica) presidente della Camera, riserva ancora parecchie e clamorose sorprese. Perché le cose continuano a non tornare nell’ affaire immobiliare nonostante la magistratura romana si sia impegnata per «tutelare» la terza carica dello Stato evitando fughe di notizie, non interrogandola mai insieme al parente, iscrivendola sul registro degli indagati solo il giorno della richiesta d’archiviazione, spogliandosi dell’inchiesta per truffa aggravata - aperta per accertare se il prezzo di vendita era congruo - non appena le autorità monegasche accertarono che la cifra non era congrua manco per niente. Un anno dopo, con il solo procedimento civile in corso, siamo daccapo.
WALFENZAO SCOMPARE E LA FERRARI RINNOVA Perché Tulliani, infischiandosene dell’invito a reti unificate del fidanzato della sorella, l’appartamento donato ad An per la «buona battaglia» non l’ha mica mollato. Formalmente figura sempre allo stesso indirizzo, al 14 di Boulevard Princesse Charlotte, anche se non domicilia più la sua corrispondenza nell’ufficio di James Walfenzao al 24 di Avenue Princess Grace, il rappresentante delle società off shore Printemps e Timara che si rimpallarono l’acquisto dello stabile, società entrambe riconducibili allo stesso Tulliani, stando al ministro della Giustizia di Saint Lucia. Il governo di Monaco, senza troppo entusiasmo, a febbraio gli ha rinnovato automaticamente il permesso di soggiorno. E in forza di ciò il Nostro ha potuto stipulare un nuovo contratto assicurativo da 3.500 euro l’anno per la «casco » della sua Ferrari F458 con targa monegasca MCJ7(...) che personalmente pulisce negli eleganti autolavaggi del Principato.
RISTORANTI E CONTI CORRENTI SOTTO LE FESTE COMANDATE Nel «Palazzo Fini», ribattezzato così dagli spietati italiani di qua, il rampollo di casa Tulliani non s’è più visto né sentito. E ciò va in contraddizione con le ferree regole di questo Paese extralusso che impone al residente la presenza minima, in casa, di sei mesi e un giorno (gli hanno disdetto il contratto per la tv). A Montecarlo, invece, il Nostro ogni tanto passa ma sembra dormire in hotel (secondo alcuni testimoni al prestigioso Hermitage). Di solito si concede un tour sotto le feste comandate. È stato paparazzato ad aprile al Bay Hotel mentre tra dicembre e gennaio ha cenato nell’esclusivo Beef Bar e un giorno, intorno alle 14,s’è intrattenuto a lungo negli uffici della filiale della Compagnie Monegasque de Banque in Avenue de la Costa, di fronte al Casinò, dove ha il suo conto corrente numero 715709 (...) mai richiesto di esplorare dalla Procura di Roma nella sua blanda rogatoria internazionale.
APPARTAMENTO«GEMELLO» IN VENDITA OLTRE IL MILIONE Come detto, e come poi accertato dalle titubanti autorità monegasche, l’appartamento ereditato da An e finito in uso al fratello di Elisabetta Tulliani (non dimenticatevi che sul contratto d’affitto locatario e locatore hanno la stessa firma) s’è rivelato un affare per chi ha acquistato non certo per chi ha venduto. La Chambre Immobilier di Monaco, con una dichiarazione al ribasso che ha lasciato increduli gli addetti ai lavori, ha comunicato ai pm romani che l’appartamento di quasi 70 metri quadrati con terrazzino (s) venduto nel 2008 a solo 300mila euro era di quasi tre volte inferiore ai prezzi di mercato dell’epoca. Questo senza dimenticare le proposte di offerte ben più consistenti, formali e non, avanzate negli anni al partito dagli inquilini di «Palazzo Fini» e da gente comune nonché, nel lontanissimo 2002, dal consulente di fiducia dello stesso Fini, Filippo Apolloni Ghetti, che stimò il valore dell’immobile ben oltre il milione. La riprova ulteriore che quei 300mila euro erano una follia arriva oggi con la messa in vendita dell’appartamento al piano terra, confinante, speculare a quello di Tulliani, «gemello» nella disposizione e nella metratura: oltre un milione di euro, da ristrutturare. Lo conferma al Giornale il proprietario, Fabrizio Torta. «È vero. Il prezzo pattuito è sul milione o poco più, la vendita è praticamente fatta. Ovviamente se l’appartamento che il signor Tulliani visitò perché durante i lavori di ristrutturazione i suoi operai avevano procurato danni alle pareti, fosse stato ristrutturato, avrei potuto chiedere molto di più. Anche perché la mia casa dà sulla strada, la sua, più tranquilla, guarda in una corte interna. A Montecarlo, con la crisi, siamo oltre i 20mila euro al metro quadrato». Ergo, la casa in uso a Tulliani alienata quasi tre anni fa a solo 300mila euro se rivenduta oggi produrrebbe, per il proprietario del bene, un ricavo di almeno un milione e mezzo di euro, se non di più.
VOCI DI VENDITA IN SEGRETO E LA NUOVA LEGGE DA BRIVIDO Sull’appartamento in uso al cognato di Fini è girata pure voce di una vendita segreta, coperta, per canali, diciamo così, non usuali. «Ne ho sentito parlare anch’io con insistenza, ma sono solo voci, non c’è niente di documentato » spiega al Giornale Luciano Garzelli, il re dei costruttori del Principato, massimo esperto immobiliare, che per aver rivelato di esser stato sollecitato dall’ambasciatore italiano Mistretta a dare una mano a Giancarlo Tulliani e a sua sorella Elisabetta (di cui giura di possedere tre mail ) nella ristrutturazione della casa con materiali e cucina arrivati dall’Italia, s’è beccato una diffida dai legali dei Tulliani ( «mi faccia la cortesia di quella storia assurda della casa non mi chieda niente perché non ne voglio più parlare. Mi hanno denunciato. Ne parlerò in tribunale quando, e chissà quando, ci sarà la causa)». Piuttosto, continua Garzelli, a causa di una nuova legge entrata in vigore a Montecarlo il primo luglio, presto potrebbe conoscersi il nome del vero proprietario della società titolare dell’appartamento donato dalla contessa Colleoni ad An. La legge è passata anche se un’ordinanza più dettagliata su alcuni punti delicati verrà resa nota tra un po’. Sentite qua: «Da una settimana - dice - è in vigore una legge che riguarda la vendita dei beni immobiliari in quanto a Montecarlo esistono all’incirca 3mila off shore che alienano i beni trasferendo le azioni al portatore senza che il Principato di Monaco incameri alcunché. Recentemente, per dire, c’è stata una vendita di un immobile da oltre 100 milioni di euro: un russo ha comprato un bene attraverso una società off shore e Monaco non ha avuto niente. Questa legge, pensata per far guadagnare il governo, obbligherà tutti i proprietari di società off shore ad avere un rappresentante legale a Monaco, il quale deve certificare chiaramente il beneficiario economico della società. Ciò vuol dire che il proprietario di un bene non potrà più essere nascosto, non sarà più sconosciuto. Il provvedimento riguarda tutte le off shore».
UNA TASSA SULLE TRANSAZIONI E IL PROPRIETARIO HA UN VOLTO Sintetizzando: al fisco monegasco, nel caso di specie, sempre che l’ordinanza in arrivo non cambierà le premesse, si dovrà dichiarare chi è il beneficiario economico delle società Printemps Ltd e Timara Ltd (anche se per i governanti dell’isola caraibica dove hanno sede legale le società della compravendita, il beneficial owner ha già un nome e un cognome: Giancarlo Tulliani). Ancora Garzelli: «Qualora dovessero passare le azioni le società off shore dovranno pagare una tassa del 7,5 per cento se sono opache, e 4,5 se sono, diciamo così, pulite. Tutto ciò per evitare che a Monaco sfuggano incassi per il trasferimento dei beni immobiliari e per far emergere chi, fino a oggi, si è nascosto dietro a queste società. Il beneficiario occulto non sarà più tale». Sistemi per sfuggire al controllo? Pochi, a detta di Garzelli. «Si dovrebbe dichiarare e scrivere il falso. O lo si è fatto prima oppure non lo si può più fare. Walfenzao, se è ancora lui il rappresentante della casa abitata da Tulliani, dovrà dire chi è il beneficiario. A proposito di quell’appartamento, venduto a un terzo, un quarto del valore reale, poi mascherato con le società off shore , ecco... quello che mi fa specie è perché le autorità monegasche non abbiano fatto una prelation . Già, perché, per legge, quando c’è un prezzo basso dichiarato le autorità locali hanno sei mesi di tempo per dire: a questo prezzo, più il 10 per cento, l’immobile lo compro io. Mi meraviglio che ciò non è avvenuto visto che il governo è alla ricerca di appartamenti a basso costo per i monegaschi. Evidentemente il vero proprietario dell’immobile aveva appoggi qui a Montecarlo».
QUELLE AZIONI AL PORTATORE E IL CAMBIO IN CORSA Evidentemente. Ma la verità per l’appartamento di Boulevard Princesse Charlotte potrebbe non vedere la luce poiché a settembre dello scorso anno, in straordinaria coincidenza con il balbettante discorso di Fini (quello in cui per la prima volta gettò ombre sul cognato annunciando che si sarebbe dimesso qualora fosse stato dimostrato quel che aveva già dimostrato il governo di Saint Lucia) venne fuori una curiosa notizia: un avvocato di Vicenza, Renato Ellero, ex senatore della Lega, annunciò che la casa di Montecarlo era di un suo cliente «e non di Giancarlo Tulliani». Chi fosse il misterioso cliente, il legale non l’ha mai detto. Però ai microfoni di SkyTg24 disse un qualcosa che a molti fece pensare a un possibile cambio in corsa delle azioni dal titolare della Timara Ltd al cliente senza nome per nascondere il vero acquirente della casa monegasca. Che «per quanto mi risulta, è di questa società di questo mio cliente almeno fino a ieri sera. Tenete presente che le società passano con titolo al portatore, in un minuto passano da una parte all’altra. Ma il nome del mio cliente non posso dirlo, farei un patrocinio infedele, che è un reato.
Non so da quanto tempo sia proprietario di questa società, ma quando ho parlato con lui non mi pareva che fosse da pochi giorni, non sono però in grado di dirvi se l’ha presa un anno fa, due anni fa, otto mesi fa», o il giorno prima. Un dettaglio non da poco. Il caso Montecarlo, atto secondo. Si ricomincia. (ha collaborato Melina Molinari)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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