New York - Gli sceneggiatori della televisione americana lavorano a ritmo serrato per portare sul piccolo schermo l'attualità di una crisi che preoccupa gli Usa. Per farlo mettono in bocca ai loro protagonisti la paura del futuro, la disoccupazione e i tradimenti del mondo finanziario. La crisi è diventata uno dei temi dei principali serial americani. Approda a casa di Homer Simpson, che rischia di perderla in un pignoramento; e a Wisteria Lane, l’elegante via suburbana della Casalinghe disperate nel sud della California. Susan Mayer deve lavorare part time per pagare la scuola privata del figlio e la pizzeria della famiglia Scavo continua a perdere clienti. La crisi entra anche nelle puntate di Ugly Betty e Flashpoint. Nel primo la casa editrice Meade è costretta a chiudere una delle sue riviste. Nel secondo invece una compagnia di mutui si mette alla ricerca degli insolventi. E con la recessione cambiano anche gli eroi e i nemici: se negli anni scorsi (dopo 28 anni) dai serial erano scomparsi i poliziotti vecchia maniera di Hill Street Blues e Nypd Blue, se l’America si era stancata di eroi come Mick Belker e Andy Sipowicz e delle loro cacce a pusher, assassini e criminali delle grandi metropoli, adesso è il turno dei super agenti di serial come 24 e The unit. Questi ultimi dopo l'11 settembre avevano protetto l'America dai terroristi. Ma è un nuovo show della rete Cbs a riflettere perfettamente l’attualità americana: s’intitola The Mentalist ed è salito al primo posto dei rating con una media di 19 milioni di spettatori alla settimana. Il suo protagonista è un super agente un po’ alla Colombo, introverso e sbadato (ha sempre una donna che l’aiuta) ma dotato di poteri intuitivi quasi paranormali, coi quali riesce a identificare chi mente, il bugiardo, il nuovo nemico pubblico degli Stati Uniti. Il bugiardo che ha rubato come Bernard Madoff, il super truffatore da 65 miliardi di dollari che proprio nei giorni scorsi ha ammesso la propria colpevolezza finendo in carcere a New York. Un personaggio alla Madoff aprirà proprio in uno dei prossimi episodi di Lie to me, il serial della Fox dedicato anch’esso come The Mentalist alla bugia: grazie a nuovi studi sulle espressioni del viso è possibile capire se uno mente. Gli americani si sentono traditi dalle «bugie» del mondo politico e finanziario. E se in un altro episodio di Lie to me un costruttore edile colpito dalla crisi decide di costruire palazzine con materiale più scadente - che poi crollano - in un altro serial, Eleventh Hour, il protagonista dà la caccia ai disonesti e alle bugie. E grazie a questo copione ha battuto negli ascolti persino l’attesissimo ritorno di George Clooney nel cast di ER. Chi mente, nelle nuove serie televisive degli Usa, viene esposto e punito da protagonisti dotati di poteri quasi soprannaturali. «Questo momento è molto simile agli anni Settanta - spiega l’attore Brendan Hines, uno dei protagonisti di Lie to me -. C’è una recessione e assistiamo inermi di fronte a scandalo dopo scandalo. Siamo bombardati di bugie che ci fanno sentire incapaci di controllare il nostro ambiente. Abbiamo bisogno di nuovi eroi». Il mondo della fiction tv raccontata a episodi ha sempre tentato di seguire l’attualità più o meno da vicino, ma non è mai stato facile. Tra la prima sceneggiatura e la messa in onda spesso passa quasi un anno, e l’attualità può modificarsi radicalmente. Questa volta è diverso: la crisi può durare a lungo, e nel prime time gli americani preferiscono guardare i notiziari o i talk show, per capire cosa succederà alle loro vite col crollo della Borsa e le nuove proposte del Congresso.
Per non perderli gli sceneggiatori si stanno scatenando: se in Flashpoint il responsabile di una banca specializzata in mutui, viene sequestrato da tre ex clienti che hanno appena saputo del suo bonus annuale da 22 milioni di dollari, in 30 Rock un gruppo di banchieri disoccupati della Lehman Brothers, la banca d’affari fallita clamorosamente l’anno scorso, fanno gli stagisti alla Nbc.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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