Il caso Ford e il boom di Fiesta

SienaDopo il lancio della super-tecnologica berlina, in attesa della station wagon che arriverà dopo l’estate, Mercedes commercializza la Classe E Coupé. Differentemente dalla pensionata Clk, anello di congiunzione con la più piccola Classe C, è un modello che punta a richiamare le grandi coupé Mercedes del passato. È proposta con cinque motori - i turbodiesel di 2.2 e 3 litri con 204 e 231 cv delle 250 e 350 Cdi BlueEfficiency e i benzina a iniezione diretta di 1.8 e 3.5 litri con 204 e 292 cv, destinati alle 250 e 350 CGi BlueEfficiency, oltre al V8 di 5.4 litri da 388 cv della 500 - e negli allestimenti Executive e Avantgarde (entrambi comprensivi di «Pre-Safe» e «Attention System» che vigila sulla «lucidità» del conducente) a prezzi che spaziano tra 46.800 e 68.580 euro.
Basata su un pianale con passo più corto rispetto a quello della berlina, che avvantaggia il dinamismo e permette di accentuare la proporzione tra i volumi e lo slancio della linea, dalla berlina riprende i robusti passaruota posteriori e il frontale con quattro fari di forma trapezoidale, ma li diluisce in un design molto dinamico, impresso dall’inclinazione del parabrezza e dal profilo arcuato del padiglione. Il risultato si traduce anche in un Cx di rilievo assoluto (0,24) che premia l’efficienza della meccanica, poiché i suoi effetti si sommano a quelli del pacchetto di soluzioni tecniche (recupero dell’energia in frenata, attivazione dei servizi ausiliari secondo necessità e pneumatici a basso attrito) e al rendimento dei motori per contenere consumi ed emissioni.
Il nuovo modello mette in chiaro l’intenzione di presentarsi con connotati d’alto lignaggio tanto con la cura costruttiva, dovuta anche alla scelta di materiali e rivestimenti di alta qualità, quanto con una selleria specifica che sostiene e trattiene bene il corpo dei passeggeri, oltre che con il porgicintura di sicurezza per i sedili anteriori e le numerose possibilità di personalizzazione dell’abitacolo. Un ambiente accogliente e razionale, ben accessibile anche posteriormente, grazie al sistema «Easy Entry», ma adeguatamente spazioso solo davanti.
Secondo le previsioni, il best seller della famiglia sarà la 250 Cdi. Spinta da un motore con sovralimentazione a doppio stadio, che prevede l’intervento di un turbo ad alta pressione ai regimi più bassi che a partire da quelli intermedi lascia il compito di animare il quattro cilindri Common rail a un altro a bassa pressione, brilla per le notevoli percorrenze medie (19,6 km/litro) e le emissioni di CO2 degne di un’utilitaria: 135 grammi/chilometro.
Questo a prescindere dal fatto che vanti una potenza di rilievo per la cilindrata e una coppia robusta - 500 Nm a 1.600 giri - con cui è capace di sfoderare sia una notevole elasticità sia una spiccata propensione ad allungare incisivamente anche oltre i 4mila giri, tanto da toccare i 250 chilometri orari e di raggiungere i 100 partendo da fermo in 7,4 secondi. E, per di più, senza mai alzare troppo la «voce». Una caratteristica che ben si sposa con la personalità della 250 Cdi Coupé, che non rinuncia a offrire un buon comfort anche se si opta per l’assetto tarato più rigidamente e i cerchi da 18 pollici anziché da 17.
D’altronde, anche a livello di comportamento questa Mercedes non reagisce come una sportiva estrema, sebbene sfoderi una buona agilità e un dinamismo rassicurante.

Sono frutto dell’assetto dotato di ammortizzatori che adattano la loro risposta in funzione delle condizioni di marcia e dello stile di guida, dell’efficienza dell’impianto frenante e delle qualità dello sterzo, al quale si può solo imputare il fatto che si rivela un po’ troppo leggero anche in velocità.

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