Cassazione dà ragione a Berlusconi: "Non archiviare gli scatti di Zappadu"

Roma - La Cassazione dà ragione al premier Silvio Berlusconi e, relativamente agli scatti fatti a Villa Certosa dal fotoreporter Antonello Zappadu, dice che il procedimento non va archiviato. In questo modo, la Quinta sezione penale ha annullato senza rinvio l’ordinanza del gip di Tempio Pausania dell’11 agosto 2009, disponendo la "trasmissione degli atti alla Prcoura di Tempio Pausania per l’uletriore corso".

La decisione della Cassazione La Procura dovrà verificare se effettiavamente gli scatti comportarono una violazione di domicilio come ha sostenuto la difesa di Berlusconi. Il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Cristiano, invece, dispose archiviazione, stabilendo che il fotoreporter Antonello Zappadu non aveva violato i confini della "Certosa" quando, nel 2007, ha scattato le fotografie che ritraevano il presidente del consiglio - all’epoca era capo dell’opposizione - mentre si rilassa nel parco della sua residenza estiva con un gruppo di ragazze. Accogliendo la richiesta di archiviazione del pm Elisa Calligaris, il gip, sulla base delle indagini svolte dai carabinieri di Olbia, ritenne che Zappadu non si è intromesso nel parco di Villa Certosa.

L'esposto della difesa Nell’esposto, invece, la difesa di Berlusconi parlava di scatti eseguiti "in perpetrazione del delitto di violazione di domicilio", poiché "come risulta evidente dall’analisi delle planimetrie del parco di Villa Certosa e delle fotografie aeree effettuate da diversi punti prospettici, non è materialmente possibile, in ragione della particolare conformazione dei luoghi, che le fotografie siano

state effettuate senza entrare all’interno del parco stesso, varcando i confini delimitativi dell’area di proprietà privata". E la Cassazione, accogliendo il ricorso del premier, deve averla pensata allo stesso modo.