Rio de Janeiro - E' giallo sul disastro che ha colpito l'Airbus A330-200 (nella foto) scomparso durante il volo da Rio de Janeiro a Parigi caduto oggi. "L’aereo potrebbe essere stato colpito da un fulmine", ha detto il ceo di Air France, Pierre-Henri Gourgeon, avanzando l’ipotesi che l’Airbus abbia perso il sistema elettrico durante una tempesta sull’Atlantcio. Tuttavia la dichiarazione è in apparente contrasto con il principio generale che un’aereo in volo è una perfetta gabbia di Faraday che consente alla carica elettrice del fulmine di attraversare la fusoliera senza causare danni. Intanto dalla Francia gli esperti parlano di un’esplosione o comunque qualcosa di "estremanente grave e rapido".
Le cause dell'incidente "Senza dubbio siamo di fronte ad una catastrofe", ha fatto sapere il Ceo di Air France, Pierre-Henri Gourgeon, a cui ha fatto eco il ministro dei Trasporti Dominique Bussereau che si è detto "pronto al peggio". Gli esperti non hanno, infatti, escluso ancora la possibilità di un attacco terroristico. Al momento la sola certezza è che l’Airbus A330-200 ha attraversato una "zona burrascosa con forti turbolenze" alle 4 del mattino (ora italiana) e alle 4.14 è stato ricevuto il suo ultimo messaggio automatico che "indicava un’avaria elettrica". L’aereo avrebbe dovuto atterrare a Parigi-Roissy alle 9.10. Il capo dell’Air France a Rio de Janeiro, Jorge Assuncao, ha sostenuto di "non aver nessuna informazione a riguardo di un guasto elettrico sull’aereo anche perchè se si fosse verificato un problema elettrico l’aereo sarebbe stato comunque in grado di tornare a Rio".
Un "buco" di due ore L’Airbus dell’Air France scomparso sull’Atlantico volava normalmente a 35 mila piedi (11mila metri) d’altezza ad una velocità di 840 chilometri all’ora al momento di sparire dai radar brasiliani. "L’aereo non è mai stato rilevato dal centro di controllo aereo marocchino", ha dettol ministro dei Trasporti marocchino, Karim Ghellab, facendo poi sapere che, "quando il velivolo è scomparso dai radar, non era vicino al Marocco". Altre fonti aeroportuali marocchine hanno confermato che l’Airbus A330, decollato da Rio de Janeiro alle 19 (mezzanotte in Italia, ndr), "non ha preso contatto con le torri di controllo marocchine" e "non è nemmeno entrato nello spazio aereo delle isole Canarie" situate al largo delle coste del Marocco. Tuttavia, secondo la Forza aerea brasiliana, al momento di perdere contatto con i radar localizzati sulla costa alle 22.33 ora locale, l’Airbus si comportava come qualsiasi altro velivolo sulla stessa rotta e non dava nessun segnale di anomalie.
Il giallo del fulmine Che un aereo venga colpito da un fulmine durante il volo rappresenta un fatto relativamente frequente, che nella grandissima maggioranza dei casi non comporta alcun danno per l’apparecchio. Dalle statistiche dell’aviazione civile risulta che gli aerei di linea vengono colpiti una volta ogni tre anni, mentre per i collegamenti regionali - effettuati a quote più basse - la media è di un impatto ogni anno. La maggior parte degli apparecchi di linea è costruito in alluminio, materiale in grado di dissipare molto bene l’energia elettrica di un fulmine (con una corrente che può superare i 300mila ampere); i materiali compositi utilizzati in alcuni modelli più moderni sono invece meno efficaci.
Negli ultimi cinquant’anni si sono registrati pochissimi incidenti in cui la folgorazione può aver svolto un ruolo concomitante: il più grave avvenne l’8 dicembre del 1963, quando un fulmine colpì ed incendiò il deposito combustibile di un Boeing 707 della Pan Am, che precipitò con 81 persone a bordo; in seguito al disastro la Faa rese obbligatoria l’installazione di parafulmini su tutti gli aerei commerciali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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