Il Cav: Bini Smaghi deve lasciare E lui va a parlare da Napolitano

Continuano le pressioni per far dimettere Bini Smaghi dal comitato esecutivo della Bce, per mantenere fede all'impegno preso dall'Italia con Sarkozy in cambio dell'appoggio francese alla nomina di Draghi. Bersani: "Deve dimettersi". Ma poi attacca il governo. Frattini fa appello alla coscienza individuale. E la Francia insiste: "Rispettate gli impegni, ma niente crisi diplomatica"

Il Cav: Bini Smaghi deve lasciare E lui va a parlare da Napolitano

Il "caso Bini Smaghi" continua a tenere banco. Ricapitoliamo: l'economista fiorentino dal 2005 fa parte del board (il comitato esecutivo) della Banca centrale europea. Può restarvi fino al 2013, quando scadrà il mandato. C'è un problema, però, ed è squisitamente politico. In questo momento l'Italia nel board ha due posti su sei: oltre a Bini Smaghi, infatti, c'è anche il neo presidente della Bce, Mario Draghi, che da poco ha preso il posto del francese Trichet. Non c'è nessuna legge che vieti a un Paese ad avere più di un rappresentante, e non è prevista la destituzione di un rappresentante. Ma, come dicevamo, esiste un problema politico. Per la nomina di Draghi al vertice della Bce Berlusconi ha fatto un preciso accordo con Sarkozy: in cambio del sostegno all'esponente italiano l'Eliseo ha chiesto - e ottenuto - l'impegno di Roma al subentro di un francese nel board. E si trattava, appunto, del posto di Bini Smaghi.

Da quel giorno sono partite le trattative per cercare di convincere Bini Smaghi alle dimissioni. Lui avrebbe accettato, ma voleva (a tutti i costi) la poltrona di governatore della Banca d'Italia. Lo "scambio" però è saltato: da un lato Bankitalia, dall'altro il Quirinale (ma anche il governo), hanno deciso di alzare un muro contro quello che sembrava un ricatto. Non avendo ottenuto ciò che voleva (alla Banca d'Italia è stato poi nominato Ignazio Visco), Bini Smaghi ha pensato bene di infischiarsene delle pressioni. Ed è rimasto al suo posto nell'esecutivo della Banca centrale europea. Di Bini Smaghi tutto si può dire meno che non sia preparato. Ma di certo la sua luminosa carriera la deve, oltre al brillante curriculum, anche al suo grande e unico datore di lavoro prima, e "sponsor" poi: lo Stato italiano. Quello stesso Stato che oggi gli chiede un sacrificio, ma che lui non vuole fare.

Secondo le ultime indiscrezioni trapelate Bini Smaghi avrebbe accettato di farsi da parte in cambio della poltrona di vicepresidente della Commissione europea. E l'economista avrebbe proposto questo scambio al capo del governo. Una proposta che, quanto sembra, il premier non avrebbe accolto.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini fa appello alla coscienza individuale: "Il governo non può dare ordini a un membro della Bce, tuttavia c’è oggettivamente un appello al senso di responsabilità istituzionale".

La Francia, pur rassicurando Roma sul fatto che "non c’è alcuna crisi diplomatica", sottolinea di essere "assolutamente fiduciosa" sulla soluzione alla vicenda. Ma ricorda l'impegno preso dall'Italia: "Noi - sottolineano fonti del Quai d’Orsay - consideriamo che quello concluso tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente Nicolas Sarkozy sia un gentlemen’s agreement e speriamo che l’accordo venga rispettato", hanno affermato le fonti, aggiungendo: "Su questo siamo assolutamente fiduciosi, speriamo che la situazione possa risolversi entro la fine del week-end o in ogni caso al più presto possibile". Quanto ai possibili incarichi alternativi da offrire a Bini Smaghi, per i francesi "è una soluzione che bisogna trovare tra italiani. È una questione italo-italiana".

Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Canale 5, ha parlato di situazione "sgradevole", negando ogni responsabilità del governo italiano nell’impasse creata dalle mancate dimissioni dell'economista fiorentino: "Il problema è che qualcuno possa pensare di potersi comportare contro l’interesse del proprio Paese, creando un contenzioso spiacevole con un Paese alleato". Poi il Cavaliere ha tenuto a precisare che l'Italia ha "sempre mantenuto gli impegni con gli alleati, quando Draghi fu nominato presidente della Bce con il supporto di Sarkozy e in sostituzione del francese Trichet, ci impegnammo affinché fosse garantita la presenza francese nel comitato, come vuole la logica".

Anche Pierluigi Bersani è d'accordo con il Cavaliere: Bini Smaghi se ne deve andare. Però il leader del Pd approfitta dell'occasione per tornare ad attaccare il governo italiano: "La vicenda ha dell’incredibile. Il problema è che non puoi dare l’impressione che sia pregiudicata una vicenda così delicata. Bisognava costruire un sistema diplomatico per tempo, e la cosa si sarebbe risolta subito. Ora Bini Smaghi - dice - deve trovare il modo di lasciare quel posto, ma è la gestione di tutta la vicenda che è stata incredibile. Draghi ci è stato sostanzialmente proposto da altri, su Bankitalia non si è trovata una soluzione se non all’ultimo momento e a prezzo di lacerazioni enormi. Alla Bce non si è trovata una soluzione su Bini Smaghi. Tutto questo - conclude - la dice lunga sul calo di credibilità che abbiamo in Europa". 

Nel tardo pomeriggio le agenzie battono una notizia: "Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto nel

pomeriggio al Quirinale il dottor Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea". Chissà se il Colle, dopo aver sentito le ragioni dell'economista, lo avrà convinto a fare un passo indietro...

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