Cedolare secca, ora si paga meno sugli affitti

Con il nuovo sistema il gettito del Fisco non diminuirà, perché gli evasori saranno invogliati a mettersi in regola. Vantaggi anche per inquilini e locatori. Un 740 più leggero per i proprietari. E l'edilizia potrà sfruttare nuove possibilità di crescita

Cedolare secca, ora si paga meno sugli affitti

Da oggi entra in vigore la cosiddetta cedolare secca sugli affitti, termine di uso popolare, non del tutto appropriato tecnicamente per l’imposta proporzio­n­ale a titolo definitivo facoltativa sui red­diti dei fitti ad uso abitativo di persone fisiche a persone fisiche con aliquota del 21% per i contratti ordinari e del 19 per quelli tipo equo canone. Si tratta di una riduzione di imposte, con cinque ef­­fetti economici favorevoli. È una riduzione di imposte mirata alla crescita economica, in cui tutti ci guada­gnano, in gergo economico inglese un caso di modello tipo «win win». Il primo vantaggio è per il fisco: la nuova simil-cedolare non com­porterà perdita di gettito, ma au­mento dopo un certo lasso di tem­po. Il nuovo regime tributario non deroga al rigore operando pro crescita. E ne guadagnerà la legalità,col recupero dell’econo­mia sommersa che non si fa con proclami, né solo con improbabi­li eserciti di controllori, ma sulla base delle leggi di convenienza economica. Il nuovo regime entra in vigore dall’inizio di quest’anno, anche se il decreto è di aprile, in quanto esso non è retroattivo perché non va a beneficiare chi abbia già compiu­to le sue scelte fiscali, ma quelle di chi anco­ra deve fare la dichia­razione dei redditi. Né le istruzioni attua­tive, a cura del diret­tore dell’Agenzia del­le entrate, da emana­re entro n­ovanta gior­ni dal momento di en­trata in vigore del de­creto, comportano una deroga all’entra­ta in vigore dell’op­z­ione per la nuova ali­quota dall’inizio del­l’anno, per i contratti precedenti e nuovi, perché esse riguarda­no solo le modalità di esercizio dell’opzio­ne e di versamento in acconto e la dichiarazione dei redditi in car­taceo va fatta entro il 30 giugno, mentre in formato elettronico può essere fatta entro settembre. C’è tutto il tempo per esercita­re l’opzione con le istruzioni del direttore dell’Agenzia delle en­trate vincolato alla scadenza massima di 90 giorni che termi­na ai primi di giugno e che sarà verosimilmente anticipata, per­ché il fisco ha convenienza a ri­scuotere gli acconti entro giugno di chi usa fare la dichiarazione dei redditi cartacea, anziché ve­derli posticipati dal ricorso al si­stema elettronico. I proprietari che beneficeranno dello sgravio saranno incentivati a mettere sul mercato immobili con interni in cattive condizioni che hanno bi­sogno di restauri. Un beneficio per l’edilizia. Gli inquilini hanno benefici futuri con la maggiore offerta di abita­zioni, anche tramite cambio di destinazione dei locali adibiti ad altri usi e benefici immediati tra­mite il fatto che l’opzione impedi­sce di chiedere l’adeguamento del contratto all’inflazione e va pertanto comunicata all’inquili­no con raccomandata. I contratti sommersi in tutto o in parte pos­sono fruire dell’opzione: quelli già in essere «in ero» saranno sot­t­oposti solo a una sanzione pecu­niaria, che non premia gli evaso­ri, ma rende conveniente per lo­ro emergere, perché pagando po­co di imposte hanno la sicurezza che gli inquilini onorano il con­tratto e, se essi non lo fanno, pos­sono essere sfrattati tramite le (lunghe) giudiziarie. Rimarrà circoscritto il sommer­so dell’economia illegale e degli extra comunitari clandestini.

Il fi­sco non perde la progressività del tributo perché il reddito sog­getto a questa simil-cedolare en­tra nell’imponibile dell’imposta personale sul reddito. Una bella riforma, di un governo che non campa alla giornata, come dice l’opposizione e che si preoccupa dei problemi della gente comu­ne, senza perdere di vista il lungo termine.

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