Celentano: vi ho dato un attimo di libertà Ora tornate a dormire

Nell’ultima puntata di Rockpolitik il Molleggiato ha glorificato il suo show e attaccato Vespa, Del Noce e Berlusconi. La Guzzanti contro Bush

Laura Rio

da Milano

Per fortuna che c’è Lui. Che con il «vento mescolato alla grandine dai riverberi nostalgici» ci ha regalato «un’aria di libertà». Per fortuna che c’è Lui. Che ha dato «una scossa alla gente a casa». Che «ha messo in moto un pensiero, da qualche tempo paralizzato in una tv infarcita di consumismo e bugie». Per fortuna che c’è Lui. Che ci ha mostrato la «via per imboccare il sentiero di una libertà che non è quella della Rai», «quella Rai che si è dissociata dal suo maggiore successo come ha dichiarato il direttore di Raiuno Del Noce». Che ci ha fatto capire «che non siete 15 milioni di cretini a cui non si può dire la verità, ma bisogna fare credere che va tutto bene altrimenti le azioni calano». Per fortuna che c’è Lui. Che ci ricorda che «nei cattivi pensieri sono coinvolti sia destra sia sinistra perché la scalata alla Bnl l’ha fatta la Unipol e quella alla Antonveneta l’hanno fatta gli immobiliaristi, quelle bestie ricche che non puzzano però dove passano loro non cresce più l’erba». Per fortuna che c’è Lui. Che ci indica la via d’uscita da tutto questo schifo... Eccola: «Sto aspettando che mi venga il pensiero... ma non arriva».
Grazie Celentano per averci illuminato il cammino.
Grazie per averci fatto vedere come si fa la televisione, «spazzando via per quattro settimane il sonno profondo della Tv delle Isole dei famosi, dei Grandi Fratelli, delle Talpe» (che comunque è vista da milioni di persone, presumibilmente altrettanto non cretine).
Grazie Celentano per averci spiegato che «non sarà sempre così se sarete voi, Angius e Bertinotti, a vincere alle prossime elezioni». E comunque grazie a tutti quelli che si sono schierati con Lui. Anche «Vespa che con aria malinconica faceva vedere alcuni passaggi di Rockpolitik in virtù dei quali per la prima volta ha raggiunto il 48 per cento di share. E che se la sinistra dovesse vincere non ti chiuderà perché sarebbe un errore come è stato un errore della destra la chiusura dei programmi di Santoro, Luttazzi, Biagi». Anche Vittorio Feltri, «l'ospite di Porta a porta che più mi ha commosso: ho avuto la sensazione che mentre mi attaccava dentro di sé piangeva... Peccato che fra un po’ tutto sarà finito... perché lo avrei invitato Feltri alla quinta puntata».
Grazie Celentano per aver fatto apparire Berlusconi, tanto evocato nel programma, tanto contestato, la cui sagoma è arrivata in studio telecomandata. «Silvio - ha detto, in uno sketch divertente, Cornacchione nelle vesti del fan del premier - ti presento Adriano, un uomo che puntata dopo puntata ha dimostrato di essere libero. E Silvio è un uomo che processo dopo processo è riuscito a rimanere libero». «Quando è nato non lo hanno iscritto all’anagrafe, ma direttamente sul libro degli indagati. È un uomo che si è fatto da solo e si è anche rifatto da solo. È un uomo venuto fuori dal niente ed è diventato presidente del Consiglio, mica come Prodi che è venuto fuori dal niente e ci è rimasto».
Grazie Celentano per il monologo di Sabina Guzzanti... se l’è presa anche lei con Porta a Porta (bersaglio preferito di Rockpolitik insieme con Del Noce e Berlusconi). Brava nell’imitazione di Clarissa Burt, Barbara Palombelli, Lucia Annunziata, Valeria Marini e Massimo D’Alema, ci ha spiegato (sulla Tv controllata dal premier) che in Italia c’è l’alternanza: «Se per cinque anni c’è la democrazia e per altri cinque c’è la dittatura, sempre alternanza è». Ha ribadito che «le armi di distruzione di massa non c’erano, ma Bush la guerra l’ha fatta lo stesso e che Berlusconi con uno sputo può fermare una carriera, intanto i processi contro di lui vanno in prescrizione...». E, parlando di se stessa, si è ingarbugliata dicendo che «il problema è che essendo comica e non politica, io non posso parlare di politica perché sono di una parte politica anche se non si è capito di quale parte politica. Quando parlo si arrabbiano tutti, guardate Gentiloni e D'Alema che cosa riescono a dire da Vespa...».
Grazie Celentano per le quattro puntate di Rockpolitik. Il grande show è finito ieri sera. Ora «tutti possiamo tornare a dormire».
Anche il bistrattato Vespa. «Dopo la libertà respirata con Celentano - ha ironizzato ieri sera tardi al suo Porta a Porta - torniamo noi con il nostro grigiore».

E furbescamente il giornalista ha invitato in trasmissione Clarissa Burt, imitata dalla Guzzanti; Feltri, attaccato da Celentano (cui ha replicato «dice delle gran bischerate»); Paolo Guzzanti, padre di Sabina («la trasmissione è noiosa, ma mia figlia è stata grandissima, ha dato il meglio di se stessa»).

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